Calcio

Balo genio e sregolatezza? Nessun dubbio sulla sregolatezza

Festival delle opportunità gettate al vento per l'ormai 30enne Mario Balotelli, attaccante del Brescia

8 giugno 2020
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Gli sprazzi di grande calcio con cui ha illuso, più che deliziato, sono stati talmente estemporanei da indurci a pensare che siano stati anche un po’ casuali. Numeri che a un calciatore comunque di prima fascia, di tanto in tanto riescono, in carriera. Gli ultimi, tra l'altro, sono ormai datati. Parliamo di Mario Balotelli, al quale il Brescia ha inviato una lettere di licenziamento. Le “rondinelle” gli imputano scarsa professionalità. Più o meno l'accusa che ogni club in cui Supermario ha giocato potrebbe muovergli, ripensando a una carriera costellata da qualche picco illusorio e da tanti bassi che rintuzzano ogni parvenza d scatto in avanti, che trasformano l’illusione in brusco ritorno a una realtà ormai consolidata, quella di un giocatore molto più fortunato di quanto sia forte, che dal calcio ha avuto più di quanto abbia mai deciso di dare.

Predestinato

Eppure, i presupposti per una carriera da predestinato del pallone sembravano esserci tutti. Doppietta alla seconda partita con la maglia dell’Inter, a 17 anni, la fiducia di Roberto Mancini che lo promuove spesso tra i titolari. L'idillio prosegue anche con Mourinho: con 8 reti contribuisce allo scudetto del “triplete” nerazzurro, ma già iniziano le prime sceneggiate. Bersaglio di vergognosi cori razzisti, il suo rendimento cala e il rapporto con l'Inter si chiude in pratica con la maglia gettata a terra nella semifinale di Champions contro il Barcellona, e con i colpi in Piazza delle Repubblica con una pistola scacciacani.

Al City con Mancini

Mancini lo porta con sé al Manchester City, esperienza che parte bene e lo conduce anche in Nazionale dove nel ct Cesare Prandelli trova un grande estimatore, destinato anch’egli a rivedere mal riposta la propria fiducia. Con i Citizens è un’altalena di emozioni: qualche guizzo, qualche espulsione di troppo (tre, per dieci giornate di squalifica), la gita a Scampia "scortato" da personaggi legati alla camorra.

Nell’estate successiva, il titolo di capocannoniere dell'Europeo con l’Italia di Prandelli battuta in finale dalla Spagna gli vale la consacrazione internazionale e la candidatura a Pallone d'Oro 2012. Fuori dal campo, però, il solito disastro. Bersaglia dei ragazzi delle giovanili del City con delle freccette, incendia un bagno con dei petardi, litiga con Mancini, si busca una multa di 400mila euro per motivi disciplinari, denuncia il club dal quale, inevitabilmente, divorzia a inizio 2013.

Ancora Milano, sponda rossonera

Dall’Inter al Milan (i rossoneri spendono 20 milioni), con un nuovo inizio col botto. Gol a raffica (12 in 13 partite), ma anche qualche screzio e le solite squalifiche. Il Milan conquista comunque un buon terzo posto, Supermario segna anche in Nazionale, gode di una ritrovata notorietà per quanto fa in campo, ma al termine del campionato successivo, pur ottenendo il massimo in quanto a reti (18, 14 in serie A), viene scaricato anche da Prandelli al termine della deludente spedizione mondiale degli Azzurri in Brasile (eliminazione dopo tre partite).

L'anonimato ad Anfield

Quando tocca il fondo, Balotelli risale. Stavolta è il Liverpool a scommettere si di lui, puntando una ventina di milioni. Primo italiano a segnare in Champions League con quattro maglie diverse, non riesce a imporsi. Il campo sembra svelare l’equivoc0 di un calciatore dall’ottimo potenziale che fa ben poco per sfruttarlo. I Reds lo girano in prestito al Milan, ma un infortunio ne blocca le velleità di rivalsa, ammesso che ci fossero.

In Francia con la maglia del Nizza

Ed eccoci all’ennesima opportunità, benché il Nizza sia di basso profilo, rispetto alle grandi società dei suoi inizi. Con 15 in 23 partite trascina la squadra di Lucien Favre al terzo posto, nei preliminari di Champions. Alla seconda stagione ne segna 28, 18 dei qual  in campionato, ma il Nizza è solo ottavo. Sono comunque numeri che gli valgono il ritorno in azzurro, con Mancini, anche questo poco fortunato. Finito ai margini del progetto tecnico, a metà della terza stagione lascia il Nizza per il Marsiglia, un amore mai sbocciato chiuso con una squalifica di quattro turni. È l’estate in cui in cui promette 2000 euro a un conoscente per indurlo a buttarsi in mare con lo scooter.

Brescia, casa sua

Ormai quasi trentenne, Balotelli si accasa al Brescia, la sua città. È la terza squadra in pochi mesi, si alterna tra campo e panchina, realizza 5 gol in 19 partite, l'ultimo alla Lazio il 5 gennaio. Il resto è storia recente. Il club gli imputa scarsa professionalità nel periodo di lavoro da casa (non prende parte alle sedute) e assenze immotivate dagli allenamenti di fine maggio. Il tecnico Lopez lo ha scaricato, il presidente Cellino gli ha notificato il licenziamento.

Sotto a chi tocca offrirgli il prossimo contratto, l'ennesima seconda opportunità che non si nega mai a nessuno, men che meno a Supermario Balotelli.

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