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Calcio giovanile 'malato': tante buone individualità ma ancora non si fa squadra

Raggruppamento San Bernardo, l'agonismo non manca
(©Ti-Press/Gabriele Putzu)
16 giugno 2017
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Le strategie dei vivai nel campo della prevenzione, con l'istituzione di carte etiche e nuove figure di mediazione. Il ruolo della Federazione, con il suo progetto Gisis di aiuto agli allenatori (e l'intenzione di mandare i giovani calciatori colpiti da sanzioni disciplinari a frequentare il corso di aggiornamento per arbitri; per capire cosa significhi). E poi ancora la posizione della Sezione arbitrale della Federazione stessa, che da una parte lamenta una certa "leggerezza" ai club nel reclutamento degli arbitri, ma dall'altra decide di bloccare, nel momento del bisogno, la sua campagna per reperire giovani fischietti.

È una realtà composita tutta da amalgamare, quella che emerge dal giro d'orizzonte che il nostro giornale ha fatto sul tema del calcio giovanile "malato" di evitabili eccessi a bordo campo e dentro il terreno da gioco. Un giro d'orizzonte valorizzato dall'appello alla moderazione (e ad una politica preventiva seria) di Massimo Busacca, già giovane arbitro in Ticino - e, allora, vituperato dai soliti "professori" - e oggi capo del Dipartimento arbitrale della Fifa.

Accanto alle dichiarazioni riportate oggi sul giornale alle pagine 2 e 3, vi presentiamo un'ampia estensione online che getta uno sguardo a 360° sulla periferia del "calcio che conta". Qui di seguito la situazione in alcuni settori giovanili.

Raggruppamento Sassariente

 Un regolamento e un mansionario allenatori, un regolamento allievi e un richiamo agli allenatori sul concetto di “rispetto”. Non si può dire che non prendano sul serio il momento difficile del calcio giovanile a livello cantonale, al Raggruppamento Sassariente. Lo dimostra in primis uno scritto interno, datato 18 maggio, che torna innanzitutto sul significato del termine “rispetto”, ricordando che esso è un “atteggiamento fondato sulla consapevolezza dei meriti, dei diritti, del decoro altrui”. Su questa base, la commissione tecnica del Raggruppamento allievi (una realtà da circa 500 attivi) ha scritto ai suoi formatori rendendoli attenti alla “filosofia sportiva” che regna nel sodalizio. “Voi tutti sapete quanto teniamo all’aspetto ludico-educativo-formativo nell’ottica del rispetto comune delle regole e di chi le deve far rispettare – si legge –. Purtroppo la troppa frenesia agonistica che circonda questo bellissimo sport porta alcune persone a superare i limiti e ad uscire da ogni etica educativa. Sta a noi allenatori e formatori ad avere le capacità di far passare il giusto messaggio ai nostri allievi e in particolar modo ai genitori. Noi dobbiamo dare l’esempio ai nostri ragazzi, noi dobbiamo essere portatori dei giusti valori. Il nostro sano entusiasmo deve prevalere su ogni e qualsiasi risultato. Siamo i primi a portare rispetto nei confronti di colleghi, compagni, avversari, arbitri e pubblico, come pure delle infrastrutture che spesso i Comuni mettono a disposizione gratuitamente”. Pertanto, agli allenatori era stato chiesto di “far passare quanto scritto e desiderato dalla commissione tecnica del Raggruppamento Sassariente. Sensibilizziamo sull’accaduto senza farne un dramma e cadere in falsi moralismi”.

Questo, considerando che, a monte, già esiste un mansionario per gli allenatori, nella cui premessa figura come essi debbano essere “un esempio sia sul campo che fuori”. Come? Rispettando indicazioni come quelle di cui al punto 4: l'allenatore non deve criticare in pubblico (in presenza dei ragazzi, durante le partite, …) l’operato del Raggruppamento, della società avversaria, degli altri allenatori e degli arbitri. In caso di problemi deve contattare al più presto il comitato e/o il responsabile tecnico, i quali sono sempre a disposizione per qualsiasi chiarimento o problema da risolvere”. Concetti ripresi anche dal regolamento allenatori, laddove vi è l'invito a “mantenere un comportamento adeguato con gli avversari e con gli arbitri”. Il non rispetto di una o più delle 9 regole poste “può costare delle sanzioni fino all’allontanamento dal Raggruppamento”, si legge.

E 9 sono infine anche i punti del regolamento allievi. Emblematico e molto chiaro, dal punto di vista della filosofia societaria, il primo: “Il giocatore deve sempre tenere un comportamento corretto ed educato prima, durante e dopo gli allenamenti e le competizioni”.

 

 Raggruppamento allievi Castello Coldrerio

Anche il Raggruppamento allievi Castello Coldrerio, ci spiega la segretaria Carlotta Galli, «valuta i casi a dipendenza del rapporto arbitrale. Se un ragazzo è colpevole di qualcosa che non è il semplice fallo di gioco, di solito viene chiamato a pagare almeno una parte della multa». Il tema della sensibilizzazione è presente. «Prima della sospensione, quattro dei nostri ragazzi sono stati espuslsi nel corso di una partita di allievi A, quindi ci eravamo già mossi con i nostri giocatori - continua Galli -. Nel nostro raggruppamento casi del genere sono comunque molto rari: puntiamo ad avere una funzione sociale più che a ottenere risultati a tutti i costi. I ragazzi degli allievi A vengono inoltre selezionati a turno per arbitrare le partite degli E: possono così rendersi conto in prima persona di quanto è difficile essere un arbitro». Passando ai genitori, «non c'è mai stato bisogno di allontanare nessuno».

