laR+ Calcio

Lugano che non brilla: il cuore basta solo a metà

Chiamati a rincorrere trascorsi appena sette minuti, i bianconeri riescono a riacciuffare il Grasshopper in extremis

(Ti-Press/Gianinazzi)
8 febbraio 2025
|

Ferito nell’orgoglio a causa del kappaò rimediato nella trasferta di San Gallo, costato il comando della classifica, il Lugano era chiamato a tornare in carreggiata. Nel ruolo di cacciatore bisogna infatti tenere a poca distanza la preda, ergo scongiurare in qualsiasi modo il pericolo di perdere (sul cammino) punti che sono abbordabili numeri alla mano. Abbordabili, sì, ma celano insidie. Come successo nella serata di sabato, in cui Doumbia e compagni hanno compiuto il classico mezzo passo falso. Fermati sull’1-1 da una delle squadre più in forma del momento. Il Grasshopper, che non conosce sconfitta da tre mesi. Un pareggio riacciuffato solo in extremis grazie a grinta e forza della… disperazione. Il risultato maturato sul campo di Cornaredo non può comunque accontentare la ciurma di Croci-Torti, che ha sciupato due punti e un’altra occasione in ottica titolo. Non è riuscito l’allungo del Basilea, mentre il Lucerna ha effettuato il sorpasso e lo Young Boys è tornato prepotentemente a meno cinque.

Il match si è di nuovo subito messo su binari tattici complicati: trascorsi appena sette giri di orologio (e, soprattutto, su calcio d’angolo a proprio favore), i bianconeri hanno scelleratamente concesso spazio alla veloce ripartenza di Irankunda – che si è fatto beffe della pioggia offrendo un cioccolatino solo da scartare a Maurin. Maurin che si è dunque bevuto Valenzuela, insaccando alle spalle di Saipi. Per la quarta volta in cinque partite in questo 2025 la compagine sulle rive del Ceresio si è ritrovata suo malgrado a rincorrere nel punteggio, schiacciando il Grasshopper nella propria metà campo. Un compito tuttavia difficile, quando si affronta una squadra imbattuta dal 10 novembre in campionato e il cui perno è la tenuta difensiva. Ben organizzati, e pronti a sfruttare qualsiasi contropiede, i biancoblù hanno inoltre beneficiato dell’eccellente prestazione di Hammel. Più volte decisivo. Nella ripresa è stato di nuovo un monologo bianconero, senza però grandi occasioni. L’incedere del cronometro ha iniziato a pesare, la truppa di Croci-Torti non ha comunque mai smesso di credere nella remuntada. Tant’è che il mister si è rivolto alla panchina in cerca di maggiore imprevedibilità. La pressione si è fatta viepiù asfissiante, a mo’ di cappa, eppure l’uggiosa serata d’inizio febbraio pareva stregata. Una maledizione sfatata ormai a cinque minuti dalla conclusione da Papadopoulos, schierato come terminale d’attacco. La mossa della ‘disperazione’ ha fatto saltare ogni schema. Non il banco. Il punto della vittoria di Koutsias è infatti stato annullato causa fuorigioco. È durata solo un respiro l’illusione di aver ribaltato il risultato grazie a forza e carattere. Un punto che mantiene accese le speranze di conquistare il titolo, ma che non può certamente soddisfare appieno.

Non usa giri di parole Croci-Torti. «Questi sono due punti gettati alle ortiche. Non c’è stata partita nel corso di tutti e novanta i minuti, dovevamo capitalizzare le nostre chance. Dispiace perché attualmente siamo di gran lunga più forti del Grasshopper, che non è mai riuscito a ripartire; Saipi non ha effettuato una parata. Questa è tuttavia la filosofia del nuovo allenatore, su cui spera di costruire la salvezza». Un malposizionamento su calcio d’angolo ha scoperto il fianco, incrinando da subito la sfida. «Nei corner a inizio contesa rischiamo qualcosa di più. È umano sbagliare, ma il giocatore che presidiava i sedici metri non doveva essere in quella porzione di campo. Abbiamo letto male la situazione, pagando a carissimo prezzo questo nostro unico errore in fase di copertura». La compagine ospite ha in seguito addensato l’area, chiudendosi a riccio in difesa. Una barricata inespugnabile, o quasi. Il chiaro dominio territoriale si è infatti tramutato nel pareggio solo nelle battute conclusive. È difettata concretezza e quella capacità di creare superiorità numerica. Non la pazienza di recuperare il risultato. «Quando effettui 25 tiri e solo uno centra il bersaglio è normale recriminare. Non essere contenti, ci sono tuttavia elementi positivi: quando bisogna stringere i tempi è facile perdere la concentrazione, concedere occasioni pericolose in contropiede». Nella trasferta infrasettimanale di San Gallo la truppa di Croci-Torti non aveva inoltre trovato la forza di contrattaccare, discorso assai differente sabato. Il 2-1 di Koutsias avrebbe permesso di racimolare punti «preziosi. Ci abbiamo creduto sino alla fine, questione di centimetri. Siamo riusciti a mettere in difficoltà il Grasshopper, creando delle linee di passaggio come sull’occasione di Zanotti, eppure siamo risultati pochi decisi e pericolosi. È necessario essere più determinati e avere maggiore qualità in area». Le assenze di Aliseda e Steffen pesano, dunque i giocatori che puntellano l’attacco devono essere più incisivi. «Nel calcio entrano in gioco più varianti, bisogna cercare di ‘centellinare’ le forze trovando il corretto equilibrio. Qualora il Basilea continuasse a vincere, merita il titolo. Non ho la bacchetta magica, ma finché possiamo crederci non molleremo».

Lugano - Grasshopper (0-1) 1-1
Reti:
7’ Maurin 0-1, 86’ Papadopoulos 1-1
Lugano: Saipi; Valenzuela (84’ El Wafi), Hajdari, Papadopoulos, Zanotti; Grgic (62’ Belhadj), Doumbia (71’ Cimignani), Dos Santos (62’ Bottani), Bislimi (83’ Macek), Mahou; Koutsias.
Grasshopper: Hammel; Persson, Seko, Paskotsi, Schmitz; Maurin (58’ Turhan), Ndenge (58’ Hassane), Abrashi, Meyer; Muci (88’ Schürpf), Irankunda (36’ Veron Lupi, 88’ Decarli).
Arbitro: Fähndrich.
Note: 3’165 spettatori. Ammoniti: 41’ Maurin. Lugano privo di Aliseda, Marques, Przybylko, Steffen (infortunati) e Vladi (malato); Grasshopper senza Choinière, Lasme, Lee e Morandi (infortunati).