Dopo l’eliminazione in Conference, il Lugano punta tutto sulla Super League. Domenica a Cornaredo vittoria imprescindibile contro il Winterthur
È trascorsa una notte dall’amara eliminazione agli ottavi di finale di Conference League. È trascorsa una notte che non è però servita a lenire il dolore e l’amarezza dei tifosi – e soprattutto di giocatori e staff – per un’uscita di scena al limite del fantascientifico. Mattia Croci-Torti e i suoi ragazzi si sono svegliati venerdì con la consapevolezza di essere fuori da due delle tre competizioni nelle quali erano in lizza a inizio 2025, Coppa Svizzera e Conference League. Adesso non rimane che il campionato, una Super League nella quale sono scivolati in appena due settimane dal primo al quarto posto, più vicini alla riga che dividerà le migliori sei dalle squadre costrette a lottare contro la retrocessione, che non alla vetta della classifica. E con sulle spalle il pesante fardello di sei sconfitte consecutive (quella di Thun tecnicamente non è una sconfitta, ma lo è diventata sull’arco della doppia sfida e dopo la lotteria dei rigori) che la squadra sembra non riuscire a scrollarsi di dosso. Domenica a Cornaredo arriverà il Winterthur, attuale fanalino di coda con meno della metà dei punti incamerati dai bianconeri (20 a 42). È l’occasione per mostrare gli attributi e rimettere in carreggiata una stagione in grado di regalare ancora molte soddisfazioni. Ma di punti su chi in classifica sta messo meglio, adesso non se ne possono più perdere. Dopo l’appuntamento con i Leoni, ci sarà la pausa dedicata alla Nazionale, quindici giorni nei quali sarà possibile svolgere un lavoro mirato per rimettere tutti al meglio della condizione fisica in vista dello sprint finale.
Gli attributi, a ogni modo, il Lugano li ha mostrati anche giovedì sera a Thun, contro il Celje che, per quanto di caratura inferiore, ha ribadito di non essere una squadra di “dopolavoristi”. Ai bianconeri possono essere imputati mille difetti, ma non certo quello di non possedere cuore e determinazione. Hanno fatto di tutto per accedere ai quarti, uno stadio della competizione mai raggiunto dal Lugano e, non scordiamolo, che avrebbe iniettato nelle casse societarie più di un milione di franchi quale premio di qualificazione. Con la prospettiva di poter affrontare la Fiorentina e, una volta tanto, giocare in Europa in uno stadio gremito.
Purtroppo, in questo momento al Lugano butta sempre male. Al di là della correttezza o meno del rigore assegnato contro Hajdari, i bianconeri hanno concesso quattro reti ai norvegesi, pagando in moneta sonante ogni minimo errore o indecisione. La stabilità difensiva rappresenta al momento attuale il rebus maggiore per Croci-Torti e il suo staff. Nelle 12 partite disputate in questo 2025, le reti incassate sono state ben 21, vale a dire 1,75 a partita e con un solo cleen sheet (contro il Lucerna). E questo, nonostante la crescita esponenziale del rendimento di Lukas Mai, al quale ha però fatto da contraltare il regresso di Papadopoulos e il difficile ritorno in condizione di Valenzuela. Dopo la sconfitta con il Celje, Croci-Torti ha affermato non essere questo il momento giusto per eventuali cambi di filosofia. Tuttavia, è un fatto che l’unica partita disputata su livelli standard – la vittoria con il Lucerna – era stata favorita anche dalla decisione di difendere a tre.
Ma a prescindere dal modulo tattico scelto, le ultime battute d’arresto e in particolare quella di giovedì sera, hanno confermato come la rosa a disposizione del tecnico momo non sia qualitativamente ampia. Quando per un motivo o per l’altro viene a mancare qualche titolare, è difficile che chi lo rimpiazza nell’undici di partenza non lo faccia rimpiangere. E spesso accade anche con chi subentra, come è stato il caso alla Stockhorn Arena per Przybylko e Cimignani, inguardabili al di là del rigore fallito. Deleterio, in particolare, l’avvicendamento tra l’ex attaccante di Chicago e Georgios Koutsias, pure lui proveniente dalla Windy City, e migliore in campo a Thun con due gol, un assist e tanto lavoro sporco. Arrivato in sordina per la giovane età (classe 2004) e per l’impalpabile ricordo lasciato con i Fire (7 reti in 65 partite), si sta imponendo come attaccante con uno spiccato senso del gol, ancora acerbo, ma sul quale vale la pena lavorare.
Domenica contro il Winterthur, tutti avranno l’opportunità di rifarsi. Quella dei Leoni zurighesi è la squadra contro la quale il Lugano ha ottenuto il maggior numero di successi in Super League (8 su 10, vale a dire l’80%): contro nessun altro avversario può vantare percentuali simili. E se il Lugano è reduce da tre sconfitte consecutive (sei se si contano anche le Coppe), lontano dalla Schützenwiese la compagine diretta da Uli Forte ha accumulato 17 trasferte senza vittorie (4 pareggi e 13 sconfitte) e i 4 punti racimolati rappresentano il peggior risultato dai 3 dell’Aarau nella stagione 2009-10. Trovare il gol del vantaggio sarà fondamentale, anche perché il Winterthur è la peggior squadra quando si tratta di recuperare il risultato: dopo essere andata sotto, ha conquistato soltanto 3 punti, contro i 22 del Lugano. Un motivo in più per prendere per il collo il leone fin dal fischio d’avvio.
Al netto di eventuali acciacchi ereditati dalla Conference, domenica Croci-Torti non avrà a disposizione lo squalificato Cimignani e gli infortunati Aliseda, Mahou e Vladi, con Bottani ancora in dubbio.