Il Lugano si fa riprendere e superare dal Ginevra nel terzo periodo e incassa una sconfitta pesante. Morini: ‘Due episodi ci sono costati la partita’
Le cifre non mentono. Con l’uomo in più, il Ginevra Servette sa essere micidiale. Lo dicono i numeri, con gli uomini di Yorick Treille che con una percentuale di riuscita di poco inferiore al 30 per cento occupano il secondo posto in questa speciale classifica. A Uwe Krupp, quel dato non dev’essere passato inosservato, perché per l’intera durata della partita i suoi uomini fanno di tutto per tenersi alla larga dalla panchina dei penalizzati. E infatti, alle Vernets, in sessanta minuti di gioco di situazioni speciali effettive non ce ne sono, né da una parte né dall’altra (!), fatto più unico che raro. Ma basta una penalità differita ravvisata per un intervento falloso di Alatalo ai danni di Jooris in entrata di terzo tempo per far precipitare di colpo una situazione che sin lì il Lugano sembrava poter gestire con agio, forte del vantaggio di una rete maturato dopo 40 minuti di gioco per effetto delle reti siglate da Sekac prima e Carr poi, inframmezzate pure dal gol annullato, peraltro giustamente, dagli arbitri a Zohorna per fuorigioco.
Da quel 6 contro 5 i padroni di casa cavano il punto del 2-2, fors’anche un po’ bugiardo per quanto proposto dalla squadra di Uwe Krupp in particolare nel tempo di mezzo, e da lì in poi, sul Lugano calano progressivamente le tenebre. «Nei primi 40 minuti del confronto abbiamo giocato come si deve fare nelle partite in trasferta, stringendo i denti soprattutto all’inizio contro un avversario che sapevamo che nelle battute introduttive avrebbe spinto parecchio; siamo anche stati bravi a trovare il modo di segnare subito prima della prima pausa – commenta a fine partita ai microfoni della Rsi Giovanni Morini –. Nel secondo tempo, tuttavia, abbiamo purtroppo raccolto meno di quello che avremmo potuto e poi, nell’ultima frazione, due episodi distinti ci sono costati questa partita. D’altra parte questo è l’hockey e lo sport in generale. Il Ginevra Servette è stato bravo a trovare il gol del pareggio in situazione di penalità differita e poco dopo a trovare anche il suo primo vantaggio con una giocata individuale (con una cavalcata letteralmente a tutta pista di Timashov, al suo primo centro con la maglia granata, che dopo aver saltato come birilli tre avversari trafigge Schlegel con un backhand, ndr), e a quel punto il ‘momentum’ è passato decisamente nelle mani dei nostri avversari».
Infatti, intuito il momento di difficoltà della loro preda, le Aquile ne approfittano per calare i colpi che mandano definitivamente al tappeto il Lugano, a cui non resta altro da fare che consegnare agli archivi un’altra serata di rimpianti. L’ennesima, per una squadra che alle Vernets ha perso l’occasione per prendere le distanze dalla scomodissima tredicesima piazza in classifica e, anzi, alla luce di questo brutto kappaò al cospetto del Ginevra Servette, ora ci si deve suo malgrado accomodare su quello stesso scranno, sinonimo di playout contro l’ultima della classe al termine della stagione regolare. «Già prima di questa partita la situazione per noi era durissima, a maggior ragione lo è ora, dopo questa sconfitta, c’è poco altro che si possa aggiungere...», conclude amareggiato il numero 23 dei bianconeri.
Persa questa battaglia, ai bianconeri ne restano ancora sei per tentare di raddrizzare la stagione: impossibile no, ma di certo, dopo ieri sera, la strada che porta ai play-in s’è fatta ancora più in salita.