 

Fc Ligornetto

Il Fc Ligornetto ha preso spunto lo spunto da una scritta trovata sui social dove un bambino ricorda a genitori e nonni che "il vostro compito è quello di incitare la mia squadra. Quindi non pensate ai consigli tecnici, non urlate, non insultate l'arbitro e gli avversari" perché "sono ragazzi come me". La scritta fa bella mostra di sé al campo sportivo. «E sembra avere effetto - spiega Gianluca Gallina, membro di comitato -. Ci piacerebbe raggruppare la sezione giovani e i loro genitori per approfondire la tematica». 

 

Raggruppamento San Bernardo

Il raggruppamento raccoglie 350 allievi di Canobbio, Origlio, Ponte Capriasca, Porza e  Cureglia. Si è dotato di una vera e propria carta etica che dev’essere firmata per far parte della società da giocatori e famiglie: 7 principi a favore dei valori sportivi e nel rispetto degli avversari e del fair play. «Un segnale forte apprezzato anche dalle famiglie. Per questo ci sentiamo un’isola felice – racconta un’altra faccia della medaglia, Simona Gennari, direttore sportivo – non mi è mai capitato in dieci anni di dover intervenire con un genitore. Sui mini-arbitri sono, invece, del parere che se la Federazione vuole portare avanti questo progetto debba tutelarli al 100% e non buttarli allo sbaraglio! Una riflessione importante su questi ultimi incresciosi casi deve partire prima di tutto dalla Federazione per raggiungere tutti. La mia linea è sempre stata quella, e resta, di “meno qualità tecnica, meno tattica e risultati ma l’educazione sta bene a tutti”. Se un allenatore si mostra troppo preso dall'agonismo non è al posto giusto: deve andare a fare competizione, non formazione, è questa la differenza fondamentale nelle nostre categorie, qui non si dovrebbe ambire al risultato ma solo essere la conseguenza dei sacrifici e degli obiettivi che ci si è posti, che è completamente diverso».

 

Riva San Vitale

L’esempio virtuoso del Riva San Vitale – primo nella classifica “fair play” della Federazione ticinese di calcio (esclusa la Quinta Lega) –  per affrontare sul nascere l’antisportività e suggerire forse una soluzione preventiva a tanti problemi. Stefano Lippmann, da quasi 7 anni allenatore della prima squadra in Quarta Lega, ha introdotto un “carnet” di sanzioni disciplinari che coprono non soltanto le manchevolezze “interne” (ritardi all’allenamento, mancanza del materiale, assenze ingiustificate, eccetera), ma anche esterne, in particolare nei confronti della classe arbitrale e più in generale del contesto calcistico di riferimento. Ai punti 7, 8 e 10 dei comportamenti ritenuti inaccettabili (e sanzionati) troviamo infatti le ammonizioni per proteste, le espulsioni per proteste e il “comportamento lesivo dell’immagine della società”. Parliamo di piccole ammende (comunque in parte quantificate a discrezione del “mister”), ma evidentemente bastevoli a limitare gli eccessi. «Non è un caso – spiega Lippmann – che nel novero di tutte le squadre di Seconda, Terza e Quarta Lega, proprio il Riva San Vitale si trovi in testa alla classifica “fair play” della Federazione. Parliamo di un totale di ben 70 squadre, quindi c’è di che andarne veramente fieri». Inoltre, a smentire il cliché secondo cui di solito i “premi fair play” vengono vinti da chi fa più fatica a conquistare dei risultati sportivi, il Riva si è classificato al terzo posto nel suo girone. «Il capitale raccolto con le sanzioni disciplinari “generiche”, quindi non strettamente legate all’antisportività, finisce nella cassa giocatori e viene poi utilizzato per attività comuni, cene o eventuali ritiri, mentre le multe riguardanti i punti 7, 8 e 10 vanno nelle casse della società», conclude Lippmann. Il cui prontuario potrebbe (e dovrebbe) far scuola già a partire dai settori allievi che concetti come la cavalleria e la sportività li considerano soltanto fra gli “eventuali”.

 

 

Raggruppamento calcio Blenio

A Torre, nella Valle di Blenio, la tradizione prevede una merenda offerta agli avversari al termine delle partite. Come spiega Fausto Rusconi, presidente del Raggruppamento calcio (Rac) Blenio, è un'occasione per aggregarsi con le altre società e per creare un clima disteso. "Può aiutare a stemperare gli animi. Durante la merenda si può discutere con gli altri per evitare di portare rancore fino alla partita successiva", sottolinea. L'ambiente in valle a bordo campo – continua il presidente – appare solitamente tranquillo, anche perché "siamo una piccola entità senza grandi ambizioni e ci conosciamo più o meno tutti". Caratteristiche che, aggiunge Rusconi, aiutano il dialogo in tema calcistico.

Per quanto riguarda l'educazione dei ragazzi, il Rac Blenio pone l'accento sulla necessità di insegnare attraverso l'allenatore le regole del calcio ma anche il buon comportamento e il rispetto dell'avversario, dell'arbitro e del contesto sportivo fin dai primi anni della scuola calcio. "Inoltre abbiamo sempre qualcuno della società che controlla eventuali comportamenti sopra le righe da parte degli adulti presenti a bordo campo, che quando necessario interviene parlando con i diretti interessati". Come detto, però, qui l'esperienza è di genitori "tranquilli e coscienziosi".

 

 

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