Lo sostiene il Centro svizzero di competenza per i diritti umani. I proprietari di terreni privati hanno il diritto di offrire il loro terreno
In Svizzera ci sono troppi pochi posti di sosta per i nomadi Jenish, sinti e rom. Lo sostiene il Centro svizzero di competenza per i diritti umani (CSDU), secondo cui i proprietari di terreni privati hanno il diritto di offrire il loro terreno per permettere una sosta.
Per la CSDU, nel caso dei terreni pubblici, è addirittura un obbligo, a certe condizioni. In un comunicato odierno, denunciano che le fermate spontanee sono sempre più difficili per questi gruppi di persone.
Per trovare delle soluzioni, la fondazione “Un futuro per i nomadi svizzeri” ha commissionato un parere legale al Centro di competenza svizzero per i diritti umani. Quest’ultimo ha esaminato la situazione giuridica a tutti i livelli politici. La fondazione ha ora stilato una guida, pubblicata sul suo sito internet, che contiene raccomandazioni per nomadi, proprietari di terreni, Cantoni e Comuni.