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Sorpassi a Bellinzona, una catena di anelli deboli

Controllo insufficiente su progetti, evoluzione spesa, passaggio di informazioni, direzione lavori. Sperando che non ci sia altro.

Il sindaco Mario Branda, il vice Andrea Bersani e il municipale Christian Paglia durante la conferenza stampa odierna a Palazzo Civico (Regione)
28 aprile 2020
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L’impressione che si ha di fronte al sorpasso di spesa per 5 milioni riscontrato in tre progetti gestiti dalla Città di Bellinzona, è che nella catena chiamata ad assicurare una corretta gestione dell’iter dalla progettazione alla consegna dell’opera, più anelli abbiano ceduto. Le verifiche ora ordinate mirano a indicare l’origine degli errori, le responsabilità e i correttivi partendo dalla nemmeno tanto velata critica che il Municipio riserva alla categoria dei progettisti e della direzione lavori.

Ora, più elementi aiutano a inquadrare il problema. Dapprima il campanello d’allarme suonato nel 2015 (due anni prima dell’aggregazione), quando per il nuovo spogliatoio al Parco urbano la spesa era passata dai preventivati 1,2 milioni a 1,8 (+50%). In quell’occasione il municipale Christian Paglia, oggi autosospeso dalla direzione del Dicastero opere pubbliche, aveva spiegato alla ‘Regione’ come il mandato esterno di progettazione fosse stato caratterizzato da una richiesta municipale affinché si comprimesse il preventivo quanto realmente possibile. Risultato: talune opere sottostimate e tralasciate dal progettista sono poi state reintegrate a lavori in corso. Policentro della Morobbia: il sorpasso di un milione (dai 6 stanziati dall’allora Comune di Pianezzo si è saliti a 7,1) è stato motivato da Paglia nel 2018 e 2019 con la “sottovalutazione di alcuni aspetti relativi ai costi, l’imprecisione nell'elenco delle prestazioni da capitolato e le differenze sostanziali tra il progetto definitivo e quello esecutivo”. Nello stesso giugno 2018 in cui il Dop informava il Municipio dei problemi relativi al Policentro, analoga informazione veniva data per l’Oratorio di Giubiasco la cui spesa indicava allora un nuovo tetto di 8,7 milioni anziché gli 8 stanziati dall’ex Comune di Giubiasco e dalla Parrocchia. Motivo: l’aggiunta di una sala d’appoggio al Teatro Sociale. In quel frangente sindaco, Paglia e direttore Dop informarono la Commissione Gestione del Consiglio comunale sui due superamenti; dopo allora più nessun aggiornamento - ha assicurato Branda - è poi giunto al Municipio, fino allo scorso 20 febbraio quando il Dop ha presentato lo sforamento del 28% per l’Oratorio chiedendo all’Esecutivo, invano, di avallarlo. Quanto poi allo Stadio comunale, risulta che nel consuntivo cresciuto del 43% vi siano vari interventi non previsti nel progetto iniziale e realizzati in corso d’opera senza ratifica municipale. Ancora una volta un progetto che muta durante la sua realizzazione, subendo un sensibile rincaro.

Sono diversi, in definitiva, gli anelli deboli. A cominciare dalla scarsa capacità del Dop di vigilare su progettisti, direzione lavori esterna e ditte. Questo mentre lo stesso Dop da una parte ha ritenuto di poter fare a meno dell’ingegnere cui il Comune di Giubiasco demandava in passato l’incarico (il cosiddetto ‘cane da guardia’), e dall’altra ha lamentato una mancanza di personale, cui la Città ha potuto porre rimedio solo questo marzo. Un altro anello debole è rappresentato dalle Commissioni del Legislativo che premono sul Municipio quando il ferro è caldo, ma poi se ne dimenticano. Idem l’Esecutivo, che dal giugno 2018 al febbraio 2020 non ha più chiesto al Dop aggiornamenti su Oratorio e Policentro. Né il Dop li ha più dati. Troppi anelli deboli - sperando che non vi sia dell’altro - per la nuova Bellinzona che ambisce a gestire investimenti netti annui per 25 milioni. 

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