Fra Consiglio comunale e Municipio fanno capolino nuove dinamiche
Ha le sembianze di un atto di sfiducia nei confronti del vicesindaco di Bellinzona Fabio Käppeli, capodicastero Finanze, l’esercizio condotto nelle ultime settimane dal suo collega di partito Patrick Rusconi in qualità di presidente della Commissione gestione del Consiglio comunale. Commissione che di fronte al Preventivo 2025, il più rosso di sempre della capitale ticinese con oltre 13 milioni di disavanzo, ha proposto e ottenuto dal legislativo (tramite una risoluzione non vincolante ma comunque votata martedì sera a larghissima maggioranza) di cambiare metodo affinché la Gestione stessa sia a tutti gli effetti coinvolta nel processo di formazione dei prossimi preventivi. Obiettivo, evitare di ritrovarsi ogni autunno con un messaggio da avallare turandosi il naso. Il tutto orientato, citiamo il testo della risoluzione, “a ottimizzare le risorse, riorganizzare i servizi, condividere e aggiornare le procedure e i criteri gestionali in seno all’amministrazione comunale, promuovere un’economia di scala e definire obiettivi nel settore della promozione economica e della sostenibilità”. Tradotto: quanto fatto finora non va bene.
Nell’Unità di sinistra c’è invece malumore sulla bandiera della pace tolta dal balcone di Palazzo civico. Intravedendo una disparità di trattamento fra Ucraina e Palestina, e ritenendo insoddisfacenti le risposte date dal Municipio a firma di Mario Branda a una prima interrogazione, a nome del gruppo i consiglieri comunisti Massimiliano Ay e Alessandro Lucchini, seguiti questa volta da altri otto compagni fra socialisti e indipendenti, martedì hanno inoltrato una seconda interrogazione. Questo, peraltro, dopo che la Gioventù comunista a fine gennaio aveva puntato il dito contro il sindaco per aver osato assistere al concerto della Israel Philharmonic Orchestra nel Giorno della memoria. A chi competa esattamente decidere se e quando esporre e togliere la bandiera della pace non è dato sapere, perciò una terza interrogazione potrebbe rendersi opportuna, per non lasciare i bellinzonesi nel dubbio.
Tornando ai banchi Plr (ne parliamo a pagina 6) è degno di nota il fatto che il gruppo abbia votato contro una sua stessa mozione (infine respinta dal plenum) presentata dall’ex consigliera Laura Codiroli e in tempi recenti ‘portata avanti’ dal capogruppo Andrea Cereda; mozione che chiedeva di migliorare la mobilità dolce e la sua illuminazione notturna nei quartieri nord di Bellinzona. Relatore del rapporto di maggioranza, che ha invitato a respingere la mozione poiché una soluzione è stata nel frattempo indicata nel Piano di mobilità ciclabile e nel Programma di agglomerato, il liberale-radicale Fabio Briccola. Il quale ha comunque giustamente sollecitato tempi celeri rispetto a quelli biblici indicati dal Pab (dopo il 2032).
Questi tre esempi – ma potremmo citare anche l’anomalo fronte comune manifestatosi a gran sorpresa martedì sera fra Mps e Sinistra contro gli emendamenti Plr e Centro su dipendenti comunali e contenimento della spesa – non sono certo sufficienti a ritenere che qualcosa stia cambiando nel modo di fare politica nel frammentato Palazzo civico. Però se è vero che gli ordini di scuderia non mancano mai, è altrettanto vero che taluni fin troppo fedeli e silenti consiglieri del passato hanno agevolato, uscendo di scena, gli odierni sussulti. Il tempo dirà, è questione di mesi, se veramente a Bellinzona non c’è più religione.