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Il Lugano guarda già avanti

Il presidente Cedraschi: ‘Servono investitori, ma dobbiamo crescere anche come struttura’

Quando cominciano a girare le ‘voci’ in un piccolo mondo come quello cestistico, è meglio cercare di capire quanto queste siano strumentali o funzionali, per il club o per tutto ciò che al club sta attorno. Considerate alcune domande ricevute sulla situazione di sodalizio e squadra del Lugano – coach compresi – abbiamo girato gli interrogativi direttamente al presidente Alessandro Cedraschi.

Come si può definire la situazione odierna del club?

«Siamo chiaramente in una fase di ricostruzione della squadra. Lo sanno tutti che, per procedere, la base finanziaria deve essere solida, e stiamo lavorando – non solo da questa stagione – per avere una bella solidità».

A cosa si mira?

«Occorre ricreare un ambiente di fiducia e collaborazione più strutturato: dobbiamo avere persone pronte ad assumersi compiti mirati dentro la società, con una certa professionalizzazione dei ruoli. Sono consapevole che ci vuole tempo, ma dobbiamo andare in questa direzione».

La situazione in classifica – ultimo posto – era da mettere in preventivo?

«No, sono state le circostanze a farci precipitare: i molti infortuni agli stranieri nella prima parte di stagione ci hanno tolto quei punti che ora sarebbero utili per un sesto posto».

Il coach è confermato?

«Sono molto contento del lavoro svolto dal nostro staff tecnico, la squadra ha mostrato un bel gioco ed è capace di giocarsela con quasi tutte le avversarie. Negli ultimi due anni è stato fatto un ottimo lavoro, seppur con certi limiti negli investimenti. Il nostro allenatore dunque continuerà, anche perché ha ancora un anno di contratto».

La gestione tecnica è da potenziare?

«Non per forza, però è chiaro che a livello di prima squadra serve una certa evoluzione, e una crescita nei rapporti con tutti i protagonisti. I progressi avuti in stagione sono un bel segnale per il futuro, ma dobbiamo potenziare tutto quanto: occorre che i ragazzi abbiano accanto gente d’esperienza per poter progredire, e quindi certi investimenti si dovranno fare».

Avere anche una squadra in Serie B aiuta a crescere?

«Da una parte la Serie B è un bel traguardo per un giovane cresciuto nel nostro vivaio che vuole poi approdare in Serie A, però i giovani pronti per la Serie A al momento sono pochi. Ci affidiamo alla U18 e anche alla U16 per farli crescere in un contesto competitivo di un certo livello. Le sinergie fra le due squadre, ovvio, possono essere migliorate, però ci vuole anche disponibilità da parte dei giovani a sacrificarsi tutti i giorni in palestra, e questo non è scontato. Molti sono impegnati con la scuola, altri con l’apprendistato, e far collimare i due obiettivi richiede una buona mentalità».

La questione finanziaria resta un tassello fondamentale...

«Certo, non si può pensare di fare una stagione di buon livello senza un buon budget. Stiamo lavorando molto in questo senso perché vogliamo tornare a essere più competitivi. Non è un lavoro facile, ma – se il progetto è valido – si possono trovare persone pronte a investire nel basket. Siamo un club che ha portato non pochi titoli a Lugano, e quindi che crea da sempre interesse e aspettative a livello nazionale».

I tifosi possono stare tranquilli?

«Direi di sì, ma devono essere ancora più presenti alle nostre partite, come pure le famiglie del nostro settore giovanile. Dobbiamo ricreare entusiasmo attorno alla prima squadra per un futuro solido e migliore, che abbia ricadute su tutto il nostro movimento. Siamo alla ricerca di persone che vogliano aiutarci a far crescere il club, quindi siamo aperti a tutti, perché il lavoro non manca e il nuovo palazzetto si avvicina».