Commento

Ottant'anni di storia rigorosamente in bianconero

Un compleanno per ricordare le pietre miliari collezionate in sedici lustri di storia dall'Hc Lugano, come la conquista di sette titoli

Una passione che non tramonta (ti-Press)
11 febbraio 2021
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Scrivere degli ottant’anni dell’Hockey Club Lugano è come aprire il libro dei ricordi. Un libro di ricordi in cui date, aneddoti e nomi si rincorrono e si intrecciano fra loro. Parlare di un hockey, quello d’antan, che affonda le sue radici in un’altra epoca, quando le prime partite si disputavano sul laghetto di Muzzano. La data di nascita ufficiale del club, Eishockey Club Lugano all’anagrafe (poi ribattezzato Disco Ghiaccio Lugano), è quella dell’11 febbraio 1941. È infatti esattamente ottant’anni fa che nella sala del ristorante Apollo viene costituita la società, con Alfonso Weber in qualità di primo presidente.

Da Muzzano, la storia del Lugano passa successivamente per le piste di Loreto (dove la squadra rimane dal 1948 al 1955 e prende il nome di Hc Lugano), quella provvisoria di Paradiso (ricavata sui campi da tennis del locale Tc Münger), Noranco, Porza e Mezzovico, per poi tornare infine a Porza dopo il crollo del tetto dell’impianto di Mezzovico sotto l’abbondante nevicata all’indomani del 37esimo compleanno della società. A Porza, per il loro ritorno, i bianconeri ritrovano una Resega nel frattempo coperta (e inaugurata con una partita amichevole tra Svizzera e Italia). E nel 1982 ritrovano pure il massimo campionato, l’allora Divisione Nazionale A, per poi non lasciarla più fino ai giorni nostri.

Una storia fatta anche di rivalità, in particolare con i ‘cugini’ dell’Ambrì Piotta, corredata da 236 paragrafi dedicati appunto ai derby ufficiali – 207 quelli disputati nel massimo campionato, con 142 affermazioni dei bianconeri (la prima in assoluto, al quinto tentativo, per 7-3, porta la data del 10 novembre 1966) – ma, soprattutto, una storia impreziosita dalla conquista di sette titoli di campione svizzero.

Un capitolo inaugurato il 1º marzo 1986 nella memorabile serata di Davos, nella ‘cattedrale dell’hockey’, proseguito nei due anni successivi a coronamento di un incredibile tris, e ulteriormente arricchito dai trionfi del 1990, 1999, 2003 e 2006.

E poi ci sono i nomi, quelli delle persone che hanno contribuito in un modo o nell’altro a dare… colore al film bianconero, e lustro alla società. A cominciare da quelli dei giocatori che sono diventati autentiche bandiere del club, come i vari Alfio Molina, Sandro Bertaggia, Pat Schafhauser, Petteri Nummelin, Flavien Conne, Andy Näser e Steve Hirschi, i cui numeri sono stati nel frattempo ‘ritirati’ e le cui maglie svettano sopra le tribune della nuova Resega, inaugurata nel 1995 (ora Cornèr Arena). Ma l’elenco dei giocatori che non si possono non citare parlando degli ottant’anni del Lugano non si esaurisce certo con questi sette. Perché sarebbe impossibile non citare, uno su tutti, lo svedese Kent Johansson, tra i principali artefici di quel tris piazzato tra il 1986 e il 1988.

Un nome che va però rigorosamente menzionato parlando dei primi ottant’anni di vita dell’Hockey Club Lugano è senza dubbio anche quello di Geo Mantegazza, il ‘Presidentissimo’, che diresse il club dal 1978 al 1991, portando il Lugano e, più in generale l’hockey svizzero, a un altro livello: quello del professionismo. Tempi moderni, che però non scordano le loro origini; quelle che, appunto, affondano le loro radici nel laghetto, ghiacciato, di Muzzano.

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