Calcio

E se la rivoluzione del calcio partisse dal basso?

La proposta del presidente del Locarno Sergio Debernardi: 'Un campionato da marzo a novembre giocando di più in durante la bella stagione e meno in inverno'.

29 aprile 2020
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Una pazza idea, che poi forse così pazza non è. A lanciarla è Sergio Debernardi, dirigente di lunga data del calcio ticinese e presidente del “nuovo” Fc Locarno, quello rinato dalle ceneri della società fallita nel gennaio 2018 chiudendo un capitolo lungo 112 anni. Un’idea figlia (anche) della delicata situazione attuale, con il Coronavirus che ha messo in ginocchio lo sport mondiale senza evidentemente risparmiare quello svizzero e ticinese, dal professionismo a quello amatoriale, categoria nella quale rientrano anche le Bianche Casacche, che dopo essere ripartite nella scorsa stagione ottenendo l’immediata promozione dalla Quinta alla Quarta Lega, quest’anno stavano dominando il gruppo 2 (9 successi in altrettante partite). Un campionato troncato praticamente a metà (lo stop di inizio marzo è arrivato proprio prima dell’inizio del girone di ritorno) che per il numero uno locarnese dovrebbe venire portato a termine una volta lasciata alle spalle l’emergenza sanitaria, sempre che non si decida - e qui arriva la proposta più incisiva di Debernardi - di rivoluzionare completamente il calendario del calcio amatoriale.

Ma andiamo con ordine. A differenza di molti altri sport che già hanno cancellato la stagione, il mondo del pallone ha preso tempo e prima di pronunciarsi in maniera definitiva attende le indicazioni delle autorità confederate. Nello specifico l’Associazione svizzera di calcio ha fatto sapere che una decisione verrà presa solo dopo aver conosciuto i dettagli riguardanti “l’exit strategy” da adottare nello sport, che il Consiglio federale e in particolare la ministra dello sport Viola Amherd dovrebbero presentare proprio oggi. Difficile ipotizzare comunque una ripresa a breve a livello regionale (diverso il discorso per il massimo campionato, dove in ballo ci sono molti soldi, legati in particolare alla questione dei diritti tv), tanto che la Lega amatori e le tredici Associazioni regionali (fra cui la Federazione ticinese di calcio) hanno chiesto all’Asf di chiudere la stagione annullando i campionati 2019/20.

«In primis noi tutti dirigenti e giocatori dobbiamo capire che è una decisione sicuramente difficile da prendere - afferma Debernardi -. Il fatto che la cancellazione sia stata proposta dalle varie Associazioni e dalla Lega Amatori significa che dopo un’attenta valutazione dei vari scenari, questa sembrerebbe essere l’unica soluzione possibile. Non dimentichiamo che stiamo parlando di calcio amatoriale, davanti a questo dobbiamo mettere prima di tutto la salute e tutelare le persone coinvolte, dai giocatori ai dirigenti e vari responsabili che ruotano in questo calcio. Bisogna fermarsi e magari pensare per un momento a tutti coloro che stanno peggio e a che hanno perso i propri cari, questo è il vero dramma».

Ma allora come mai l’Fc Locarno ha aderito alla petizione lanciata dal club vodese Fc Suchy-Sports (che sta a sua volta dominando il proprio girone di Quarta Lega), nella quale si chiede alla Federazione svizzera di portare a termine i campionati sospesi? «Diciamo che era più che altro un atto dovuto nei confronti di giocatori e staff, che hanno lavorato duramente per preparare e portare avanti la stagione. È giusto che sappiano (come anche i nostri sponsor e i tifosi) che la società dà valore a quanto fatto e che vorrebbe, se dovesse esserci una possibilità, portare a termine il campionato. Sarebbe stato un segnale sbagliato e persino ipocrita affermare il contrario, anche perché è umano che, in base alle posizioni di classifica, ci siano club che prenderebbero come una liberazione l’annullamento della stagione e altri che non farebbero certo salti di gioia. Noi con 27 punti siamo messi bene, ma abbiamo giocato solo nove partite e il vincitore lo si dichiara una volta disputate tutte le gare previste, per cui capiamo anche che non sarebbe regolare assegnare dei verdetti in una situazione del genere. Detto ciò, è evidente che la salute viene prima di tutto e lungi da noi voler mettere in pericolo l’incolumità di qualcuno, a cominciare dai nostri collaboratori».

