Bocce

Chi sbaglia paga, anche nelle bocce

Nella finale del Campionato svizzero a terne il trio della Sfera (Biaggi, Ferretti, Longoni) si aggiudica il titolo confezionando la rimonta sull'Italgrenchen

5 ottobre 2020
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Nello sport esistono regole non scritte ma che sovente condizionano l’andamento di una partita. Nel calcio per esempio un gol mancato è spesso seguito da un gol subito. Nelle bocce invece quando si perde l’occasione di chiudere la partita a proprio favore, nelle giocate successive gli avversari trovano quasi per magia i colpi vincenti e si aggiudicano il match. È quello che è capitato domenica a Lugano nella finale del Campionato svizzero a terne, svoltosi senza problemi sotto la direzione di Emilio Tunesi. I fin lì baldanzosi portacolori della Italgrenchen Fonseca, Corbo e Sandro Scura erano in vantaggio per 10-7 e con il punto in terra, avevano quindi nelle mani la possibilità di far loro il titolo. Invece con l’ultima boccia hanno venduto il punto permettendo così al trio della Sfera formato da Romano Biaggi, Roberto Ferretti e Moreno Longoni di portarsi sull’otto in tabella e rientrare in gioco. Poi, nella mano successiva, quel “volpone” di un Ferretti, già campione nazionale della specialità nel 1993 insieme ad Aldo Giannuzzi e Giuseppe Destefani, ha cavato dal suo repertorio una raffa perfetta a fondo campo che ha fruttato al trio luganese i quattro punti che li hanno proiettati al decisivo 12.

Combattute anche le due precedenti semifinali che hanno visto i neo campioni svizzeri superare per un soffio (12-11) Tano Solcà, Claudio Mobelli e Doriano Ferrari dell’Ideal, e i solettesi Fonseca, Scura e Corbo avere la meglio per 12-8 sui chiassesi della San Gottardo Eric Klein, Thierry Roldan e Maurizio Dalle Fratte. Queste invece le formazioni che hanno condiviso il quinto posto: Massimo Facchinetti-Marcello Demicheli-Marco Ferrari (San Gottardo), Alex Eichenberger-Loris e Aramis Gianinazzi (Ideal), Rocco Caggiano, Ilvo e Marco Albertini (Libertas). Nessun problema ha turbato la direzione di gara curata da Emilio Tunesi.

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