laR+ Tiri liberi

I calendari andrebbero riformati

Le partite spalmate su più giorni favoriscono i ‘biscotti’ ed entrano in conflitto con altri eventi sportivi, togliendo spettatori alla palla a spicchi

Il ‘biscotto romando’, cioè la vittoria del Nyon ricevuta in regalo dal Pully-Losanna, ha definito la griglia di partenza dei playoff. L’Olympic affronterà il Monthey, Ginevra sfiderà Neuchâtel, il Pully-Losanna se la vedrà gli Starwings e il Nyon ospiterà la Spinelli.
Qualche lettore mi ha scritto che la Sam è arrivata quinta non in funzione del cosiddetto biscotto, ma per la sconfitta contro gli Starwings o contro lo stesso Nyon. Un discorso che ci potrebbe stare, se non fosse che la Spinelli – sia contro Nyon sia contro i basilesi – era andata in campo per vincere, e non per perdere: ha poi perso, magari anche stupidamente, però giocando sino all’ultimo secondo. Il 18-29 dell’ultimo quarto fra le Volpi e il Nyon sono una chiara lettura dell’atteggiamento delle due squadre. Si dirà, anche giustamente, che non ci sono prove, ma i sospetti rimangono.

Nell’articolo apparso online domenica, sottolineavo l’insensatezza del calendario definendolo da Repubblica delle Banane, perché nei Paesi mediamente dotati di qualità – e non solo nel basket – l’ultima o le ultime due giornate sono sempre programmate allo stesso orario, proprio per dare almeno una parvenza di equità di trattamento a tutte le squadre in lotta per una posizione. Fosse stata di domenica la sfida fra Olympic e Tigers, nessuno avrebbe detto nulla, ma qui si giocava la poltrona che favorisce nettamente chi arriva quarto.

Una mancanza, da parte della Federazione, che fa a pugni con le logiche sportive. Poi, mi si dirà, nessuno avrebbe impedito al Losanna di far comunque accomodare i cugini in quarta fila, ma perlomeno ci sarebbe stata una forma corretta di calendario. Infine, non sarà una regola assoluta, ma qualcosa vorrà pur dire: il Losanna aveva battuto due volte il Nyon con 16 e 15 punti di scarto, a riprova della differente forza fra le due squadre. E non faccio questo discorso perché vi è coinvolto un club ticinese: anche nelle scorse stagioni avevo evidenziato la mancanza di logica nei calendari, che in Svizzera tutto fanno tranne favorire lo sviluppo del basket.

Il pubblico si perde infatti fra partite spalmate su vari giorni della settimana o del weekend, magari con doppi turni o addirittura 3 gare in 8 giorni, un'assurdità per squadre in gran parte non professioniste. Forse, per aiutare a ricostruire un’immagine sensata del basket bisognerebbe ripartire anche da queste logiche abitudini, che fidelizzano i tifosi e, soprattutto, non vanno a sovrapporre le gare infrasettimanali a quelle di hockey o alle Coppe europee di calcio, che provocano il vuoto sugli spalti del basket.