Il neoresponsabile delle nazionali italiane di gigante e slalom non ha dubbi: ‘Le basi su cui lavorare e costruire un gruppo competitivo ci sono’
Per una porta che si chiude, eccone un’altra (un vero e proprio portone) che si apre. Archiviato il peraltro avvincente capitolo che l’ha visto nel ruolo di allenatore personale della slovacca Petra Vlhova – contratto sciolto di comune accordo a fine marzo – Mauro Pini ha già trovato un nuovo stimolante incarico: quello di responsabile tecnico delle nazionali maschili italiane di gigante e slalom speciale. Le sue ‘vacanze’ sono dunque finite ancor prima di cominciare... «Diciamo che non c’è nemmeno stato il tempo di riporre tutta l’attrezzatura invernale nell’armadio, visto che come è andata agli archivi la stagione 2024/25 mi sono messo al lavoro per preparare quella entrante per conto del mio nuovo datore di lavoro: benché la stagione di Coppa del mondo vada da ottobre a marzo, tra preparazione e quant’altro si è in ballo praticamente tutto l’anno», precisa subito l’airolese classe 1965. Anche perché la prossima sarà una stagione decisamente particolare, visto che a caratterizzarla saranno le Olimpiadi. Che per Mauro Pini, nei panni di preparatore della squadra Azzurra, avranno un sapore ancora più speciale, andando in scena a Milano-Cortina. «Sarà sicuramente una sfida nella sfida per il gruppo, e di riflesso per il sottoscritto. Ma sarà anche qualcosa di oltremodo stimolante». Che comporterà però anche un certo carico di pressione, benché questo aspetto non preoccupi più di tanto Mauro Pini: «La pressione, bene o male fa parte del gioco: è normale che ce ne sia. E in fondo è anche questa che ti dà lo stimolo giusto per lavorare cercando di fare ogni volta un passo in più».
Prima di Petra Vlhova, portata fra l’altro alla conquista della medaglia d’oro fra i paletti stretti ai Giochi di Pechino nel 2022, Mauro Pini aveva lavorato al fianco di alcune altre big del Circo Bianco: Lara Gut-Behrami, Tina Maze e Maria José Rienda Contreras. Adesso, però, si torna... nel gruppo. Anzi, a lavorare per il gruppo: pur avendo diverse offerte sul tavolo, anche interessanti, quando fra le altre proposte è arrivata anche quella della Federsci italiana, della durata iniziale di due stagioni, Mauro Pini non ci ha rimuginato più di tanto: «In poco tempo mi sono trovato un bel ventaglio di proposte fra cui scegliere, fra cui diverse assai intriganti. Ho tuttavia subito sentito che quella avanzatami dalla Federazione italiana era quella che stuzzicava maggiormente il mio interesse: si trattava di una bella opportunità per tornare a lavorare con un gruppo, dopo aver trascorso le ultime stagioni al seguito di singoli atleti. Partendo da queste premesse, poi, l’accordo è stato ben presto trovato». Con che premesse inizia questo nuovo incarico e con quali aspettative? «A livello organizzativo, lavorare con un solo atleta o con un gruppo, non cambia più di tanto, ma sulla neve occorrerà tenere in considerazione diversi altri aspetti, cercando di dare il giusto spazio e pari opportunità a tutti. In generale, ci sono ottime basi su cui lavorare e costruire una stagione interessante: tecnicamente per le mani avrò un buon gruppo, con un potenziale interessante. La squadra italiana vanta una grande tradizione nelle discipline tecniche. È tuttavia vero che è reduce da un paio di stagioni un po’ tribolate, specie quella appena andata agli archivi, contraddistinta anche da diversi infortuni: tutti aspetti che hanno condizionato le prestazioni, con pochi risultati di rilievo. In più, a complicare le cose, cammin facendo la squadra si è ritrovata orfana del suo responsabile tecnico». Simone Del Dio, il predecessore dell’airolese, aveva infatti rassegnato il suo mandato a metà gennaio, qualche giorno prima dello slalom di Wengen... «Ma, appunto, i presupposti e il potenziale per costruire un gruppo competitivo, che sappia togliersi delle belle soddisfazioni a corto e medio termine ci sono tutti: il fatto che il prossimo febbraio ci saranno le Olimpiadi di Milano-Cortina, poi, motiverà ancora di più i ragazzi». Di stimoli a Mauro Pini non dovrebbero mancarne nemmeno nella stagione seguente, visto che, dopo il prossimo inverno caratterizzato dai Giochi olimpici in casa, per la sua squadra ci sarà un’annata 2026/27 nel segno dei Mondiali che andranno in scena sulle ‘sue’ nevi di Crans-Montana...
Detto di cosa si ritrova per le mani nei suoi nuovi panni, parliamo invece di cosa porterà Mauro Pini alla squadra tecnica degli Azzurri... «Beh, nel mio zaino mi porto sicuramente una buona scorta di esperienza, maturata pure ai massimi livelli, considerato che alle spalle ho qualcosa come cinque Olimpiadi, costellate anche da diverse medaglie. Certo non sono una garanzia di riuscita, ma rappresentano pur sempre un buon biglietto da visita con cui presentarsi a un nuovo datore di lavoro e ai ragazzi che mi troverò ad allenare».