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Max Verstappen per la prima volta da anni non sarà il favorito

La stagione iridata riprende nel weekend in Australia e c’è curiosità per i nuovi regolamenti e per la schiera di piloti esordienti che vedremo all’opera

In sintesi:
  • Grazie all'aiuto dei numeri, ecco una panoramica di presentazione sulla stagione di Formula 1 che sta per scattare, il prossimo weekend, in Australia
  • Pur restando senza dubbio il miglior pilota in circolazione, il quattro volte iridato Max Verstappen non parte più coi favori del pronostico: non per colpa sua, ma della Red Bull, che non è più la macchina più performante
  • Occhi puntati sui piloti esordienti, come ad esempio il diciottenne italiano Kimi Antonelli, che alla Mercedes è andato a sostituire nientemeno che Lewis Hamilton, passato alla Ferrari
13 marzo 2025
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Numeri, dati e statistiche rappresentano una componente fondamentale nella Formula Uno odierna. Abbiamo quindi deciso di utilizzare loro, in ordine crescente, per illustrare i vari temi alla partenza di un Mondiale che si preannuncia competitivo, intenso e vibrante fin dalle prime battute.

0: i punti assegnati da quest’anno al giro veloce, che rimarrà solo come mera misurazione cronometrica. Una misura adottata dalla Fia dopo le polemiche della passata stagione, quando piloti nelle ultime posizioni montavano le soft nei giri finali per strappare il miglior tempo a chi invece, impegnato nella lotta per il podio o per un piazzamento a punti, non poteva permettersi una sosta ulteriore. Un punticino diventato ormai anacronistico in una Formula Uno sempre più sensibile all’usura degli pneumatici.

4: i piloti che hanno vinto il campionato di Formula 2 nella loro stagione d’esordio: Charles Leclerc nel 2017, George Russell nel 2018, Oscar Piastri nel 2021 e Gabriel Bortoleto nel 2024. Sono nomi importanti quelli tra i quali si è infilato il nuovo pilota brasiliano della Kick Sauber Bortoleto, due anni fa anche campione in Formula 3.

Un emergente di assoluto livello che, assieme all’esperienza di Nico Hulkenberg, dovrà far dimenticare l’ultima, pessima annata dell’oramai ex team svizzero. I test invernali non sono stati particolarmente incoraggianti, ma qualcuno (la Haas) sembra essere messo peggio.

5: i titoli Mondiali vinti da Juan Manuel Fangio, prossimo pilota nella classifica dei grandi campioni nel mirino di Max Verstappen, che a differenza dell’argentino però potrebbe vincerli consecutivamente. Per la prima volta dalla stagione 2021 l’olandese non parte come netto favorito, azzoppato da una crisi tecnica (e ambientale) in casa Red Bull che solo le sue straordinarie capacità al volante gli hanno permesso di minimizzare durante lo scorso anno da metà stagione in avanti.

Verstappen ha dimostrato come sia ancora possibile per l’uomo fare la differenza sulla macchina e, anche se le prime uscite della Red Bull hanno segnalato una situazione tutt’altro che fluida, sarebbe un errore imperdonabile metterlo in secondo piano. Max dovrà però stare attento al nuovo corso, puritano e bacchettone, della Fia in tema di linguaggio. Previste multe e addirittura penalizzazioni per chi infrange le regole. In questo Mondiale iper-competivo, avere anche Ben Sulayem come avversario potrebbe rivelarsi un handicap.

8: i gran premi da disputare prima dell’entrata in vigore, in occasione della gara di Barcellona, delle nuove regole tecniche della Fia sulla mobilità delle ali delle monoposto, una delle zone grigie del regolamento che lo scorso anno aveva fatto molto discutere. Se infatti gli interventi regolamentari decisi sull’ala posteriore scatteranno già in Australia senza provocare grandi stravolgimenti nei piani delle squadre, l’inasprimento dei controlli sulle ali anteriori, previsto dal Gp di Catalogna, potrebbe mischiare le carte in tavola e sovvertire qualche valore.

