Basket

Kobe Bryant, il cordoglio fa il giro del mondo

Giornali e portali online dedicano ampio spazio alla figura all'icona del basket e ai ricordi di chi l'ha conosciuto. Una piazza per lui a Reggio Emilia

L'eternità del mito (Keystone)
27 gennaio 2020
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Costernazione e cordoglio fanno il giro del mondo. All'indomani della notizia della tragica morte di Kobe Bryant, siti online e stampa specializzata dedicano ampio spazio alla star del cestismo planetario. Il mondo del basket, e non solo quello, piange la scomparsa di uno dei personaggi più carismatici.

«'Da voi ho imparato a essere un giocatore di basket', diceva sempre il Mamba, che nel nostro Paese è stato dai 6 ai 13 anni al seguito del padre che ha giocato a Rieti, Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia». È così che Giuseppe Nigro ricorda l'ex stella dei Lakers sull'edizione online della Gazzetta dello Sport.

Lo spagnolo Mundo deportivo, che gli dedica la copertina (col titolo 'Eterno Kobe'), riferisce della campagna promossa da giocatori e tifosi per fare della leggenda dei Lakers la nuova immagine (e il logo) dell'Nba.

A Marca, per il suo titolo di copertina, prende invece a prestito il titolo di una pellicola del regista Pedro Almodovar: 'Dolor y Gloria'. E nel sito online del quotidiano, fra le varie testimonianze e ricordi, si può pure trovare la registrazione audio dell'ultima conversazione di volo dell'elicottero prima del tragico incidente.

'Etolie Kobe' è il titolo d'apertura dell'Equipe, che rileva: 'La morte di Kobe ha gelato la Nba e il mondo dello sport in generale. Il quotidiano ripercorre poi i punti salienti della sua carriera.

Il portoghese A Bola dedica dal canto suo una finestra a come le squadre impegnate nella notte nel campionato Nba abbiano ricordato la sia figura: 'Le otto partite giocate stamattina sono state tutte segnate dagli omaggi a Kobe Bryant, una delle più grandi leggende del basket, morto in un incidente in elicottero. Quasi tutte le squadre all'inizio delle rispettive partite hanno violato volontariamente la regola dei 24 secondi (tempo massimo per tirare a canestro), mantenendo, mentre la folla applaudeva in piedi, il possesso della palla fino all'interruzione del gioco'.

'Kobe Bryant dava del tu al dolore che per lui era persona (quanti brutti infortuni e quante splendide ripartenze) – scrive Ivan Zazzaroni nel suo commento sul Corriere dello Sport –. Kobe era una leggenda dello sport, lo spettacolo assoluto, una piacevolissima condanna: ogni volta che i Lakers giocavano i playoff , avevo – come tanti – un appuntamento irrinunciabile col televisore e facevo l’alba solo per lui, per Mamba. Kobe era figlio di Joe Bryant, era cresciuto in Italia, nella mia Emilia, noi appassionati di basket lo sentivamo un po’ nostro. È morto cadendo dal cielo, come solo le stelle, dentro un giocattolo difettoso. Il dolore adesso dà del tu a chi Kobe lo ha amato. Il calcio, il campionato arriva dopo'.

E a Reggio Emilia il Comune ha nel frattempo deciso di dedicargli una piazza. "Era uno di noi: qui, e nei campetti della città, improvvisava sfide con atleti più grandi di lui, con i compagni di scuola – dice il sindaco Luca Vecchi –. Il suo sorriso, il suo amore per il basket ci sono entrati dentro e un po' di Reggio Emilia era entrata per sempre in lui, come ci aveva raccontato qualche anno fa tornando nella nostra città, che lui chiamava 'casa'. Riposa in pace Kobe, Reggio Emilia non ti dimenticherà".

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