Domenica il Lugano di Mattia Croci-Torti sarà impegnato al Wankdorf in una sfida che potrebbe regalargli 11 punti di vantaggio sui campioni svizzeri
L'avventura del Lugano in Europa prende la via della Slovenia. Lo ha decretato poco dopo le 14 l'urna di Nyon che al nome della compagine ticinese ha affiancato quello del Celje. Anche se l'incontro con la stampa aveva quale tema centrale la sfida di domenica a Berna contro lo Young Boys, Mattia Croci-Torti non poteva sottrarsi a un commento sull'avversario degli ottavi di finale di Conference League... «Il Celje l’ho potuto osservare in televisione. È veramente forte sotto l’aspetto tattico e difensivo, concede poco o nulla fuori casa, ha poi delle ottime individualità in fase offensiva. Sarà tosta. È un avversario che dovremo studiare approfonditamente (ride ndr)».
Prima della trasferta in Slovenia, il Lugano ha ancora tre appuntamenti, tra Super League e Coppa Svizzera. A cominciare da quello di domenica al Wankdorf, una sfida di altissimo livello. Lo Young Boys, reduce dalla brutta sconfitta di domenica scorsa a Winterthur, non può più permettersi altri scivoloni. Significa che sarà ancora più pericoloso da affrontare? «Non so se sarà ancora più temibile – risponde Croci Torti –. Loro in casa hanno una maniera di giocare sicuramente molto efficace. Fanno il possibile per metterti pressione, su un campo sintetico sul quale loro trovano sempre le sensazioni giuste. Difficilmente in casa lasciano punti, chiaro che in questo campionato tutte le trasferte sono insidiose e può capitare di perdere a Winterthur, queste sfide possono essere delle trappole. A parte il fatto che se dopo dieci minuti i bernesi fossero stati in vantaggio di tre reti, non ci sarebbe stato nulla da dire. Dopodiché, la squadra zurighese ha preso fiducia e ha messo in difficoltà gli ospiti».
Per contingenze e assenze, il Lugano nelle ultime partite è passato al modulo difensivo a tre giocatori. Decisioni stabili, oppure di partita in partita si prendono decisioni a seconda dell’avversario o dei giocatori disponibili? «Penso che la difesa a tre non sia stata scelta a seguito di eventuali defezioni, quanto per meriti personali. Alla fine occorre mettere in campo i giocatori migliori e chi in allenamento si dimostra più presente, merita la mia fiducia. I giocatori, come tutti gli esseri umani, hanno alti e bassi. In questo momento Lukas Mai è pronto e in forma, per cui merita di giocare. Ho cercato altre soluzioni. Lui è diventato un fattore molto importante per la nostra squadra, anche se forse questo Lugano avrebbe le caratteristiche per giocare in maniera più offensiva, con quattro difensori. La retroguardia a tre in tante circostanze può esserci utile e in questo momento, nel quale avevamo anche bisogno di ritrovare la solidità difensiva, quello che ho ricevuto dai miei ragazzi è stato un bel segnale. Ragion per cui mi vedo “costretto” a riproporla. Senza dimenticare che adottiamo un modulo a tre molto mascherato, per fortuna con la rosa che ho a disposizione posso proporre in campo molte varianti».
Dovesse perdere, la squadra bernese sarebbe fuori dai giochi per la vittoria del titolo? «Fino a due anni fa avrei risposto di sì, adesso con questa nuova formula rispondo senza indugio di no. È vero, ci sono tanti punti di differenza (11 in caso di successo bianconero, ndr), ma con i tanti scontri diretti ancora in programma, nulla sarebbe così scontato. Alla fine, a vincere sarà la squadra che ha più carattere. Per i gialloneri sarà importante entrare nei primi sei, in quel caso finirebbero per dare molto fastidio a tutti. E qualificarsi per il torneo per il titolo non sarà facile, lo dico anche per noi. Non è ancora scontato, siamo fortunati a essere in vetta alla classifica, ma se perdi cinque o sei punti ti trovi subito in affanno».
Mercato chiuso? «Cercavamo un sostituto di Aliseda, fino all’ultimo ci abbiamo provato. Doveva avere le stesse caratteristiche del Nacho, altre caratteristiche non ne avevamo bisogno. Rimaniamo con la convinzione che il gruppo a disposizione sia molto importante».
La partenza di Carlos Da Silva? «Siamo stati avvisati un giorno prima, abbiamo preso atto della decisione. Colgo l’occasione per ringraziare Carlos, alla fine so che se siedo su questa panchina lo devo a lui. Insieme, in questi tre anni, abbiamo ottenuto grandi risultati, anche perché con lui sono sempre andato d’accordo. Nelle mie parole c'è tanta riconoscenza nei suoi confronti. Tutti noi abbiamo preso atto della decisione della società».