laR+ Formula 1

In Cina Piastri trionfa davanti a Norris

Terzo successo in carriera per l'australiano della McLaren, partito dalla pole position; male le Sauber e squalificate le Ferrari

23 marzo 2025
|

Cina tinta di arancione con una leggera spruzzata di rosso: il weekend di Shanghai ha sancito il tanto temuto - dagli avversari e dagli appassionati - dominio McLaren, che però non è stato assoluto grazie alla vittoria nella Sprint Race di Lewis Hamilton, confermatosi autentico fenomeno su un tracciato che in passato lo ha visto trionfare sei volte.

Ma la gara vera è stata un altro discorso, con le orange papaya irraggiungibili per le rivali, pur se i distacchi della coppia di testa Oscar Piastri-Lando Norris non sono mai stati siderali, con il sospetto però che per buona parte della corsa i piloti del team di Woking abbiano fatto gestione gomme, la chiave di volta fondamentale di una pista divora-pneumatici, oltretutto riasfaltata di fresco e quindi ancora più a rischio di fenomeni quali il graining e il blistering. Prima della gara la Pirelli aveva cambiato la pressione delle gomme proprio in funzione delle citate modifiche, con monoposto circa 2 secondi più veloci sul giro con tanta energia scaricata sull’asfalto e quindi maggiori probabilità di usura precoce della gomma. La quale si è verificata soprattutto con le intermedie, mentre le hard hanno tenuto botta, permettendo qualche rimescolamento nella zona bassa della classifica che assegna punti, favorendo chi ha optato per una sosta (la Haas) rispetto a chi ne ha fatte due (la Vcarb, ottima però in qualifica).
Dopo i patemi del GP casalingo di Melbourne, Oscar Piastri ha vissuto un weekend praticamente perfetto. Al sabato un bel sorpasso pulito su Max Verstappen gli aveva garantito il secondo posto nella Sprint Race, mentre alla domenica ha convertito la sua prima pole position in carriera in una vittoria senza la minima sbavatura, riportando un pilota australiano sul gradino più alto del podio dopo Daniel Ricciardo (Monza 2021, sempre su McLaren). Se lo scorso anno a Baku c’erano stati sospetti sul mini-Drs dell’ala posteriore McLaren potenzialmente irregolare, mentre in Ungheria il successo era giunto dopo un ordine di scuderia di scambio posizioni con Lando Norris, a Shanghai il terzo Gp vinto in carriera da Piastri è stato privo della minima ombra. Partenza perfetta, con la strada subito chiusa a un pimpante George Russell, e gara in perfetto equilibrio tra gestione e spinta.
Chi solitamente non è un fulmine al via è il compagno di squadra Norris, reduce oltretutto da un errore nella Sprint che non gli aveva permesso di andare oltre l’ottavo posto finale. Nel Gp di Shangai è accaduto l’opposto, con il britannico bravissimo nello sfruttare la porta chiusa in faccia da Piastri a Russell e salire in seconda posizione, per poi essere protagonista di una gara molto tattica dove non ha mai volutamente impensierito Piastri, come emerso a più riprese dai team radio. Piccolo brivido finale per l’allungamento del pedale del freno, ma i giri al termine erano pochi e l’impianto ha retto, evitando il ritorno di Russell, ancora una volta a podio al terzo posto grazie a una gara estremamente concreta, nuovamente davanti alle due Ferrari (grande sorpasso su Leclerc nella Sprint) ma, questa volta, anche alla Red Bull di Verstappen. Per il team di Milton Keynes l’utilizzo del singolare è d’obbligo, visto l’abisso di mediocrità nel quale continua a navigare Liam Lawson, malignamente ribattezzato Slowson nel paddock. Fuori in Q1, ultimo in griglia, sedicesimo in gara: la Red Bull che quest’anno festeggia i vent’anni di attività nel Circus non aveva un pilota così poco performante nemmeno agli albori, nel 2005, quando aveva appena rilevato la Jaguar e con motore Cosworth il secondo pilota Christian Klein stazionava comunque ai margini della zona punti.
Verstappen, che a Melbourne ha perso la testa del Mondiale dopo 2'019 giorni di dominio ininterrotto, si è fatto beffare alla partenza dalle due Ferrari, tenendo una traiettoria molto larga e facendosi infilare prima da Hamilton e poi da Leclerc, con quest’ultimo che impattava contro il compagno danneggiando l’ala destra. La perdita della bandella ha comportato una diminuzione di carico aerodinamico sulla sua Sf-25, ma non tale da costringere il pilota monegasco a una sosta anticipata, anzi, quasi favorendolo a livello di drag nei rettilinei. Si è trattato comunque di una Ferrari ancora una volta a corrente alternata: venerdì da protagonista, la citata vittoria nella Sprint, calo inesorabile nel corso della gara lunga nonostante un picco prestazionale una volta montate le gomme hard, che avevano portato il team di Maranello a un cambio di posizioni al giro 21 tra Hamilton e Leclerc nel tentativo di permettere al monegasco una più rapida rincorsa a Russell, quindi alla zona podio. Non ha funzionato, con Leclerc superato nel finale da Verstappen al quarto posto e Hamilton, unico dei piloti di testa ad aver effettuato due soste, terminato sesto con la platonica soddisfazione di aver realizzato il giro veloce, che però da quest’anno non porta più punti addizionali.

La squalifica

Tutto inutile, ad ogni modo, per i due ferraristi, che al termine del Gp sono stati squalificati a causa di problemi tecnici. Nel caso del monegasco il peso della vettura risultava inferiore a quanto previsto dal regolamento (799 kg invece di 800), mentre per Hamilton la sanzione è scatta per eccessivo consumo del blocco di slittamento. Squalificato anche Pierre Gasly (11° al traguardo con l'Alpine), pure lui risultato sottopeso.
Gli ultimi posti che hanno assegnato punti hanno visto un’ottima Haas, settima con Esteban Ocon e decima con Oliver Bearman, abile nel capitalizzare la strategia a una sola sosta. Il team americano è così salito dal decimo al settimo posto nei costruttori. Ottava piazza per Andrea Kimi Antonelli, nuovamente miglior rookie, nona per Alexander Albon, che nel giorno del suo compleanno si è regalato anche tre giri in testa al Gp, dal 16° al 18°, quando iniziavano i primi pit stop dei big. L’anglo-tailandese ha nettamente battuto il compagno Carlos Sainz (tredicesimo), la cui avventura in Williams finora stenta molto a decollare.

Nella settimana della scomparsa di Eddie Jordan, male l’Aston Martin – di cui la Jordan fu un’antenata – con Fernando Alonso fuori al giro 4 per un problema ai freni e Lance Stroll dodicesimo. Il peggior team è stato però la Kick Sauber, sempre nelle ultime posizioni in gara nonostante al sabato Nico Hulkenberg era riuscito a portarsi in Q2, mentre Gabriel Bortoleto non è mai riuscito ad accendersi con una monoposto apparsa molto in difficoltà in una pista “vera” (non semi-cittadina come Melbourne) ad alto degrado gomme. Unico motivo di soddisfazione: gli zero punti dell’Alpine, che rimane fanalino di coda.