L’impatto è duplice: tecnico, per ciò che riguarda il bilanciamento delle vetture; finanziario e strategico, in relazione al budget cap e all’allocazione delle risorse 2025. La fine dell’attuale ciclo tecnico mette infatti i team di fronte al dilemma su quante risorse investire ulteriormente per gli sviluppi delle ultime macchine a effetto suolo, e quante invece dedicarne alle monoposto agili del nuovo regolamento 2026.

18 anni e 6 mesi: l’età che avrà Andrea Kimi Antonelli il giorno del suo debutto in F1 sul circuito di Melbourne. Sarà il terzo esordiente più giovane di sempre dopo Max Verstappen (17 anni e 5 mesi) e Lance Stroll (18 anni e 4 mesi).

Quello del pilota italiano, che ha sostituito Lewis Hamilton in Mercedes, è stato un autentico salto del canguro, che lo ha visto nel giro di due anni passare dalla Formula 4, dove ha fatto incetta di trofei, alla massima categoria. Nei test pre-stagionali ad Abu Dhabi è stato il migliore tra i rookie, e con lui l’Italia sogna un podio, che manca da 16 anni (Jarno Trulli a Suzuka su Toyota), o addirittura una vittoria, assente da 19 stagioni (Giancarlo Fisichella a Sepang su Renault).

23: gli anni di Fernando Alonso quando l’8 maggio 2005 vinceva il Gran premio di Spagna. Nello stesso giorno a Chelmsford, Inghilterra, nasceva Oliver Bearman, uno dei cinque volti nuovi del Mondiale assieme ad Andrea Kimi Antonelli (Mercedes), Jack Doohan (Alpine), Gabriel Bortoleto (Kick Sauber) e Isack Hadjar (VCARB).

Un’ondata di freschezza e gioventù nel Circus che delinea una situazione opposta rispetto all’inizio della passata stagione, quando per la prima volta nella storia nessun team aveva cambiato pilota. Lo scorso anno Bearman è stato il primo debuttante in Ferrari da Brands Hatch 1972, quando scese in pista Arturo Merzario, e la sua bella prestazione a Jeddah gli è valsa un contratto con la Haas, con la quale ha già disputato due Gp nel 2024.

38: i milioni di dollari che percepisce annualmente Adrian Newey in Aston Martin. Uno stipendio che gli permette di salire sul terzo gradino del podio dei meglio pagati in Formula Uno, dietro a Max Verstappen e Lewis Hamilton, ma davanti agli altri 18 piloti. Si è trattato dell’ultimo, enorme investimento fatto da Lawrence Stroll per portare in alto una Aston Martin che in tempi recenti sembra però essersi fermata. Accanto alla garanzia Fernando Alonso, l’anello debole è rappresentato dal figlio del boss, Lance Stroll, spesso in difficoltà con una monoposto comunque rigida e difficile da guidare.

Dai disegni di Newey sono nate Williams, McLaren e Red Bull che hanno scritto la storia degli ultimi trent’anni della Formula Uno. Ma i pezzi del mosaico in casa Aston Martin non si sono ancora incastrati tutti, con alcuni recenti acquisti (l’ingegnere Enrico Cardile, ex direttore tecnico Ferrari) ancora fermi per gardening. Un work in progress comunque da seguire con molta attenzione, in attesa del futuro, possibile big bang, ovvero l’ingaggio di Max Verstappen.

130%: l’incremento del monte stipendi in casa Ferrari per la sua coppia di piloti, che testimonia l’all-in della casa di Maranello per cercare di vincere quel titolo piloti che manca dal 2007.

L’ingaggio di Lewis Hamilton per 50 milioni di dollari annui (più 20 di bonus) e l’aumento del contratto di Charles Leclerc a 34 milioni (più 2 di bonus) ha portato la Ferrari a sfondare quota 100 milioni (106 per l’esattezza, contro i 46 della stagione 2024), staccando nettamente Red Bull (80), McLaren (57), Aston Martin (33,50) e Mercedes (28). Una coppia d’oro che, in attesa di essere osservata nelle proprie dinamiche anche in pista, ha dimostrato di funzionare benissimo a livello iconico e di immagine, con la Ferrari che ha incrementato di 100 milioni le proprie entrate derivanti dalle sponsorizzazioni.

