L'APPROFONDIMENTO

Una battuta vincente

Una settimana per modificare alcuni preconcetti. Per otto giorni gli Emirati Arabi Uniti faranno da scenario ai World Summer Games

14 marzo 2019
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Perseveranza, indipendenza e fiducia in sé stessi. Sono gli elementi essenziali che contraddistinguono la folta delegazione rossocrociata, che parteciperà ai World Summer Games ad Abu Dhabi da oggi al 21 marzo.

Queste qualità non mancano a Sandra Caranzano (Bellinzona) e Fernando Giacomazzi (Moghegno), che rappresenteranno la Svizzera italiana nel singolare e nel doppio di tennis. Sandra e Fernando si trovano ogni settimana al Centro sportivo Orion di Sementina. Il loro obiettivo è perfezionare la tecnica, in modo da giungere il più preparati possibile all’evento clou dell’anno. «Vorrei ritornare da Abu Dhabi con una medaglia. Non di un colore qualsiasi, bensì quella del metallo più prezioso», afferma il diciannovenne Giacomazzi. Per la bellinzonese Caranzano, invece, l’importante è «divertirmi e godermi questa esperienza unica. Ovviamente, se dovessi vincere una medaglia ne sarei molto felice». Il momento più emozionante della sua giovane carriera sportiva, è stato il primo torneo al quale ha partecipato. «Pratico il tennis solamente da tre anni; perciò la mia prima competizione (a Birrhard, ndr) è stata un po’ difficile, soprattutto a causa della lingua».

I tornei di Special Olympics si svolgono oltre Gottardo; ciò che non costituisce un ostacolo per gli atleti di ‘Tennisabili’, progetto promosso dal Tennis club Giubiasco. «Sono molto rispettosi nei confronti dell’avversario e, durante ogni allenamento, s’impegnano a fondo. Danno sempre il massimo – afferma Gabrielle Mossi, allenatrice che accompagnerà Caranzano e Giacomazzi ai World Summer Games –. Siamo molto entusiasti e pronti a partire per questa esperienza, che sarà unica e indimenticabile».

Ad Abu Dhabi la delegazione rossocrociata troverà caldo, con temperature previste «elevate, attorno ai 25-30 gradi. A eccezione delle competizioni, le donne dovranno però indossare pantaloni lunghi o vestiti che coprano le ginocchia, per rispetto delle usanze locali».

Le medaglie si conquistano

Prima della cerimonia di apertura le delegazioni avranno la possibilità di partecipare a ‘Host Town’, programma di accoglienza che permette ad atleti e membri dello staff di approcciarsi a cultura e usi del luogo. Gli sportivi rossocrociati alloggeranno a Sharjah, nel Golfo Persico. «Se vi dovessero essere giornate senza competizioni, sicuramente visiteremo le località limitrofe. Una probabile meta potrebbe essere la Gran Moschea». Il programma verrà proposto anche alle famiglie che si recheranno negli Emirati Arabi Uniti. «I World Summer Games cercano di sostenere amici e parenti, che desiderano rimanere accanto ai propri cari che, tuttavia, non alloggeranno con gli atleti».

Le competizioni sono iniziate da alcuni giorni, ancor prima della cerimonia inaugurale, per procedere al ‘divisioning’, ovvero la ripartizione degli atleti in gruppi omogenei secondo le proprie capacità. Le categorie – minimo di quattro e massimo di otto partecipanti – saranno assegnate in base ai risultati ottenuti. Dopodiché inizieranno le competizioni che attribuiranno le medaglie. «Vincere non è così semplice come forse si può pensare; non tutti tornano a casa con una medaglia».

Le regole sono simili a quelle della Federazione internazionale di tennis (Itf): le partite si disputano al meglio dei tre set, per vincere i quali ‘bastano’ però quattro giochi e non sei. In caso di parità, chi si aggiudica il punto seguente conquista anche il ‘game’ (è il cosiddetto ‘deciding point’). «Il problema maggiore – indica Mossi – sarà la lingua: i punti vengono conteggiati in inglese. Nel doppio, inoltre, i ragazzi dovranno cercare di comunicare con il proprio compagno di lingua madre tedesca».

‘L’importante è che ognuno dia sempre il meglio di sé stesso’

Ai World Summer Games la Svizzera è rappresentata da novantaquattro atleti, che si confrontano in dodici discipline. «Allestire una delegazione è un lavoro che inizia parecchi anni prima – afferma Aldo Doninelli, direttore sportivo di Special Olympics Switzerland –. È nostro compito organizzarla al meglio. Attualmente, siamo già concentrati sulla prossima edizione dei Giochi invernali, progetto abbastanza complesso: circa un anno prima dell’evento si effettua una selezione degli atleti e, successivamente, inizia il periodo di preparazione».

Il numero di accompagnatori e personale è limitato dai responsabili. «È un problema che cerchiamo di gestire: è necessario valutare quale sia il seguito adeguato alla delegazione». Contrariamente alle Olimpiadi, dove gli allenatori si occupano degli atleti esclusivamente nei momenti riservati alle competizioni, a una manifestazione come i World Summer Games è richiesto che l’accompagnatore si occupi giornalmente dello sportivo.

Special Olympics Switzerland non ha bisogno di un numero di medaglie preciso per dire che la spedizione sia stata proficua. «La finalità principale è quella di dare agli atleti la possibilità di vivere da protagonisti una manifestazione planetaria, innescando una serie di processi nella persona stessa: maggiore autostima, indipendenza e fiducia nei propri mezzi. Sono convinto che vivremo una bellissima esperienza».

La difficoltà più importante è il reperimento di allenatori qualificati; poiché «è necessaria una formazione di istruttore. Sarebbe auspicabile un completamento della formazione, in modo da conoscere a fondo una determinata disabilità».

I World Summer Games, svolgendosi a marzo, vincolano gli atleti a effettuare la preparazione durante l’inverno. «Questo per molti sportivi non è propriamente ideale; perciò difficilmente ci arrivano all’apice della forma».

Gli Unified Club entusiasmano le nuove generazioni

«Special Olympics International conta oggi più di cinque milioni di atleti e un milione di allenatori e volontari», ci dice Sladjana Pansera, coordinatrice per la Svizzera italiana. Le competizioni (più di centomila suddivise in trentadue discipline) si disputano in centosettanta Paesi. Gli ultimi National Summer Games, a Ginevra, hanno realizzato il record di partecipanti con milleseicento sportivi. «Grazie al programma Unified sempre più giovani con disabilità s’interessano all’attività sportiva. Infatti le porte delle associazioni sportive già esistenti vengono aperte a persone con esigenze speciali».

In Ticino gli Unified Club sono quattro: Circolo velico di Lugano, Tennis club Giubiasco, Tennis club Campo Marzio e Società federale ginnastica Lugano. Essi «permettono di coinvolgere maggiormente i giovani e, quindi, di avvicinarli a Special Olympics. Giovani che, forse, poi potranno partecipare alle competizioni».

La strada per ottenere la completa integrazione nella società delle persone con disabilità intellettive, è ancora lunga. Special Olympics s’impegna a cooperare con eventi popolari, proponendo categorie unificate che permettano a tutti di partecipare. «È questa la strada che abbiamo imboccato, per modificare la visione della società».

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