CALCIO

La crisi del Lugano al vaglio del Sion

Reduci da quattro sconfitte consecutive senza segnare gol, i bianconeri domenica andranno al Tourbillon per mettersi alle spalle il difficile momento

7 marzo 2025
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Se non è zuppa è pan bagnato. E allora, quella che sta attraversando il Lugano, se non è una crisi è per lo meno una preoccupante involuzione di gioco e di risultati. Un periodo nero caratterizzato da quattro sconfitte consecutive, due delle quali (Bienne e Celje) contro avversari di caratura inferiore. Il tutto, aggravato da un’astinenza da gol che perdura ormai da 361 minuti. Una vera eternità. Per il Lugano, questo inizio di 2025 ha rappresentato un’amara sorpresa, anticipata in qualche modo dalla netta battuta d’arresto contro il Losanna nell’ultima partita dello scorso dicembre, sconfitta che i più avevano attribuito, sulla scorta dell’eccellente autunno, a un passo falso e che, invece, appare adesso come un campanello d’allarme. Nel nuovo anno i bianconeri sono scesi in campo a dieci riprese e sono stati sconfitti ben cinque volte, più della metà delle battute d’arresto fatte segnare da luglio a dicembre dello scorso anno (nove in trentadue partite).

I motivi di questo improvviso rallentamento sono figli di numerosi padri, non da ultimo la lunga serie di infortuni che ha colpito giocatori importanti, uno su tutti quell’Aliseda che con Renato Steffen rappresenta la cifra in più di questa squadra, ma che non riesce proprio a star lontano dall’infermeria. I guai fisici che hanno colpito lo stesso Steffen, così come Valenzuela, Grgic e Bislimi, hanno ulteriormente indebolito le certezze dei bianconeri. Anche perché queste ultime settimane complicate hanno ribadito come quella a disposizione di Mattia Croci-Torti sia una panchina lunga in quantità, ma assai meno in qualità, tant’è che per diversi ruoli non esiste un vero turnover, se non quello forzato da squalifiche o infortuni. Mattia Zanotti, ad esempio, in autunno l’uomo in più di questo Lugano, sembra attualmente affaticato e in calo di rendimento.

È tuttavia inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta. A parte la Coppa Svizzera, sciaguratamente gettata alle ortiche in quel di Bienne, il Lugano rimane in corsa per il titolo svizzero e per l’accesso ai quarti di finale di Conference League. A livello nazionale, infatti, nessuno sembra voler approfittare delle difficoltà degli avversari per allungare il passo. Di settimana in settimana si susseguono gli scontri diretti e domenica sera ci si potrebbe ritrovare con una classifica nuovamente rivoltata come un calzino, comandata dal Lucerna, con Basilea, Servette e Lugano appaiate a un punto e Zurigo e Young Boys di rincorsa. Con tante squadre pronte a mangiarsi i punti l’una con l’altra, un passo falso non può essere decisivo, tuttavia il Lugano il suo jolly se lo è giocato domenica scorsa contro lo Zurigo e adesso deve ritrovare a ogni costo un successo al Tourbillon contro un Sion che di punti ne ha 12 in meno dei bianconeri e che nelle ultime otto partite di Super League ha vinto una sola volta. Nella prima sfida stagionale in Vallese, le due squadre si erano lasciate a reti inviolate, risultato coinciso con l’ultima del Sion in casa e l’ultima del Lugano in trasferta senza incassare reti.

Mattia Corci-Torti dovrà per forza rinunciare allo squalificato Hajdari, ma avrà a disposizione Papadopoulos, reo di un fallo da espulsione nel finale della sfida di Celje e che probabilmente verrà affiancato a un Mai in eccellenti condizioni. Per il resto, il tecnico bianconero dovrà valutare la situazione al rientro dalla trasferta di Celje per capire chi sarà in grado di tenere il campo per una sfida che si preannuncia, come sempre al Tourbillon, intensa e combattuta.