NUOTO

Villa all'ombra dei castelli

Tra i migliori delfinisti italiani per anni, l'ex stella di Busto Nuoto e Team Insubrika ha fatto il suo ingresso nel team di allenatori della Turrita

29 settembre 2018
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Il nome di Paolo Villa, se evocato tra gli appassionati di nuoto del Ticino, suscita il ricordo di uno dei nuotatori più forti che abbiano mai gareggiato nelle nostre piscine. A ogni apparizione faceva man bassa di medaglie e di premi. Nuotatore dotato di un’ottima tecnica, esprimeva una nuotata elegante e al contempo potente, esibendo in un delfino, la sua specialità, nuotato a regola d’arte. Stella della Busto Nuoto prima e del Team Insubrika poi, il classe 1981 è stato per anni tra i migliori delfinisti italiani. Tra il 2003 e il 2007, ha vinto un totale di dieci titoli di campione nazionale assoluto nei 100 e 200 delfino, tanto in vasca corta quanto in vasca lunga. Con la selezione azzurra ha preso più volte parte agli Europei (semifinalista a Madrid nel 2004 nei 200 delfino), alle Universiadi e ai Giochi del Mediterraneo. Appesi... gli occhialini al chiodo, Paolo è restato nel mondo dello sport: prima come allenatore delle squadre giovanili del Team Insubrika (impegno al quale si era dedicato anche negli ultimi anni della sua carriera di nuotatore professionista), poi come responsabile delle attività sportive, in particolare di quelle natatorie, alla Scuola militare Teulié di Milano. Ora ha intrapreso una nuova avventura professionale, accettando l’incarico quale allenatore della seconda squadra della Turrita Nuoto. Paolo Villa ritornerà dunque in una nuova veste tra le pareti delle piscine di Bellinzona, che molte volte l’hanno visto protagonista, tra primati delle manifestazioni e record della vasca. Ma quale è il rapporto che lo lega alla città dei castelli? «Di Bellinzona, e del Ticino, ho soltanto ricordi positivi e a ogni trasferta – racconta Paolo Villa – abbiamo sempre trovato un ambiente entusiasta del nuoto e un’accoglienza fantastica, sia dal punto di vista umano, sia organizzativo. Ricordo piacevolmente le trasferte al Meeting del Castello di Bellinzona, una manifestazione nella quale ritrovavo ogni anno una grandissima concorrenza». Quel limite olimpico cercato... Nel 2008 a Bellinzona tentò di ottenere la qualificazione alle Olimpiadi di Pechino. «Non andò come sperato, e non raggiunsi il tempo limite per pochi centesimi, ma ricordo molto piacevolmente anche quel momento: fu parte di un progetto che avrebbe potuto portarmi a coronare il sogno di una vita. Raggiungemmo Bellinzona dopo aver disputato il ‘Settecolli’ (importante gara di nuoto che tradizionalmente si svolge a Roma a fine giugno, ndr). Era l’estate dell’avvento dei super-costumi in gomma, che testai proprio a Bellinzona per tentare il tutto per tutto, visto che si trattava dell’ultima chance che avevo di ottenere la qualificazione. Il fatto che si trattasse di Bellinzona ha reso questo mio tentativo ancor più speciale, perché quella piscina, e il Meeting del Castello in particolare, mi hanno sempre trasmesso la serenità giusta per poter gareggiare al massimo delle mie potenzialità. È un momento della mia vita che nonostante tutto ricordo come positivo, perché ho saputo trarvi il giusto insegnamento: ovvero che gli ostacoli e le piccole delusioni sportive sono sempre dei momenti di crescita personale. E questo credo sia un insegnamento molto importante da trasmettere anche ai giovani. E infatti è una delle prime cose di cui ho parlato con loro quando mi sono presentato: è importante, soprattutto in uno sport come il nostro, coltivare degli obiettivi. Al momento di tirare le somme, se questi non sono stati raggiunti, ci saranno sicuramente delle parti del percorso che potranno essere interpretate positivamente, e prese come insegnamento». Quale è stata l’impressione dei ragazzi, di fronte a un ex nuotatore professionista del tuo calibro? «Come ogni novità, ha suscitato in loro sicuramente molta curiosità. Non sono stato a snocciolare né palmares, né record personali. Se i ragazzi vogliono trovare queste informazioni, sanno dove trovarle, in internet. Ho da sempre la convinzione che nessun ex nuotatore debba avere la presunzione di essere un buon allenatore, solo perché è stato un’atleta professionista. Con gli atleti, a maggior ragione con i giovani, è importante guadagnare la loro fiducia. La si ottiene soltanto tramite serietà e dedizione. La fiducia in un allenatore da parte dei giovani è molto importante: abbiamo un ruolo formativo molto importante, tanto a livello sportivo quanto personale».

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