Commento

Quando si mangia, via i telefonini

Papa Bergoglio col suo ‘riprendiamo la comunicazione in famiglia’ e Simonetta Sommaruga dal suo panettiere ci interpellano

2 gennaio 2020
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A cavallo fra un anno e l’altro non ci hanno lasciati indifferenti i messaggi (analoghi) lanciati da due personalità che hanno deciso di parlare concreto, toccando il tema della comunicazione nella vita di tutti i giorni. Argomento banale? Per niente. I due vip sono papa Bergoglio e Simonetta Sommaruga

Via il telefonino da tavola! 

Il primo nel corso dell’Angelus di fine anno, dopo aver detto che Gesù, Giuseppe e Maria ‘pregavano, lavoravano’ e comunicavano tra loro, si è chiesto: ‘Ma tu nella tua famiglia sai comunicare, o sei come quei ragazzi che a tavola chattano ognuno col telefonino in mano? E al tuo  tavolo regna silenzio, come si fosse a messa’. Un paragone che ha ovviamente suscitato qualche risatina in piazza San Pietro, per poi lasciare il posto al consiglio/augurio: a detta del papa ‘dobbiamo riprendere la comunicazione in famiglia, un tesoro prezioso da sostenere e tutelare’.

Al di là dei riferimenti alla ‘sacra famiglia’, Bergoglio ha detto una cosa che ormai constatiamo tutti e taluni di noi (per fortuna!) ancora restano allibiti. Ci sono persone che escono a cena e, una volta sedute al tavolo del ristorante, dopo aver scambiato un paio di parole prendono il telefonino senza più curarsi di chi hanno di fronte. Tanto che chi li nota dal tavolo accanto, spontaneamente si chiede: ma perché mai sono usciti assieme a bere o a mangiare qualcosa? Tanto valeva che restassero a casa, o uscissero in solitaria.

Il fatto (grave) è che ciò avviene anche fra le mura domestiche, tanto che si stanno affermando ‘contromode’ per tornare a dialogare (obbligarsi a lasciare in un altro locale, o spenti per un attimo, i telefonini), proprio per riscoprire la bellezza di scambiarsi due parole e condividere la propria giornata, le proprie preoccupazioni o momenti belli.

Il valore del pane quotidiano

Simonetta Sommaruga, neopresidente della Confederazione, nella sua allocuzione per il saluto del primo dell’anno ha toccato gli stessi tasti usando un altro elemento a noi tutti conosciuto: il pane. Un bene di consumo che ha e non solo per un socialista un significato grande e profondo. Ebbene Sommaruga racconta una sorta di parabola laica, in cui spicca l’umanità del ‘suo’ panettiere (e la troviamo proprio filmata in piedi nella sua panetteria con alle spalle ben visibili michette, pagnotte e dolciumi vari), un lavoratore attento ai desideri dei clienti, che non si limitano alle torte e al pane, ma che comprendono soprattutto un ‘sorriso’, ‘uno sguardo negli occhi’ o ‘due parole amichevoli’. Insomma, la nostra presidente invita tutti a riscoprire la benevolenza del panettiere. Rammenta che il pane è un alimento di base e che ‘molti non hanno nemmeno questo’ e auspica che il suo prezzo sia giusto, ‘anche per chi coltiva e raccoglie il grano’, nonché ‘per la terra e la vita sul nostro pianeta’. ‘Tutti noi – ha concluso – desideriamo infatti che anche i nostri nipoti, come pure i nipoti di tutto il mondo, possano continuare ad augurarsi Buon Anno anche in futuro’.

Però per accorgerci che stiamo mangiando del buon pane (tanto per fare lo stesso esempio) mentre lo stiamo assaporando e prima ancora quando lo stiamo acquistando, dobbiamo apprezzare l’atto che stiamo compiendo. Ma, come ha ricordato Bergoglio, ciò necessita attenzione e comunicazione fra le persone, che per taluni andrebbe riscoperta, mettendo appunto a tacere le troppe interferenze esterne. Per riscoprire la bellezza dello stare assieme e per chiedersi se quello che stiamo facendo (anche nella scelta di un determinato cibo rispetto ad un altro) abbia o meno un impatto su altri nostri simili. Buon inizio a voi!

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