La notizia della de-estinzione dell'enocione è grandemente esagerata. Ed è un preoccupante caso di economia (e politica) che si impone sulla scienza
Iniziamo dalla notizia: l’azienda americana Colossal Biosciences ha riportato in vita il metalupo, un predatore estinto da oltre 10mila anni. Non siamo ai livelli di Jurassic Park, ma lì in giro, con quella che è stata presentata come la prima de-estinzione della storia e un modo per riparare ai danni dell’attuale crisi ecologica.
Ma possiamo anche darla in un altro modo, la notizia: un’azienda tecnologica con una valutazione di mercato di 10 miliardi di dollari ha presentato un nuovo prodotto. Solo che non è uno smartphone o un visore per la realtà aumentata, bensì un animale geneticamente modificato. Romolo, Remo e Khaleesi (e i nomi già suggeriscono qualcosa sulle priorità del progetto) non sono metalupi, ma lupi grigi comuni con una ventina di modifiche genetiche, selezionate per conferire loro tratti esteriori vagamente simili a quelli del caro estinto.
Intendiamoci, l’operazione scientifica è interessante e merita attenzione. Ricercatrici e ricercatori della Colossal hanno estratto il Dna da reperti fossili di enocione (che sarebbe il nome corretto in italiano del metalupo), ricostruendo parzialmente il genoma antico. Hanno poi identificato specifiche varianti genetiche che potrebbero aver determinato l’aspetto esteriore del predatore: principalmente pelliccia bianca, dimensioni maggiori e struttura craniale. Nessun tentativo è stato fatto per ricostruire comportamenti o attitudini dell’animale originario. Alcune varianti genetiche originali sono state addirittura scartate per il rischio di generare patologie, sostituendole con alternative funzionali.
Il risultato è essenzialmente un lupo grigio geneticamente modificato con pelo bianco e corporatura massiccia. Come è stato fatto notare, definirlo “metalupo de-estinto” sarebbe improprio quanto chiamare “mammut” un elefante a cui siano stati aggiunti geni per una folta pelliccia.
Certo, la ricerca scientifica si è sempre trovata vicina a interessi economici e politici, e non sempre in maniera virtuosa, anzi. Ma qui non si tratta di compagni di strada più o meno ingombranti, ma di lasciare al business il completo controllo su dove, come e quando andare. È una scienza che si muove con comunicati stampa e reportage concessi in esclusiva a testate generaliste come ‘Time’, non con pubblicazioni scientifiche sottoposte a revisione paritaria. La bandierina che l’amministrazione Trump ha subito voluto piantare, parlando dell’iniziativa come simbolo del “primato americano attraverso l’innovazione, non la regolamentazione”, completa il quadro.
La scelta stessa dell’enocione, in inglese ‘dire wolf’ con lo spazio, rivela le reali ispirazioni e ambizioni del progetto: la popolarità dell’animale si deve alla saga del ‘Trono di Spade’, dove i metalupi (‘direwolf’ senza spazio) ricoprono un ruolo importante. E per toglierci ogni dubbio, i cuccioli sono stati fotografati proprio sul trono di spade usato nella serie tv.
Colossal afferma che queste tecnologie contribuiranno a recuperare la biodiversità perduta. In parallelo, infatti, l’azienda ha annunciato la nascita di cloni di lupo rosso, specie in grave pericolo di estinzione. Ma il rischio è che questa visione ottimistica diventi un facile alibi per continuare a devastare ecosistemi, tanto avremo sempre un biotecnologico “tasto reset”. Rischio molto concreto, visto che pochi giorni dopo l’annuncio della Colossal il segretario per l’Interno americano ha citato la de-estinzione come motivo per tagliare le risorse destinate alla protezione delle specie in pericolo. “Tanto basta chiamare la Colossal”.