CALCIO

Petkovic e una nuova generazione per nuovi obiettivi

Vlado ha portato a termine il ringiovanimento dei quadri di una Nazionale che giovedì in Ucraina esordirà nella seconda edizione di Nations League

1 settembre 2020
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Vladimir Petkovic, il cui contratto alla testa della Nazionale è stato prorogato fino al 2022, è pronto a lanciare un nuovo ciclo alla guida della selezione svizzera. Le partite di giovedì in Ucraina e domenica contro la Germania, valide per la Nations League, saranno l'occasione per voltare definitivamente pagina e allontanarsi dalla "generazione Hitzfeld". Adesso, Yann Sommer è il più anziano. Ora il 32enne portiere del Borussia Mönchengladbach quando veste la maglia rossocrociata gioca al fianco di ragazzi tutti più giovani di lui.

Il rinnovamento della Nazionale è ufficialmente in atto. Il ritiro di Stephan Lichtsteiner, che dai Mondiali 2018 in poi ha frequentato a intermittenza il clan rossocrociato, ma il cui nome è sempre stato sulla bocca di tutti a ogni convocazione diramata da Petkovic, ha dato forma concreta ai piani dell'attuale allenatore. La squadra è ormai totalmente sua, anche se permangono alcuni giocatori lanciati da Ottmar Hitzfeld. Tuttavia, Rodriguez, Xhaka e gli assenti di settembre Shaqiri e Mehmedi hanno dovuto aspettare l'entrata in funzione di Vlado nel 2014 per diventare punti fermi della Nazionale. «Negli ultimi due anni, dopo i Mondiali in Russia, ho cercato di promuovere un cambio generazionale – ha detto venerdì Vladimir Petkovic –. Abbiamo portato molti nuovi giocatori, rendendo la nostra squadra particolarmente giovane». Tra i selezionati per la trasferta in Ucraina e la sfida di Basila contro la Germania, solo Mario Gavranovic affianca Sommer nel clan dei trentenni. Il resto della squadra, ad eccezione dei nuovi arrivati Simon Sohm (nato nel 2001) e Becir Omeragic (2002), sono solo figli degli anni Novanta.

Un nuovo approccio

Rallentato nell'autunno del 2018 dalla prima edizione della Nations League, il rinnovamento non è stato privo di intoppi. Valon Behrami, Blerim Dzemaili, Johan Djourou e Gelson Fernandes hanno dovuto accettare il fatto di essere giunti alla fine della carriera internazionale e che era giunto il tempo di fare spazio a Denis Zakaria, Breel Embolo, Nico Elvedi e Kevin Mbabu. Un ringiovanimento quindi, ma anche un'evoluzione nell'approccio. Perché grazie a queste scelte, la Svizzera è diventata più flessibile. In grado di passare da una difesa a quattro a una linea a tre nel corso della stessa partita (come in occasione della vittoria contro il Belgio nel novembre 2018), la squadra è capace di destreggiarsi tra opzioni diverse. Di conseguenza, più che una questione di sistema, l'approccio dell'allenatore è diventato più deciso e si è staccato da quell'orizzontalità che a volte lo rendeva sterile e prevedibile. L'eliminazione contro la Svezia negli ottavi di finale in Russia aveva evidenziato questa incapacità di fare male. Le caratteristiche di spinta di Mbabu o Zakaria hanno quindi permesso di rendere più concreta l'ambizione di proporre un gioco più offensivo.

La qualificazione alle Final Four della prima Nations League ha dato legittimità a questo rinnovamento. Ma ha posto anche alcuni quesiti ai quali la Svizzera ha spesso avuto difficoltà a rispondere. Difficoltà venute a galla, ad esempio, in occasione delle qualificazioni per Euro 2020, in un gruppo con Danimarca e Irlanda. La mancanza di esperienza può spiegare i molti punti persi nei finali di partita, ma non le numerose occasioni gettate al vento: la questione del bomber è ancora una questione aperta.

La seconda edizione della Nations League dovrebbe anche permettere a Petkovic di preparare al meglio l'Euro 2021, in programma la prossima estate. «Intendiamo usare questa competizione per sviluppare la squadra, ma senza sperimentare troppo», ha detto. 

Becir Omeragic, personalità e gioventù

Intanto, però, qualche nome nuovo già si affaccia. In particolare, quello di Becir Omeragic, 18.enne di belle speranze che buona parte d'Europa già corteggia. Omeragic sapeva che quello della maglia rossocrociata sarebbe stato il suo porto di approdo. Il ginevrino è giunto nella selezione maggiore con qualche anno di anticipo rispetto ai programmi, visto che non ha mai nemmeno vestito la maglia della U21... «È vero, sono rimasto un po' stupito dalla convocazione di Petkovic, ma è il frutto del lavoro e il risultato di una buona stagione con lo Zurigo. È il coronamento di un sogno d'infanzia e sono molo molto contento». Proprio come Breel Embolo, Granit Xhaka e Nassim Ben Khalifa, Omeragic scopre la Nazionale A alla tenera età di 18 anni.

Tutto sta andando a velocità folle per il giovane ginevrino, il quale in Super League ha disputato appena 24 partite con la maglia dello Zurigo. Un dato che, però, non spaventa il diretto interessato... «A mio parare nel calcio l'età riveste un'importanza secondaria. Ho mostrato in campo ciò di cui sono capace».

Fomatosi al Servette, il difensore mostra una personalità invidiabile per la sua età. Fuori, ma anche dentro al rettangolo verde, dove ama le progressioni palla al piede e testa alta. Un eccesso di autostima? «Credo si tratti soprattutto di apparenza, ma è vero che cerco di rimanere il più possibile sereno, cercando di dare il meglio delle mie capacità».

Omeragic è il primo 2022 a essere selezionato in Nazionale, ma è abituato a recitare il ruolo del cucciolo. A livello giovanile ha sempre militato nella categoria superiore a quella della sua età (anche quando ha preso parte all'Euro U17 del 2018), ma ha costantemente dimostrato di sapere dove sta andando e, soprattutto, dove vuole arrivare...«Ho un buon piano carriera. Ora come ora mi interessa disputare una seconda buona stagione con lo Zurigo, mostrare il mio potenziale ed essere costantemente al top. Sono molto ambizioso, sia nel club, sia in Nazionale».

Tocca ora all'Asf saperne approfittare... «È molto intelligente e ha i piedi ben piantati a terra – afferma Petkovic –. È un ragazzo molto interessante per il futuro del calcio svizzero». Ma occhio, però, perché la Bosnia, paese d'origine del giocatore, è già in agguato... «Sono nato in Svizzera, ho un solo passaporto e ho militato nelle selezioni giovanili elvetiche. Sono fiero di essere svizzero».

 Covid-19, Patrick Foletti positivo

Il Covid-19 ha fatto irruzione nel ritiro della Nazonale. Patrick Foletti, preparatore dei portieri, è risultato positivo al virus. I risultati dei test effettuati su tutti gli altri membri della Nazionale sono negativi. Foletti, asintomatico, lunedì è stato immediatamente isolato al suo arrivo in albergo, dopo la scoperta di un caso sospetto tra le sue frequentazioni. L'Asf precisa che non vi è stato alcun contatto con il resto della delegazione. Dopo un consulto con le autorità sanitarie del canton Basilea, nessuna restrizione è stata imposta ai membri della selezione. ll programma rimane dunque invariato e la Svizzera è partita nel pomeriggio alla volta di Leopoli.

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