Dopo due settimane di stop, domani il Lugano attacca la delicata serie con l’Ajoie in cui non ha diritto all’errore. ‘Facciamogli subito vedere chi siamo’
Quando si parla di playout, si può ben dire che il vocabolo sia quasi sconosciuto dalle parti della Cornèr Arena. Infatti sono passati quattordici anni, dall’ultima volta in cui il Lugano aveva dovuto mettere piede in pista per difendere il posto nell’élite. Ironia della sorte, l’ultima volta che successe, nella stagione 2010/2011 appunto, sulla panchina bianconera il direttore sportivo dell’epoca, Roland Habisreutinger, chiamò in panchina tale Greg Ireland, quindi l’attuale coach dell’Ajoie, che all’epoca aveva alle spalle soltanto cinque stagioni da head coach tra i professionisti, in American Hockey League, prima a Grand Rapids, poi a San Antonio. Subentrato a Mike McNamara e Patrick Fischer, promossi in panchina a interim dopo l’allontanamento di Philippe Bozon e Sandro Bertaggia nel novembre prima, Ireland si assunse il compito di traghettare il Lugano fuori dalle acque torbide, liquidando in sole quattro partite la pratica Rapperswil. A differenza di allora, però, stavolta non ci sono più due turni di playout: in altre parole, chi tra Lugano e Ajoie vincerà la serie al meglio di sette partite se ne andrà in ferie, mentre gli sconfitti – sempre che effettivamente il Visp, unica squadra di Swiss League candidata alla promozione, vinca effettivamente il titolo cadetto – dovranno guadagnarsi la salvezza sul campo, nello spareggio di promozione/relegazione.
Sulla carta, il Lugano si presenta ai blocchi di partenza con un certo vantaggio, dettato dalla classifica ma non solo, pur se non va dimenticato che le due sfide dirette giocate a Porrentruy durante la regular season i bianconeri le hanno perse entrambe. «È la prima volta che gioco una serie dei playout – sono le prime parole di Santeri Alatalo, navigato difensore che in autunno aveva rinnovato per i prossimi due anni, e che fin qui in stagione ha collezionato 21 punti (4 reti e 17 assist) –. Quando ero a Zugo, un anno abbiamo dovuto giocare la poule per non retrocedere (nel 2014, ndr) ma si trattava di un torneo tra quattro squadre, non una serie al meglio di sette partite. È evidente, i playoff sono un’altra cosa, ma in un modo o nell’altro per noi cambia poco: affronteremo l’Ajoie con l’attitudine di chi va a caccia di quattro successi in una serie, esattamente come nei playoff. Da questo punto di vista, in fondo, cambia soltanto il nome. Arriviamo da una stagione travagliata, ma ciò che ci attende adesso è qualcosa di ancor più difficile e non possiamo sbagliare: sappiamo che bisogna attendersi di tutto, perché in questa fase di campionato tutto è possibile».
Certo che non dev’essere stato facile pazientare dopo l’ultima giornata di regular season: sono passate ben due settimane dall’ultima partita, vinta, contro il Bienne. «È vero, è stata una pausa lunga, e finalmente si gioca, ne sono felice. Abbiamo approfittato di questo tempo allenarci bene – aggiunge –. C’era da lavorare per affinare il sistema voluto da Uwe Krupp, e abbiamo pure analizzato le partite giocate con l’Ajoie in stagione, soffermandoci sui diversi aspetti della loro filosofia di gioco».
Tuttavia, tra Lugano e Ajoie c’è comunque una bella differenza, e cioè che – per così dire – i giurassiani ‘possono’, voi invece ‘dovete’. «Certo, per l’Ajoie questo tipo di sfide non sono una novità, mentre nel nostro caso nessuno, ma proprio nessuno, avrebbe mai pensato di dover arrivare fino a questo punto. Non sarà facile, saranno partite molto combattute, contro un avversario compatto, che quando gioca sulla propria pista è molto difficile da affrontare. E pur se nelle ultime partite sono forse sembrati un po’ in calando, non bisogna dimenticare che dispongono di ottimi giocatori, in particolare gli stranieri. Detto questo, domani cominciamo in casa nostra e dobbiamo subito fargli capire chi siamo. Certo è che, soprattutto per quanto concerne il fattore emozionale, la tensione sarà alle stelle, e in fondo è quello il fascino della ‘postseason’, con una formula intrigante che ti impone di giocare contro lo stesso avversario nel giro di pochi giorni, con una sola giornata di pausa tra una partita e l’altra, ed è una formula che mi piace tantissimo».
A proposito di gara 1, il Lugano avrà il vantaggio di cominciare la serie con l’infermeria del tutto svuotata, ora che anche il portiere Van Pottelberghe ha ripreso ad allenarsi. Stando a quanto si è visto nell’ultimo allenamento, si può supporre che ad accomodarsi in tribuna saranno il difensore finlandese Pulli e il portiere slovacco Huska – il titolare, insomma, sarà Niklas Schlegel –, e lo stesso destino toccherà anche ai giovani Hausheer, Cjunskis, Meile e Reichle, oltre che a Patry, che venerdì mattina si sono allenati a parte, prima della seduta sul ghiaccio del resto del gruppo.
‘Devi aspettarti che possa essere lunga’
Di sicuro, l’impressione è che il Lugano si presenti nelle migliori condizioni possibili all’appuntamento odierno, anche perché la squadra ha avuto abbastanza tempo per ricaricare le batterie. «Le ultime due settimane sono state un mix tra riposo e allenamento. Infatti, dopo la vittoria sul Bienne, ho concesso qualche giorno di riposo alla squadra, ma poi l’intensità del lavoro in pista è stata elevata, e sono contento di aver potuto avere tutti a disposizione – spiega il coach bianconero, Uwe Krupp –. Siamo tutti consapevoli dell’impegno che andremo ad affrontare: quando stai per affrontare un best of seven devi essere cosciente che la serie potrebbe essere anche lunga, e devi riconoscere la forza dell’avversario ma pure essere cosciente di quale sono le tue capacità. Troveremo di fronte a noi una squadra pronta alla battaglia, e non dimentichiamo che in campionato l’Ajoie è riuscito almeno una volta a battere tutti, quindi è un avversario pericoloso: servirà il massimo rispetto e bisognerà essere pronti sin dal primo minuto».
C’è soprattutto un aspetto del gioco dei giurassiani da tenere in considerazione, ovvero quello con l’uomo in più. «Sappiamo tutti della loro forza nel loro powerplay, ma in questi giorni abbiamo insistito per bene anche noi sulle situazioni speciali – aggiunge Krupp –. I nostri stranieri? A disposizione ne abbiamo otto, e sono tutti pronti a scendere in pista. In altre parole abbiamo solo l’imbarazzo della scelta, ed è un’ottima cosa, e nelle prossime ore prenderemo una decisione».