Calcio

L’ultima (fastidiosa) curva prima della partitissima

A quattro giorni dall’attesa finale di Coppa contro il San Gallo, un Lugano ampiamente rimaneggiato (in particolare in difesa) rende visita al Servette

10 maggio 2022
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Da una parte il terzo posto in campionato, sinonimo di qualificazione per il secondo turno preliminare della prossima Conference League e tornato a tre punti di distanza dopo il successo nello scontro diretto con lo Young Boys. Dall’altra il primo trofeo per il club da 29 anni. Inutile dire che il secondo obiettivo sulla bilancia delle ambizioni dell’Fc Lugano pesa ben più del primo e che di conseguenza, a prescindere dalle dichiarazioni di rito di Mattia Croci-Torti, la trasferta di domani a Ginevra per affrontare il Servette nel terz’ultimo turno di Super League altro non può rappresentare che una sorta di prova generale in vista della finale contro il San Gallo in programma domenica (alle 14) al Wankdorf di Berna. Una prova utile più che altro per capire chi tra coloro che solitamente giocano meno potrebbe tornare utile domenica, visto che contro il Servette un po’ per scelta ma soprattutto per necessità, saranno in particolare le seconde linee a scendere in campo.

Corsa contro il tempo

«Premetto che non abbiamo vissuto nessuna di queste ultime partite come dei test in vista della finale di Coppa – assicura il tecnico bianconero prima della partenza della squadra alla volta di Ginevra, dove rimarrà ad allenarsi (più precisamente a Nyon) anche nei due giorni successivi, per poi spostarsi direttamente nella capitale –. Abbiamo solo cercato di trovare altre soluzioni, per esempio all’assenza di Maric. E in vista di domani oltre alla sua assenza e a quelle dei soliti Baumann e Guidotti, nonché dello squalificato Custodio, siamo confrontati anche con gli infortuni di Daprelà, Ziegler e Rüegg. Possibile il recupero di quest’ultimo, gli altri due rimarranno invece a Lugano per curarsi e spero vivamente di riaverli domenica per la finale».

Come dire che per la partita dello Stade de Genève la difesa è praticamente da reinventare... «Avremo Hajrizi e dobbiamo vedere chi affiancargli tra Durrer, Yuri, Lavanchy e speriamo Rüegg. La fiducia verso tutti i giocatori della rosa è grande, e non ho timori che anche chi ha giocato meno farà il possibile per mettersi in evidenza, senza dimenticare anche la partita domenica. Dopo il pareggio con il Gc e la vittoria con l’Yb, la voglia, la motivazione e la concentrazione non mancheranno. Personalmente sto bene anche perché, al netto di qualche possibile preoccupazione, sono carico come una molla. Non vedo l’ora di giocare la finale ma anche di affrontare il Servette. Questi successi mi hanno dato tanta forza e consapevolezza di che squadra alleno: sono contento».

Con l’assenza per squalifica di Amir Saipi (il club sta valutando se e quando ricorrere) giocherà Osigwe, mentre in panchina andrà il 17enne Attilio Morosoli... «Lo abbiamo già avuto in altre occasioni quest’anno. Baumann purtroppo è ancora fermo, ma stiamo cercando di forzare il suo recupero. È uno che al Lugano ha dato tanto e stringerà i denti per rendersi utile domenica».

Come ha reagito Saipi dopo il cartellino rosso ricevuto nelle fasi finale della partita con l’Yb? «Direi nella giusta maniera, gli ho spiegato che doveva presentarsi al primo allenamento a testa alta, perché è anche grazie a lui che in semifinale avevamo battuto il Lucerna (nei quarti aveva giocato Osigwe, ndr). Bisogna guardare in avanti, contro i bernesi ha commesso un grave errore di gioventù e deve migliorare, ma bisogna anche sottolineare che prima della sua reazione ci sono state due cariche nei suoi confronti che l’arbitro non ha sanzionato».

Amoura un’arma in più

Non solo problemi, ma anche delle note positive in casa bianconera, con Amoura che sembra essere ritornato quello dell’andata... «Sapevamo fin dall’inizio che con lui il percorso sarebbe stato lungo e difficile. Arriva da un Paese completamente diverso, doveva capire dove si trovava, una nuova cultura, un nuovo campionato, nuovi compagni. Poi l’incidente dopo la Coppa d’Africa e il primo Ramadan seguito lontano da casa sua. Là poteva allenarsi di sera, con la possibilità di bere e mangiare subito, da noi è stato diverso. Ora si è abituato ai nostri schemi, in campo si muove bene, gioca semplice e quindi abbiamo recuperato in extremis una freccia importante da utilizzare».

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