laR+ IL COMMENTO

Lugano non è (ancora) di centrosinistra

L'adozione di puntuali misure di moderazione del traffico soprattutto nei quartieri residenziali fa venire il mal di pancia alla destra

In sintesi:
  • Ne sentiremo di tutti colori, anche fuori tema, a sostegno del referendum che lanceranno Lega e Udc
  • Si è rivelata vincente la mossa politica del Plr che ha proposto un emendamento qualche ora prima della seduta
12 febbraio 2025
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Ohibò, che è successo? Lugano ieri mattina si è svegliata di centrosinistra? È bastata una seduta di Consiglio comunale, con l’approvazione del messaggio che prevede l’introduzione di Zone a 20 (due) e a 30 km/h nelle aree residenziali e sensibili, per spostare gli equilibri politici in città? Non crediamo proprio. Di sicuro è risultata vincente, e ha ribaltato l’attesa bocciatura del credito, la mossa politica del Plr, malgrado i mugugni comprensibili a inizio seduta, dell’emendamento proposto in zona Cesarini. Un emendamento convincente per la maggioranza del Legislativo, dopo quasi tre ore di discussione. Invece non ha fatto breccia il chiaro intento di Lega e Udc di attribuire una connotazione ideologica a misure concrete di moderazione del traffico. Entrambi i partiti di destra hanno perso, non hanno voluto riconoscere la sconfitta e affidano alla popolazione l’ultima parola, tramite referendum, la cui riuscita è quasi scontata.

La luce verde al principio e alle singole opere alla vigilia del voto non aveva i numeri per passare. Sul fronte contrario, compresa la malaparata, i rappresentanti di Lega e Udc, invano, hanno cercato di vendere tesi che non c’entrano nulla con l’oggetto in votazione, come se fosse una dichiarazione di guerra agli automobilisti e la moderazione del traffico non migliorasse la sicurezza dei pedoni. È davvero difficile comprendere come si possa sostenere che gli interventi compromettano la libertà individuale degli automobilisti. Quale libertà? Quella di guidare a 50 km/h lungo strade residenziali? Per la Lega da una parte è un ritorno alle origini, ossia all’occupazione abusiva dell’autostrada, la cosiddetta carovana della libertà contro il limite di 80 km/h. Allora, però, il movimento non aveva la maggioranza relativa in Municipio e in Consiglio di Stato... Dall’altra, la Lega continua la strategia del doppio gioco, con il ‘Mattino della domenica’ a fomentare la base, ponendosi in contraddizione con il verbo istituzionale che esce da Palazzo.

Una dimostrazione di questa manovra la si è avuta lunedì sera, con lo stesso sindaco di Lugano, il leghista Michele Foletti, che ha difeso a spada tratta il messaggio municipale (peraltro licenziato a maggioranza) dicendo ai ‘suoi’ consiglieri comunali che sono in malafede quando parlano di generalizzazione delle Zone 20 e 30 km/h. La raccolta delle firme necessarie al referendum, dicevamo, non appare difficile, per convincere i cittadini verranno veicolati argomenti che hanno poco a che fare con le misure votate, il cui costo è stato dimezzato dai 2,7 agli 1,39 milioni di franchi. Inoltre sarà gioco tutto sommato facile sollevare lo spauracchio del radar, come se si trattasse di una peculiarità luganese, piuttosto che la presunta paralisi del traffico o il rallentamento dei trasporti pubblici.

Se passasse ai voti, il referendum potrebbe mandare all’aria la pianificazione portata avanti da oltre un decennio che a lungo termine condurrà alla pedonalizzazione del centro città e del lungolago. Nel mirino di Lega e Udc c’è anche la riduzione dei posteggi, che però non sono diminuiti come avrebbero dovuto dopo l’apertura della galleria Vedeggio-Cassarate del 2012. In attesa del Tram-Treno, se e quando arriverà a Lugano, nella speranza che riesca a muoversi nel groviglio viario di misure contraddittorie, anche grazie a questa maggioranza di centrodestra, si resta dunque in colonna.