Per il dirigente del sodalizio verbanese ci sarebbe comunque un modo per non gettare alle ortiche quanto fatto da agosto a marzo… «Considerando che molto probabilmente a livello amatoriale sarà difficile ripartire prima del 2021, perché non riprendere esattamente da dove abbiamo lasciato? Ossia tenendo gruppi e classifiche come sono ora e giocando in sostanza il girone di ritorno che non abbiamo potuto disputare in questa primavera. A meno che…».

A meno che come detto i vertici del calcio di casa nostra decidano di prendere la palla al balzo e «rivoluzionare il sistema. L’unico modo per cominciare a inizio 2021 un nuovo campionato è quello di prevedere una stagione che inizia a marzo-aprile e finisce a ottobre-novembre. In fondo diciamocelo, il calcio in Svizzera così come è strutturato, con quattro mesi di pausa in inverno, è per certi versi ridicolo. In pratica si disputano due campionati diversi. Avrebbe molto più senso giocare anche nella bella stagione e fare una pausa - comunque più breve di adesso - nel periodo più caldo, mentre il lungo stop invernale separerebbe la stagione vecchia da quella nuova».

La certezza nell'incertezza: questo Locarno ha un futuro

La possibile (e probabile) cancellazione della stagione in corso potrebbe far “perdere” al Locarno un anno sulla tabella di marcia della risalita verso categorie più ambiziose, ma per il “près” «l’importante è che l’Fc Locarno sia rinato e che faccia divertire i suoi tifosi e la gente che viene al Lido, a dipendenza poi della categoria. Se bisogna aspettare di più per risalire la china, pazienza, ce ne faremo una ragione».

Un po’ più delicato il discorso sulle possibili ripercussioni economiche della pandemia… «Siamo tutti sulla stessa barca, dal lato finanziario avremo sicuramente problemi come la maggioranza delle società. Per quel che ci riguarda, dopo due anni di duro lavoro siamo riusciti a riconquistare la fiducia di gran parte dei locarnesi. Prova ne è che a livello di sponsorizzazioni da parte di ditte, ristoranti e aziende varie, abbiamo avuto una buona risposta con il versamento di importanti contributi. Ora per un po’ andare a cercare sponsor sarà più difficile, speriamo quindi che l’economia in generale possa riprendersi  e che le aziende che operano nel locarnese riescano ad uscire da questa crisi il più presto possibile».

Nonostante l’incertezza del momento, “Debe” guarda comunque con fiducia al futuro dell’Fcl… «Siamo un club che può contare, sin dall’inizio, sul sostegno della Città di Locarno che ci mette a disposizione la struttura del Lido e che ci è vicina e disponibile in qualsiasi ambito, di questo ne siamo grazi. Poi, l’abbiamo già notato un anno fa, abbiamo la fortuna di avere un gruppo di giocatori e staff della prima squadra (guidato dal tecnico Remy Frigomosca) molto consolidato e affiatato, votati al duro lavoro in allenamento e onorati di portare la maglia delle Bianche Casacche. Senza dimenticare il settore allievi con allenatori e responsabili che hanno un gran desiderio di fare tutto il possibile per far evolvere il movimento. E da quest’anno abbiamo anche un bel gruppo di Seniori 30+. Se a questo aggiungiamo una direzione accurata da parte di un direttivo unito, responsabile e motivato ed evidenziamo le potenzialità del club e della piazza locarnese, ecco che ci sono tutti gli ingredienti per una ricetta che garantisca lunga vita alla famiglia dell’Fc Locarno». Anche ai tempi del Coronavirus.

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