La McLaren conferma nell'esordio del Mondiale quanto di buono aveva mostrato nei test invernali; deludono le Ferrari
Piranha, squali e tanta acqua all’Albert Park di Melbourne regalano un inizio di stagione ad alto tasso emozionale, con una gara pazza caratterizzata da tre safety car e un caotico tourbillon ai box per il nuovo arrivo della pioggia a tre quarti di corsa. Ha vinto Lando Norris alla guida di quella che per ora è la monoposto piranha, la McLaren, dominante fin dai test prestagionali in Bahrain e che anche in Australia ha dato l’impressione di poter sbranare tutto e tutti, in qualsiasi condizione, dai 32 gradi con caldo asciutto delle qualifiche di sabato ai 15 piovosi, umidi e ventosi del giorno successivo.
Solo due elementi potevano fermare questo team che, nelle prime battute, ha ricordato la Red Bull dominante dell’ultimo ciclo tecnico: lo squalo Max Verstappen, autentico fuoriclasse di per sé, ma ancora di più su pista bagnata, e la pioggia. Ci è parzialmente riuscita la seconda, negando la doppietta al team papaya a causa di un errore di Oscar Piastri al giro 44, uscito largo in curva 12 e finito nell’erba (a differenza di Norris, anch’egli largo nella medesima curva ma abile nel tenere l’auto in pista), per poi ripartire dall’ultima posizione e prendere per i capelli 2 punticini in un finale a tutto gas, superando quattro avversari negli ultimi cinque giri. Verstappen è stato il grande protagonista, assieme a Norris, della gara.
Al via ha avuto uno spunto migliore rispetto a Piastri e nel giro di poche curve gli era già davanti, grazie a un sorpasso all’esterno dove ha potuto contare su un maggiore grip rispetto alla monoposto arancione. Uno spunto che ha mostrato tutta la classe dell’olandese sul bagnato. Un incidente di Jack Doohan ha portato in pista la safety car già al primo giro, caratterizzato anche dal ritiro di Carlos Sainz per incidente, ma quando dal giro 8 si è ripreso a correre in regime normale, Verstappen sembrava più cacciatore che preda nel sandwich tra le due McLaren, prima di finire lungo al giro 17 e scivolare al terzo posto.
Con la pista che andava gradualmente asciugandosi la sua Rb 21 ha cominciato a pagare il conto rispetto alle due Mcl39, che viaggiavano a una media di quasi un 1 secondo a giro più veloci di tutti gli inseguitori. Fino a quando, dopo una nuova safety car al giro 34 per una botta di Fernando Alonso in curva 6, è tornata la pioggia, riportando sotto Verstappen. L’olandese ha prima provato a ritardare l’ingresso ai box facendo un altro giro con le intermedie e prendendosi la leadership della corsa; quindi, ha infiammato gli ultimi giri rosicchiando decimi a Norris, arrivando in zona Drs ma non riuscendo ad affondare la zampata contro una Mcl35 che, sul rettilineo, aveva una velocità sufficiente per poter gestire il ritorno della Red Bull.
Norris ha retto bene al primo vero stress test stagionale, convertendo la pole position nella sua quinta vittoria in carriera. Qualche sbavatura c’è stata, e il citato lungo al giro 44 avrebbe potuto costargli molto caro. Ma a livello mentale la sua tenuta è stata ottima, resistendo a una triplice pressione nel corso della gara: quella esercitata da Verstappen nei primi giri e nel finale; quella del compagno Oscar Piastri, che nella fase centrale girava su tempi migliori e spronava il box via radio ad autorizzare un sorpasso (anche in questo caso le papaya rules hanno vacillato, vista la risposta prima negativa e poi affermativa); e quella del pit in condizioni di pioggia, scelto in anticipo con grande freddezza, perdendo temporaneamente la vetta a favore di Max ma neutralizzando il tentativo di overcut dell’olandese.
Se McLaren e Red Bull sono state impeccabili a livello di strategia, lo stesso non può dirsi della Ferrari, la grande sconfitta di un weekend iniziato sotto i migliori auspici, ma poi complicatosi a partire dalle Q3. Degrado eccessivo delle gomme in qualifica, auto incostante in gara, la scelta errata di rimanere in pista per un giro in più con la pioggia che già cadeva fitta ha fatto perdere a entrambe le Rosse molte posizioni nel corso del pit stop per montare le intermedie. Leclerc ha chiuso 8°, recuperando su Pierre Gasly, mentre Lewis Hamilton si è dovuto accontentare del 10° posto, superato da Piastri nel giro conclusivo. Nell’era moderna, si è trattato del peggior debutto in Ferrari di un campione del mondo (con un altro team) dai tempi di Alain Prost, ritirato nel 1990 negli Usa. Nel ’96 infatti Michael Schumacher arrivò 4° in Australia, nel 2010 Alonso vinse in Bahrain, nel 2015 Sebastian Vettel finì 5° in Australia.
È stata una gara complicata per i rookie, con Isack Hadjar uscito di pista già nel giro di formazione (peggior debutto di sempre dopo Nikita Mazepin, uscito nel 2021 in gara dopo due curve), il già citato Doohan fuori al primo giro, e Gabriel Bortoleto (Sauber) finito contro le barriere al giro 47, lo stesso che ha visto andare a sbattere anche Liam Lawson, autore di una gara tutta in sofferenza con la Red Bull. Pollice in alto invece per Andrea Kimi Antonelli, scattato dalla 16esima posizione e terminato 4°, dopo un’esaltante serie di sorpassi e il cruccio di aver lasciato in un primo momento la quarta piazza ad Alexander Albon, dopo averlo superato in pista, a causa di una penalizzazione di 5 secondi comminatagli per unsafe release, penalità che poi gli è stata revocata, consentendogli di riappropriarsi del suo quarto posto. Ha completato il weekend positivo per la Mercedes George Russell, salito sul terzo gradino del podio al termine di una gara diligente, nella quale la sua W16 ha dimostrato di non avere il passo gara né delle McLaren né di Verstappen, ma di riuscire a tenere dietro senza particolari patemi la Ferrari.
Sorrisi anche per Lance Stroll, che dalla roulette della pioggia è uscito 6°, e per Nico Hulkenberg, 7° con una Kick Sauber arrivata in Australia circondata da pesanti nubi nere e che invece ha dimostrato di avere qualche freccia al proprio arco. La C45 non sembra insomma destinata a ripetere il calvario della scorsa stagione, quando raccolse solo 4 punti. In un solo Gp Hulkenberg, che proprio all’Albert Park ha festeggiato i 15 anni di carriera in Formula Uno, ne ha fatti 2 in più.