Svizzera

'Non si registravano numeri così alti dalla seconda ondata'

Gli esperti della task force lanciano un appello ai giovani: 'Fatevi vaccinare. Prima o poi tutti verremo a contatto col virus'

Tanja Stadler, presidente della task force (Keystone)
17 agosto 2021
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Il numero di infezioni da coronavirus è in aumento. Secondo l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), l'inversione di tendenza si è verificata all'inizio di agosto. L'ultima volta che la Svizzera ha avuto così tanti casi (oggi sono 3'150 le nuove infezioni confermate) è stato l'anno scorso durante la seconda ondata.

La situazione, in effetti, sul fronte pandemico sta "purtroppo" peggiorando, anche se al momento il numero di decessi non è preoccupante, come anche il numero di persone ricoverate in terapia intensiva. Lo ha dichiarato oggi Patrick Mathys dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), il quale ha esortato soprattutto i giovani e i giovani adulti a farsi vaccinare al più presto.

Per quanto attiene ai vaccini, Mathys ha sottolineato che ci sono dosi a sufficienza per tutti, anche se gli stock sono stati limitati affinché i vaccini vengano effettivamente utilizzati laddove necessario. I numeri dimostrano, secondo l'esperto, che l'incidenza del virus e le sue conseguenze negative sono meno gravi se le persone sono vaccinate. 

Per quel che riguarda invece una terza vaccinazione, o vaccinazione di richiamo per le persone "anziane", Mathys ha affermato che il tema è allo studio della Task Force Covid 19 del Consiglio federale, e che al momento opportuno si deciderà. Ad ogni modo, ci vorrà un'altra domanda di autorizzazione da parte dei produttori, ciò che richiederà del tempo.

Anche Tanja Stadler, neo presidente della Task Force Covid-19 del Consiglio federale e per la prima volta davanti ai media, ha invitato gli indecisi a farsi immunizzare. Se si marcia sul posto, ha messo in guardia, tra sei mesi rischiamo di trovarci nel bel mezzo di un'ondata simile alla seconda. Prima o poi, infatti, a causa della variante Delta, molto più infettiva, tutti verremo a contatto col virus.

Si tratta soprattutto, per la docente al Politecnico federale di Zurigo, di proteggere il sistema sanitario, non solo i suoi operatori, già fortemente sollecitati nel recente passato, ma anche le persone che necessitano di farsi operare e che devono rinunciare perché i letti sono occupati da malati Covid.

Nel suo intervento Rudolf Hauri, medico cantonale di Zugo e presidente dei medici cantonali, ha sottolineato l'importanza delle persone tornate dalle vacanze tra i nuovi positivi, con percentuali in media del 20%, con variazioni tra cantone e cantone. I vacanzieri vengono esortati a farsi testare. Un incremento dei casi è stato constatato anche in seguito a feste o incontri famigliari.

La maggior parte delle nuove infezioni riguarda le persone fino ai 60 anni, ha specificato Hauri, sottolineando tuttavia che le strutture ospedaliere non sono, al momento, sotto pressione. Per Hauri non è ancora possibile al momento parlare di quarta ondata alle porte, ma di qualcosa a metà strada.

Hauri ha poi aggiunto che solo mantenendo le misure di protezione attuali è possibile contenere il virus. Molto importante, a suo parere, eseguire test periodici nelle scuole e nelle aziende. Frattanto il contact tracing funziona a pieno regime, anche se non è sempre facile raggiungere tutte le persone entrate in contatto con soggetti infetti.

Da qui la nuova campagna dell'UFSP diretta ai giovani, tanto più che i centri di vaccinazione non sono presi d'assalto e quindi c'è posto per tutti. Solo così, secondo Mathys, si può evitare una quarta ondata e il conseguente aumento dei ricoveri.

Anche Tanja Stadler, presidente della Task Force Covid-19 del Consiglio federale, ha invitato gli indecisi a farsi immunizzare. Se si marcia sul posto, ha messo in guardia, tra sei mesi rischiamo di trovarci nel bel mezzo di un'ondata simile a quella vissuta con la seconda ondata. Prima o poi, infatti, a causa della variante Delta, molto più infettiva, tutti verremo a contatto col virus.

Si tratta soprattutto, per la docente al Politecnico federale di Zurigo, di proteggere il sistema sanitario, non solo i suoi operatori, già fortemente sollecitati nel recente passato, ma anche le persone che necessitano di farsi operare e che devono rinunciare perché i letti sono occupati da malati Covid.

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