Commento

Premi malattia all’insù, consigliere De Rosa agisca!

Dopo i proclami ci presenti passi concreti. Se davvero si muoverà a favore della trasparenza la popolazione le sarà grata. Le lobby della salute, ovvio, un po’ meno

Il direttore del Dss Raffaele De Rosa (Ti-Press)
18 settembre 2019
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Ha attirato l’attenzione di molti la dichiarazione rilasciata martedì in Gran Consiglio dal nuovo capo del dipartimento socialità e sanità Raffaele De Rosa: ‘Riterrò inaccettabile qualsiasi aumento di premio da parte delle casse malati. Forse arriverà, ma sarà difficile da accettare’, lamentando altresì l’impossibilità da parte del cantone di accedere ai dati dell’Ufficio federale della sanità pubblica. Dati fondamentali per potersi esprimere in merito con cognizione di causa.

Ma a che serve uscirsene con una simile battagliera dichiarazione? Ipotesi: a mettere le mani avanti? Già, perché fra qualche giorno, toccherà proprio a lui dare la sempre antipatica comunicazione ai ticinesi del possibile ulteriore aumento dei premi e conseguente alleggerimento dei loro portafogli. Se così fosse siamo messi maluccio. Perché passano gli anni, cambiano i ministri responsabili, ma a conti fatti la musica non cambia. Detto altrimenti, a questo punto – considerato che i premi lievitano imperterriti, mentre i salari stagnano – da chi sta al timone ci attendiamo misure concrete.

Già lo sappiamo che manca la trasparenza. Anzi: c’era e poi è stata cancellata! Suvvia, non è certo una novità! La novità sarebbe invece che un consigliere di Stato intessesse un’alleanza strategica con colleghi di altri cantoni per procedere celermente ad una modifica legislativa.

Si tratta o non si tratta di un problema avvertito allo stesso modo da Bellinzona a Ginevra passando per San Gallo, Coira, ecc.? Certo che sì. E allora rendiamo davvero finalmente inaccettabili i prossimi aumenti, potendo però spulciare i conti, grazie ad una modifica della base legale e la reintroduzione della tanto auspicata trasparenza per contestare cifre alla mano determinati aumenti.

Come fare l’ha egregiamente spiegato in agosto Bruno Cereghetti in una lucida analisi apparsa sul Corriere. Egli ha opportunamente ricordato che il Parlamento federale nel 2014 con l’approvazione – definita giustamente deleteria – della Legge sulla vigilanza sull’assicurazione malattie ha cancellato la possibilità legale dei cantoni di ottenere i documenti ufficiali sulla formazione dei premi prima della loro approvazione, impedendo così l’accesso a una contabilità che ha permesso per esempio al Ticino di sviluppare un’eccellenza amministrativa nel controllo dei premi, portando altresì alla ribalta nazionale alcune indecenze (riserve e pagamenti dei premi in eccesso, …).

Profeticamente, già un mese fa, Cereghetti si interrogava con un bel ‘che dire dunque agli indignati istituzionali di oggi?’ Ecco la sua risposta: ‘che le proteste, pur legittime, servono a nulla. La base legale affinché i cantoni possano ricevere in anticipo le proiezioni di premi è stata deliberatamente cancellata e pertanto non c’è più. Se si intende veramente far valere questo diritto bisogna dunque creare una nuova base legale. Basta ripristinare il tenore dell’articolo allora vigente. In buona sostanza occorre agire. Ma in fretta.’

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