laR+ IL COMMENTO

Prostituzione, tigri, zebre e farfalle

Le ragazze hanno creato una ‘lista nera’ dei clienti da evitare che potrebbe essere utile agli inquirenti per individuare i soggetti problematici

In sintesi:
  • Alcune professioniste del sesso lanciano un appello alle autorità chiedendo che si riveda la Legge cantonale sull’esercizio della prostituzione per maggiore tutela
  • Margine di miglioramento anche nei club dove non sempre è attivo il servizio di sicurezza
(Ti-Press)
29 gennaio 2025
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C’è un gioco di carte che piace molto ai bambini. In ogni carta ci sono degli animaletti, alcuni raffigurati in piccolo altri più in grande, chi per primo trova l’unico che si ripete tra le sue carte e una posizionata al centro vince. A Dobble, si chiama così, pure i più piccoli riescono facilmente a battere i grandi. I bambini infatti osservano i dettagli, mentre l’occhio dell’adulto cade spesso sull’animale più grande. Concentrato su quello, gli sfugge il contorno composto da tigri, zebre e farfalle più piccole e meno evidenti, così perde. Vince, invece, chi osserva tutto senza farsi condizionare.

Nel mondo della prostituzione, in cui è inserito il delitto avvenuto domenica a Lodrino, ci sono aspetti che balzano all’occhio e altri un po’ meno. Si tende a pensare che le professioniste del settore siano attive nei locali erotici o negli appartamenti notificati. Anche noi, nella ricerca di donne che potessero conoscere la vittima e fornirci delle indicazioni ci siamo imbattuti in questa realtà, prendendo contatto con chi lavora nei club a luci rosse della regione. Addentrandoci però in questo ambito ci siamo resi conto che c’è una profonda dimensione sommersa, più problematica poiché meno soggetta a possibilità di controllo. È quella degli appuntamenti che avvengono tra le mure domestiche: prestazioni fornite a casa di clienti, spesso in luoghi discosti e isolati. In quelle occasioni le prostitute non si sentono sicure, perché ci sono uomini che nel proprio ambiente si sentono più liberi, purtroppo anche di comportarsi in maniera inopportuna se non addirittura violenta. Cosa può spingere una professionista del sesso a recarsi in un luogo che non conosce, dove forse nemmeno conosce la persona che si troverà di fronte? Probabilmente la mancanza di alternative, che spinge chi è costretto a guadagnare a correre qualche rischio in più. In Ticino però trovare un appartamento autorizzato dove poter esercitare legalmente non è facile a causa di burocrazia e autorizzazioni. Le ragazze che forniscono prestazioni sia a domicilio sia in altri contesti, per tutelarsi hanno creato una rete di passaparola, un canale per condividere i contatti dei clienti molesti o maneschi. Questo per aiutarsi e mettersi in guardia a vicenda, perché dalla polizia non si sentono abbastanza tutelate. ‘Ho segnalato ma non hanno fatto niente’ ci è stato ripetuto più volte.

Dove il senso di sicurezza viene a mancare ci si protegge come si può, raccogliendo e condividendo ‘recensioni’ sui clienti da evitare. Potrebbe essere utile agli inquirenti accedere alla black list per individuare i soggetti più problematici e prendere le necessarie misure. Così da prevenire gli episodi di violenza con cui troppo spesso sono confrontate queste ragazze. Il recente fatto di sangue le ha scosse molto e alcune di loro lanciano un appello alle autorità chiedendo che si riveda la Legge cantonale sull’esercizio della prostituzione, per una maggiore tutela. La violenza può infatti verificarsi anche in un club, visto che la garanzia di totale sicurezza non esiste sebbene nelle camere sia presente un tasto d’allarme che può essere attivato per chiedere aiuto. Anche lì scopriamo che c’è margine di miglioramento, visto che durante la notte in alcuni locali il servizio di sicurezza, organizzato su base volontaria, non è garantito. Ecco quindi che, con uno sguardo più consapevole, sarà forse possibile vedere finalmente anche le tigri, le zebre e le farfalle, un primo passo per una migliore tutela di tutte le componenti dell’ampio ventaglio di carte che compongono la nostra società.