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Giudici, Merlini e agli altri i pomodorini

Ansia e imbarazzo in casa liberale radicale a Locarno dopo le dimissioni di Salvioni. Oppure era tutto previsto

12 settembre 2020
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Ci sta tutta che per la gestione del “dopo Salvioni” la sezione liberale radicale di Locarno si professi completamente zen. Il ragionamento del Plr, che replica leggermente piccato a quello che su queste pagine abbiamo definito un cataclisma, non fa una grinza: che Niccolò Salvioni - non in lista - prima o poi uscisse dal Municipio era risaputo. Quanto al sostituto, "a scegliere i subentranti non è il partito - ricorda quello liberale radicale - ma la volontà degli elettori. Per cui la successione con Andrea Giudici (primo subentrante) o con Simone Merlini (secondo subentrante) è solo la conseguenza di come hanno votato i cittadini di Locarno”. Quindi a sedere per tot mesi sulla poltrona di Salvioni a Palazzo Marcacci non potrà che essere Andrea Giudici, se accetterà. Secondo la sezione locarnese spetta solo a lui decidere, non al partito. Ma ricordi, il buon Andrea, che se vorrà fare il municipale lo farà “per pochi mesi, non essendosi candidato per la nuova legislatura”.

Per descrivere l'imbarazzo che le dimissioni anticipate di Salvioni stanno generando nel partito basterebbe la puntualizzazione di cui sopra. Ma la sezione ci aggiunge anche quello che Andrea Camilleri (uno che alla politica guardava sempre aguzzando la vista) avrebbe definito “il carico”. Ovvero che Simone Merlini “è un ottimo candidato, come tutti gli altri sei che figureranno sulla lista per il Municipio, rappresentando le diverse sensibilità del partito”.

Il problema a questo punto è duplice. Innanzitutto Andrea Giudici non,è, appunto, in lista, si è allontanato dal partito e in più, nei mesi scorsi, ha flirtato (per sua o altrui iniziativa, non si sa) con la Lega dei Ticinesi. Dal punto di vista sezionale, non può oggettivamente rivendicare il diritto politico di prendere il testimone dalle mani di Salvioni. Convincendolo a tirarsi sulla destra per consentire a Merlini di sorpassarlo, il Plr creerebbe però un altro tipo di problema: ipotecherebbe seriamente la conferma in Municipio del giovane Simone il prossimo mese di aprile. Se questo può andar bene alle “sensibilità” vicine a Merlini, così non sarebbe per le altre correnti interne alla sezione.

Ergo, l'imbarazzo, o l'ansia, o come vogliamo chiamarla, abbonda oggi in casa liberale radicale locarnese almeno come i pomodorini cherry nei nostri assolati orti tardo-estivi. Giudici lo sa, ha apparentemente in mano il pallino e due possibili strade da percorrere: la prima è quella di una presa di coscienza della sua attuale estraneità a qualsiasi progetto liberale radicale, che tradurrebbe in un elegante passo a lato, con le conseguenze del caso sulle dinamiche interne sezionali; la seconda è quella di una comunque legittima rivendicazione di un'elezione a tempo, che ha pur sempre guadagnato sul campo.

Poi c'è una terza variabile, quella cosiddetta impazzita: per quanto puntualmente giustificata, l'uscita anticipata di Salvioni ha sorpreso solo i creduloni, Giudici non è fra questi e sta aiutando Merlini ad annodarsi la cravatta. Con questo scenario la sezione - o almeno una delle sue correnti - non è in effetti né in imbarazzo, né in ansia, tutto tornerebbe a meraviglia e per chi rimane fuori i pomodorini non mancano.

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