Commento

Giovanni Merlini parla, il Ppd applaude

Se son rose fioriranno. Ma subito dopo viene cantato l'Inno della guardia Luigi Rossi!

26 agosto 2019
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Alla Caserma Bedrina di Airolo, per assistere al ‘magic moment’, si è dovuto attendere quasi la fine del congresso Ppd con Giovanni Merlini chiamato a salire sul palco e a intervenire dal senatore Filippo Lombardi. Merlini non si è fatto pregare, ha preso la parola e i delegati pipidì lo hanno applaudito!

Se non l’avessimo visto coi nostri occhi, avremmo stentato a crederci. Merlini, già presidente del Plrt, che si rivolge ai pipidini per scaldare i loro motori verso le elezioni federali? Merlini sul palco con dietro le spalle la sua immagine proiettata e inserita fra i colori arancioni del partito di Dadò e accanto al logo del Ppd? E in sala, in prima fila Bixio Caprara, attuale presidente del Plr col segretario di partito Nava? ‘Segn’ – si è lasciato scappare ironicamente uno accanto a me – ‘che ghè pü religiòn!’. Forse, più che assenza di religione, c’è molto concretamente tanta fifa di perdere le elezioni, e quindi, la volontà di non andarci tanto per il sottile. L’unione, si sa, fa la forza e allora vai col pragmatismo e bando ai palati fini! Se si deve fare, si fa.

Funzionerà? Difficile dire. O meglio, per poterlo verificare, vista la novità per due partiti storici (i cui esponenti in un passato remoto, che fa parte della storia del Ticino, si sono anche presi a fucilate) bisognerà attendere l’esito delle urne. Come noto, di fatto, il Ppd teme di perdere un seggio al Nazionale (e si attende quindi il sostegno del Plr) e il partito di Caprara si attende a sua volta il sostegno del Ppd a Merlini per la corsa agli Stati. Un’alleanza molto finalizzata (alla quale si sono aggiunti i Verdi liberali e i Ticinesi nel Mondo) resasi necessaria, visto che anche gli altri partiti e movimenti (sulla sinistra come sulla destra) hanno pure stretto intese utili, rafforzandosi e indebolendo di fatto il centro. Che questo abbraccio funzioni davvero non è detto, ma andare alle urne da soli (questo il calcolo dei vertici dei neo-alleati) avrebbe esposto le due formazioni ad un alto rischio di fallimento che non si vuole correre. Meglio unire le forze, smussare gli angoli e puntare su qualche tema comune, cosa che sta già producendo acidità di stomaco alla Lega, che anche ieri ha dedicato al tema la copertina di prima pagina del Mattino. Segno evidente che il patto di centro in via Monte Boglia brucia parecchio, perché scompiglia le carte con possibili effetti in entrambe le camere.

Ora, celebrata l’alleanza tecnica (guai a parlare anche solo di fidanzamento!), bisognerà capire se i due partiti hanno fatto davvero il conto con l’oste, che nello specifico è l’elettorato. Quello da sempre fedelissimo, voterà ancora in blocco scheda con intestazione di partito (magari turandosi un po’ il naso come ai tempi della Dc)? O voterà scheda non intestata per non dare voti alla formazione (fino a ieri) avversa?

Al di là dei segni concreti (Merlini sul palco e Caprara in prima fila), abbiamo comunque avuto l’impressione che a prevalere sia una certa prudenza. Intanto, quest’esperienza di ‘comunione’ (anche se già in essere fra gli stessi partiti in altri cantoni) non è per ora destinata a influire sulle liste delle prossime comunali. Già: ve la immaginate un’alleanza a Mendrisio dove il Plr ha recentemente soffiato il sindacato al Ppd? Come si suol dire, ‘se son rose fioriranno’, se no… nemici come prima. Intanto il Ppd, dopo aver aperto il congresso di Airolo col salmo svizzero proiettando sullo sfondo la bandiera rossocrociata e il Cervino, e accompagnando gli interventi con alcuni stacchi di corni delle Alpi, ha chiuso i lavori, subito dopo l’intervento di Giovanni Merlini, con l’‘Inno della guardia Luigi Rossi’. Che dire? Il passato, anche se si guarda avanti, non muore mai del tutto.

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