Commento

Ecco il miglior antivirus!

Si è ricchi soltanto di ciò che si dona!

24 dicembre 2020
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Che dire in occasione di questo Natale e di questa fine anno di un anno decisamente specchio del vecchio proverbio dialettale ‘anno bisesto anno funesto’? I centri città scintillano, tanti balconi dei palazzi e anche parecchi giardini si abbelliscono di lucine e lucette, quasi che nulla fosse accaduto negli scorsi 365 giorni, quasi che si volesse che tutto fosse come prima. Ma poi basta guardare la desolazione di bar e ristoranti chiusi, delle funzioni religiose possibili solo per poche anime, o anche ricordarsi che pranzi e cenoni sono ormai solo per pochi intimi invitati, per dirsi che purtroppo no: il 2020 ci ha rovinato la festa e ha portato un sacco di grane.

Eppure, per fortuna, il tentativo dei più è quello di cercare di vedere il bicchiere ancora mezzo pieno. C’è dunque ancora qualcosa di buono in queste festività ‘covidiane’? Sì, sì, a ben guardare, c’è: è che forse è la prima volta che trascorreremo questa festa immersi in una più grande e profonda quiete, imposta e regolata, ma pazienza… È comunque l’occasione per riflettere nell’intimità sui difficili mesi che ci siamo appena lasciati alle spalle (con non poche tensioni, paure, angosce, lutti) e su quanto ci attende ancora di non molto diverso. Purtroppo questa volta non varrà l’ossigenante detto ‘anno nuovo vita nuova’: perché l’onda lunga del virus, volenti o nolenti, segnerà pure l’inizio del 2021. Anche se, ovviamente, la speranza immensa è che i vaccini riescano a mettere in scacco il nuovo protagonista della scena mondiale.

Comunque sia, se ripensiamo ai mesi trascorsi, pur fra mille difficoltà, la vita ha continuato a scorrere, a generarsi (in redazione una collega – complimenti e auguroni – presto darà alla luce un figlio e diverrà madre per la prima volta), seguendo una forza misteriosa. Misteriosa tanto quanto quella della nascita del Cristo che ricordiamo celebrando il Natale. Un segno bello che la forza della vita è più forte. Più forte delle malattie, dei virus, delle sciagure, delle guerre. Se siamo ancora qui con speranza è perché ci crediamo, perché cerchiamo di apprezzare anche quello che abbiamo, che è comunque – diciamocelo! – tanto. Se poi siamo credenti, ci possono dare un’energia speciale anche le sagge parole pronunciate da papa Bergoglio: mentre va di moda protestare per le restrizioni dovute al Covid, egli ha invitato tutti a ritrovare il senso antico e cristiano delle festività: “In questo tempo difficile, anziché lamentarci di quello che la pandemia ci impedisce di fare, facciamo qualcosa per chi ha meno: non l’ennesimo regalo per noi e per i nostri amici, ma per un bisognoso a cui nessuno pensa” ha detto. Se non siamo credenti potrebbe invece aiutarci a riflettere in questi giorni una massima che dice “Si è ricchi soltanto di ciò che si dona”. Una frase che permette, alla fin fine, a credenti e non, di arrivare alla stessa conclusione: essere felici perché si è stati in grado di condividere quello che si ha con chi non ha, o con chi ha meno di noi. Una scelta questa che permette anche al singolo di relativizzare i propri mal di pancia, ansie e debolezze e di sentirsi utile attraverso il servizio agli altri. Proprio in questi mesi di pandemia, tanti hanno contribuito a far nascere e crescere nuove forme di servizio, condivisione e solidarietà verso anziani e meno abbienti. È il miglior antivirus. Care lettrici e cari lettori, buone feste a voi e alle vostre famiglie.

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