Il norvegese, dopo aver eguagliato sabato a Lenzerheide il record di medaglie mondiali di Björndalen (21), domenica se n'è messa al collo una 22esima
24 ore dopo aver eguagliato il primato del suo connazionale Ole Einar Björndalen – 21 medaglie d’oro iridate – il norvegese Johannes Thingnes Boe se n’è messa al collo un’altra. A Lenzerheide infatti il vichingo si è imposto nell’inseguimento (12,5 km). L’argento è finito – come sabato nello sprint (10 km) – nella bacheca di Campbell Wright (Usa), mentre il bronzo l’ha firmato il francese Eric Perrot. Deludenti i rossocrociati: 18° Niklas Hartweg (sabato 19°), mentre Sebastian Stalder (13° nello sprint) ha chiuso al 27° posto.
Svizzera di nuovo vicina alla sua prima medaglia iridata, ma purtroppo ancora privata del podio: Lena Häcki-Gross, infatti, dopo aver comandato per metà gara, ha concluso al 5° posto la gara a inseguimento femminile, con 1’28’’3 di ritardo dalla vincitrice, la tedesca Franziska Preuss, che ha preceduto la svedese Elvira Oeberg e la francese Justine Braisaz-Bouchet.
Quarta nello sprint di giovedì a un secondo e mezzo dal podio, la 29enne obvaldese ha mancato i suoi primi tre bersagli alla sessione di tiro conclusiva. Peccato, perché a inizio gara era invece stata impeccabile con la carabina, centrando i primi due tiri. In seguito, però, aveva fallito il terzo tentativo, perdendo secondi preziosi. «Tremavo come una foglia», ha ammesso delusa Häcki-Gross. «Ho fatto di tutto per smettere di tremare, ma nulla è servito. È stata una situazione terribile, non avevo mai vissuto una cosa simile. Per due volte ho sfiorato il podio, prima di questi Mondiali avrei firmato per un 4° e un 5° posto ma – vedendo come sono arrivati – adesso qualche rimpianto ce l’ho, eccome».