356: le gare disputate da Lewis Hamilton con motore Mercedes alle spalle. Tra McLaren e Mercedes, il britannico ha raccolto un totale di 4’862,5 punti, vincendo 105 Gp e salendo sul podio in 202 occasioni. A Melbourne quindi, per la prima volta nella sua longeva carriera in F1, Hamilton avrà dietro la schiena un nuovo propulsore. Immutato invece il numero di gara, il 44, che figurava nella targa della Vauxhall Cavalier che fu la prima automobile di suo padre.

395: i giri percorsi dalla Williams nei test pre-stagionali negli Emirati Arabi Uniti, facendo segnare i tempi migliori, sia sul giro secco che sul passo gara, tra le scuderie fuori dalla top 4. L’arrivo di Carlo Sainz, di prestigio per il team ma un po’ un ripiego per il pilota spagnolo, a cui sono mancate altre opzioni allettanti, sembra aver dato ulteriore impulso al team di Grove, cresciuto organizzativamente sotto la gestione di James Vowles, ma non altrettanto efficace in pista (9° nel 2024).

I test invernali invece hanno sorpreso tutti e, se il sogno di tornare a vincere un Gp è probabilmente destinato a rimanere tale, la Williams si presenta ai blocchi di partenza con il concreto obiettivo di primeggiare nella zona media, lasciando agli altri i bassifondi.

1988: l’anno di nascita di Oliver Oakes, secondo team principal più giovane nella storia della F1 dopo Chris Horner. In tandem con Flavio Briatore, personaggio discutibilissimo ma dalle indubbie capacità, Oakes si è dimostrato abile nel gestire un’Alpine a un passo dal baratro, rendendola protagonista di una bella rimonta nella seconda parte della passata stagione.

Il tutto in una delicata fase di transizione che ha visto la casa francese abbandonare i propri motori Renault e diventare, dal 2026, cliente Mercedes. L’Alpine riparte da Pierre Gasly, cresciuto tantissimo insieme alla squadra e, soprattutto, liberato dall’ingombrante presenza del rivale Esteban Ocon. Qualche dubbio invece sul figlio d’arte Jack Doohan (il padre è il 5 volte campione del Motomondiale Mick), sulle cui spalle è appollaiato il terzo pilota Franco Colapinto, ex Williams. Secondo molti addetti ai lavori, in Alpine avverrà il primo switch di piloti dell’anno.

6’115’429: i dollari che ha pagato la McLaren alla Fia quale quota di iscrizione al Mondiale 2025. La più alta tra tutte perché, da regolamento, tale quota viene ripartita proporzionalmente secondo la classifica del campionato costruttori della passata stagione (la Kick Sauber, ultima, ne ha sborsati 707’399). Quella della McLaren è stata una delle più spettacolari rinascite nella storia recente della Formula Uno, grazie a una scalata tecnica senza precedenti, iniziata dall’ultimo posto nelle prime uscite nel 2023, con ripensamento dell’intero progetto, e conclusa con il trionfo ad Abu Dhabi un anno e mezzo dopo.

Rispetto alle rivali, la McLaren ha mostrato di aver sempre avuto sotto controllo la situazione tecnica, portando soluzioni e aggiornamenti che non hanno mai creato problemi di correlazione, né alla guidabilità della vettura. E anche la nuova Mcl39, secondo molti l’auto da battere, mostra soluzioni estreme ma perfettamente integrate nel progetto. Tutto è nelle mani di Lando Norris e Oscar Piastri. Il primo dovrà dimostrare di aver superato le timidezze derivate dall’essere stato catapultato con così poco preavviso nella lotta per il titolo, mentre all’australiano, velocissimo e anche glaciale sotto pressione, verrà chiesta una maggiore continuità di prestazioni elevate.