Stasera a Porrentruy David Aebischer e i bianconeri hanno una missione da compiere. ‘Sapevamo che sarebbe stata difficile, ma il boxplay è stato pessimo’
lla larga il più possibile dalla panchina dei penalizzati. Se c’è un insegnamento che il Lugano deve trarre dal primo atto del playout contro l’Ajoie e mettere in pratica stasera in gara 2 a Porrentruy e per tutto il resto della sfida con i giurassiani è proprio questo. Perché le ali ai piedi ai degli uomini di Greg Ireland, sabato sera alla Cornèr Arena a mettercele è stato proprio il powerplay, andato a bersaglio tre volte nelle prime tre opportunità della serata in cui i giurassiani si sono ritrovati a giocare con l’uomo in più. Che l’Ajoie avesse proprio in questo genere di esercizio una delle sue armi più micidiali lo testimoniava pure il terzo posto tra tutte le squadre di National League in questa speciale classifica, con un’efficacia del 25,17%.
La magia di Fazzini quando sui tempi regolamentari stavano ormai scorrendo i titoli di coda sembrava aver rimesso in carreggiata in extremis una serata che si stava avviando verso la peggiore delle conclusioni. Un’illusione, perché su un tiro di Maurer nel finale del primo supplementare arriva il definitivo patatrac bianconero e l’incubo diventa realtà: dopo aver afferrato il puck, Schlegel perde la presa e se lo lascia sfuggire alle spalle. E così questa serie, che fra l’altro si giocherà fino alla fine – anche qualora il Basilea chiudesse vittoriosamente anzitempo la finale del campionato cadetto con il Visp, la Lega ha infatti deciso che il playout si giocherà fino in fondo – è lanciata nel peggiore dei modi per il Lugano, subito costretto a inseguire un Ajoie che, oltretutto, alla Cornèr Arena si è presentato orfano pure del suo attuale topscorer Nättinen, ma che potrebbe rientrare nelle prossime partite. Per raddrizzarla, gli uomini di Uwe Krupp devono ora forzatamente andare a fare il risultato in terra giurassiana, su una pista che in stagione regolare non ha portato loro granché bene, visto che due volte su due erano usciti battuti (5-4 all’overtime il 29 novembre e 3-1 l’11 gennaio). E possibilmente lo devono già fare stasera, quando in cartellone c’è già il secondo atto di questa sfida.
«Sapevamo che questa sarebbe stata una serie molto difficile, e la conferma l’abbiamo avuta in gara 1 – si rammarica David Aebischer –. Adesso per rimetterci in carreggiata dobbiamo andare a vincere a Porrentruy, su una pista non certo facile da espugnare, né per noi, né per qualsiasi altra squadra. Sarà dura, ma di certo non impossibile. Al di là di tutto, per quanto mostrato sull’arco di tutta la partita, sabato siamo stati la squadra migliore in pista: è mancato il risultato, è vero, ma penso che la forma sia quella giusta per spuntarla in questa serie. Nei playoff e playout, però, le partite spesso vengono decise dai dettagli, e questi ultimi sabato hanno premiato l’Ajoie. Per il prosieguo della serie dovremo sicuramente aggiustare qualcosa nel nostro gioco, ma sono persuaso che abbiamo i mezzi per riportare la serie dalla nostra parte». E con ‘qualcosa’, il numero 26 dei bianconeri si riferisce chiaramente al boxplay: «Sabato in questo genere di esercizio siamo stati pessimi. Sapevamo che l’Ajoie ha nel gioco con l’uomo in più una delle sue armi più potenti, e malgrado ciò ci siamo fatti infilare tre volte, ed è così che i nostri avversari hanno a loro favore il primo atto del playout: questa è sicuramente una di quelle cose che dobbiamo imperativamente correggere».
Correttivi che andranno messi in pratica già stasera, per evitare che la serie si faccia subito pericolosamente in salita per Aebischer e compagni... «È vero che, soprattutto dal profilo mentale, per noi sarebbe l’ideale pareggiare il conto alla prima occasione, ma anche se in gara 2 non ci dovessimo riuscire, non sarebbe comunque finita: in una serie al meglio delle sette partite, per chiuderla occorrono quattro vittorie, e fin lì tutto può succedere. Ora più che mai dobbiamo prendere partita dopo partita: adesso pensiamo solo al secondo atto, che affronteremo con la consapevolezza che faremo di tutto per cercare il successo». Un successo che, al di là di tutto, sabato il Lugano si è fatto sfuggire di mano al termine di una partita che l’aveva visto superiore per quantità e qualità di gioco. Ma colpevolmente inconcludente, a immagine di un primo tempo chiuso con una sola rete di vantaggio pur avendo dominato per lunghi tratti un avversario studiato per ben due settimane: «Alla prova dei fatti, l’Ajoie si è comportato né più né meno come ci aspettavamo, ossia come una squadra che lavora forte, e sempre pronto a sfruttare ogni esitazione dell’avversario e ogni superiorità numerica per fare la differenza. Cosa che, appunto, sabato gli è riuscita alla perfezione. Ma da gara 2 sarà tutta un’altra storia», conclude David Aebischer.