hockey

‘Abbiamo superato delle sfide impossibili, altre quasi’

Dopo un campionato salvato in extremis, alla Gottardo Arena si tirano le somme. Lombardi: ‘Alcune squalifiche ci lasciano l’amaro in bocca’

23 marzo 2022
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La sconfitta di ieri sera contro il Losanna ha decretato la fine stagione dell’Ambrì. Stagione in cui l’obiettivo sportivo dei pre-playoff è stato centrato (non senza qualche difficoltà), ma in cui soprattutto non sono mancate le emozioni, fin dall’inizio con l’inaugurazione, l’11 settembre scorso, della Gottardo Arena. Non meno emozionante è stato il finale di stagione e le ultime sfide ai vodesi, come riconosce il presidente biancoblù Filippo Lombardi: «La serie con il Losanna è la conclusione di una stagione sofferta che ci ha proposto un inizio molto bello, una fase centrale più dura e un finale grandioso, di cui i pre-playoff sono stati il coronamento. L’ho vissuta con molta sofferenza e partecipazione, sperando di potercela fare ancora e c’è mancato poco. Ma sapevo che eravamo bersagliati da squalifiche e infortuni e che quindi era una sfida quasi impossibile. Altre sfide impossibili le abbiamo superate, questa quasi».

Appunto, proprio sul più bello si è dovuto fare i conti con assenze per infortuni e squalifiche, alcune delle quali hanno lasciato qualche dubbio: «Non si possono fare i processi sulle percezioni, in ogni caso abbiamo avuto l’impressione di una maggiore severità nei nostri confronti e una minore severità nei confronti degli altri. Abbiamo più volte mostrato dei video di situazioni simili in cui un nostro giocatore era stato penalizzato e un avversario no, per cui ci rimane dell’amaro in bocca. Non essendo però qualcosa di dimostrabile, non possiamo fare granché».

Un’altra "mission impossible" pareva esserlo la qualificazione ai pre-playoff, messa in dubbio da una fase centrale deficitaria: «Già a inizio inverno eravamo stati confrontati con gli infortuni di Fora e Conz, quindi con il Covid e i conseguenti rinvii di partite e anche l’annullamento della Spengler ha svuotato la squadra di un po’ di carica, per cui sì, c’è stata l’influenza di fattori esterni, che però hanno colpito anche le altre squadre. Penso che questi fattori abbiano influito più sull’immaginario dei nostri tifosi, che magari dopo la bellissima inaugurazione e l’ottima partenza avevano delle alte aspettative. Ma come dice sempre Cereda "ricordiamoci chi siamo e da dove veniamo" e non montiamoci la testa, che è pure una reazione umana e naturale. Con dirigenza e staff ci siamo però sempre concentrati a prendere partita dopo partita e, sebbene non sia stato facile spiegarlo nei momenti più difficili, alla lunga si è rivelato pagante grazie al finale di stagione esaltante».

Trasloco riuscito, in attesa del nome

Per quanto riguarda gli aspetti positivi della stagione al primo posto va ovviamente messo l’avvenuto trasloco nel nuovo stadio multifunzionale, che non è tuttavia stato scevro d’insidie: «Tutta la società ha pagato un prezzo, poiché molte attenzioni sono state rivolte alla questione della nuova arena e del trasloco, come già ne avevano risentito altri club quali per esempio il Langnau, che appena dopo aver ristrutturato il suo stadio era stato retrocesso, o il Bienne, che nella prima stagione nella Tissot Arena si era salvato per poco. Quando tutte le attenzioni sono rivolte ad altro il settore sportivo può pagare dazio».

Al nuovo stadio manca però ancora uno sponsor da cui prendere il nome: «Non abbiamo potuto fare tanto, non solo per il poco tempo: la pandemia ha fermato per degli anni le aziende e annullato i contatti, e certi aspetti non si possono certo spiegare per lettera, facendo rinviare decisioni impegnative. Inoltre noi all’interno credevamo di arrivare a poter inaugurare la pista l’11 settembre, ma all’esterno non ci credeva quasi nessuno, per cui era difficile motivare i potenziali sponsor. E adesso dopo una stagione vissuta a duecento all’ora, ci ritroviamo nuovamente in una situazione d’incertezza economica, dovuta alla guerra in Ucraina».

Buone notizie arrivano anche da un settore giovanile in crescita: «Lo so che il 99% dei tifosi guarda solo ai risultati della prima squadra, è umano. Ma per una società che deve durare nel tempo, ciò che stiamo facendo è veramente importante e infatti stanno arrivando i migliori risultati da diverso tempo. La promozione degli U17 era fondamentale per tornare ad avere tutta la filiera Elit dopo tanti anni, mentre gli U20 dopo diversi anni a serio rischio relegazione, sono stati capaci di qualificarsi per i playoff, che è una bella soddisfazione. E anche la promozione delle Girls dalla B alla A, sebbene non abbia un influsso sulla prima squadra, ha un significato per la famiglia che sta crescendo».

E se per i giocatori (fatta eccezione per chi sarà impegnato in nazionale) è ora di pensare alle vacanze, per la dirigenza la situazione è ben diversa: «Affrontiamo l’estate rimboccandoci le maniche, abbiamo già oggi pomeriggio un primo debriefing con il consiglio d’amministrazione, abbiamo molto lavoro da fare sia sugli aspetti finanziari, che sono da sempre la preoccupazione numero uno ad Ambrì, sia su come far durare nel tempo l’effetto Gottardo Arena, che a inizio stagione ha superato le nostre aspettative».

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