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Steph Curry, l'uomo che ha cambiato il basket a colpi da tre

Uno dei mostri sacri della Nba, la scorsa settimana ha superato il traguardo delle 4’000 triple. Ha segnato metà dei punti in carriera dalla linea dei 7,25

Per una volta sorvoliamo l’Atlantico e ci spostiamo fin sulle sponde del Pacifico per fare qualche osservazione su uno dei giocatori più influenti nel basket di questo terzo millennio: Steph Curry.

La scorsa settimana, la guardia dei Golden State Warriors di San Francisco ha superato il traguardo delle 4’000 triple, il primo nella storia della Nba. È considerato da tutti il miglior tiratore di sempre ed è quello che ha cambiato in maniera esponenziale il gioco del basket con il tiro da tre punti. Da notare che la Fiba ha stabilito che la linea dei tre punti è a 6,75 dal canestro, mentre nell’Nba è a 7,25 e 50 centimetri non sono certamente pochi. E Curry, con il tiro da tre, ha costruito la sua leggendaria carriera. È da 16 stagioni che gioca in Nba e quindi va considerato uno di quei record che molto difficilmente verrà superato, anche perché non ha nessuna intenzione di ritirarsi, visto che viaggia ancora con un contratto da oltre 55 milioni di dollari all’anno. È con i Warriors dal 2010 e ha vinto quattro volte il titolo, il famoso anello della Nba. Compresa questa stagione, Curry ha una media di 34 minuti a partita, tira col 47% da 2, con il 42% da 3 e il 91% ai tiri liberi, cifre stratosferiche se si pensa che non è un campionato di mammolette. Ma è anche un buon rimbalzista con una media di 5 rimbalzi a gara e viaggia a oltre 6 assist di media, segno evidente che non vuole solo monopolizzare il gioco, ma sa far anche giocare i compagni.

Chi l’ha seguito alle recenti Olimpiadi parigine, ha potuto lucidarsi gli occhi nel vedere il suo show nella finale quando, con quattro triple nell’ultimo quarto, ha dato il “la” alla vittoria statunitense contro la Francia, per altro quest’ultima “sostenuta” in maniera pacchiana dal trio arbitrale.

La forza di Curry è sempre stata la grande velocità di esecuzione, meno di mezzo secondo a leggere le statistiche made in Usa, così riesce a evitare quasi tutti i tentativi di stoppata. Va detto che la tecnica di palleggio, sopraffina, lo aiuta a smarcarsi di quei pochi centimetri che gli permettono di tirare da qualsiasi distanza. Eppure, è un normodotato, nel senso che i suoi 188 centimetri non lo rendono il perticone immarcabile come può essere un Kevin Durant, altro mostro sacro e suo ex compagno ai Warriors per tre stagioni, che è alto 211 centimetri e quindi il suo tiro parte da almeno tre metri.

Se si pensa che con le sole triple Curry ha segnato più di 12'000 punti, bisogna chiedersi quanti sono i giocatori che in una carriera riescono a raggiungere una simile quota, considerando anche i tiri da 2 punti e i tiri liberi.

Il 9 marzo, Steph Curry ha superato i 25'000 punti in carriera, diventando il 26 giocatore della NBA a superare questa cifra.

Noi non siamo di quelli che amano vedere le partite con oltre cinquanta tiri dai 3 punti, come avviene nella Nba, però un giocatore con queste eccezionali capacità vale da solo il costo, spesso esorbitante, dell’ingresso a una gara fra tutti quei giganti. E, diciamolo pure senza vergogna, il nostro basket è decisamente… un altro sport.