Tokyo 2020

Olimpiadi, le novità piacciono ai rossocrociati

La predisposizione degli atleti elvetici a emergere fra i migliori al mondo nelle discipline più recenti hanno trovato conferma anche a Tokyo con Ducarroz (bmx)

2 agosto 2021
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Nikita Ducarroz, salita sul primo podio olimpico nella Bmx freestyle, è solo l’ultima rappresentante della Svizzera ad avere inaugurato una nuova disciplina olimpica con una medaglia. L’elvetica ha così confermato la predisposizione degli atleti rossocrociati a emergere fra i migliori al mondo nelle discipline più recenti. Una tradizione iniziata ad Atlanta 1996 con Thomas Frischknecht nella prima gara olimpica di mountain bike, nella quale lo zurighese conquistò la medaglia d’argento. «Mi auguro che la trasmissione televisiva della gara sia stata vista da molta gente e che molti giovani ciclisti si dedicheranno alla mtb», commentò poi Frischknecht. E i suoi auspici si sono effettivamente avverati, oltretutto con buon successo, pensiamo soltanto al triplo podio femminile di questi giochi con Neff, Frei e Indergand.

Anche alle Olimpiadi invernali il successo è stato talvolta immediato, come nel 1998 a Nagano proprio in Giappone: Gian Simmen si laureò primo campione olimpico nello snowboard-halfpipe, nonostante una vita al di fuori dello sport non delle più morigerate, egli stesso si vantava infatti della sua passione per gli spinelli. Nella stessa edizione dei Giochi fu introdotto il curling, vinto al maschile dalla selezione elvetica guidata da Patrick Hürlimann.

Il terzo millennio vide i suoi primi giochi olimpici disputarsi nell’estate del 2000 in quel di Sidney, dove per la prima volta fu proposto il triathlon. A vincere sulle rive dell’oceano pacifico, di fronte alla Opera House fu la zugana Brigitte McMahon, accompagnata sul terzo gradino del podio dalla vodese Magali Messmer. La loro eredità è stata poi raccolta da Nicola Spirig oro a Londra 2012 e argento a Rio 2016.

Torniamo allo snowboard per Torino 2006 e l’introduzione del cross, che vide il successo della bernese Tanja Frieden, grazie anche alla clamorosa caduta della statunitense Lindsey Jacobellis quando si trovava al comando della finale.

Anche lo sci alpino si è rinnovato nel corso degli anni, da ultimo con l’introduzione a Pyeongchang 2018 del Team Event. Grazie a due specialisti dello slalom parallelo come Wendy Holdener e Ramon Zenhäusern gli svizzeri riuscirono a conquistare il titolo davanti ai favoriti vicini austriaci. Inoltre trent’anni prima a Calgary nel primo superG olimpico l’argento femminile era andato al collo della ticinese Michela Figini.

Arriviamo così al bronzo conquistato domenica da Nikita Ducarroz, che conclude questa carrellata di novità così favorevoli ai colori rossocrociati. Almeno per ora, ci auguriamo infatti che la lista si possa presto allungare, magari già a Tokyo. Grazie, per esempio, a Petra Klingler nel debutto dell’arrampicata sportiva o a Elena Quirici nel karate.

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