Commento

Le sberle educative? Non esistono!

In Francia si è adottata una legge che proibisce le punizioni corporali sui bambini, esempio da seguire anche in Svizzera

Ti-Press
10 luglio 2019
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La recente decisione del parlamento francese di adottare (all’unanimità) una proposta di legge per proibire tutte le punizioni corporali sui bambini – il ricorso alla cosiddetta violenza educativa ordinaria – ha rilanciato il dibattito anche in Svizzera. Come mai?

Perché da noi sculacciate, schiaffi, tiratine di orecchie e capelli ‘a fin di bene’ da parte dei genitori non sono sanzionati con un divieto ad hoc, come avviene, ora, col progetto di legge francese. Francia che segue un modello adottato da ormai 56 altri Paesi, che hanno messo al bando le cosiddette violenze ‘educative’.

Quindi, riprendendo una frase che ha spesso giustificato il ricorso ad alcune punizioni corporali, non è affatto vero che ‘le botte della mamma non fanno mai male, perché date sempre e solo a fin di bene’ e neppure che ‘uno schiaffo non ha mai fatto male a nessuno’. Non è vero perché, spiega l’Aspi (la fondazione per l’aiuto, il sostegno e la protezione dell’infanzia) in un suo comunicato, gli adulti devono sforzarsi di mettere in atto strategie educative basate sul rispetto, sull’empatia (cercando di capire i ‘bisogni’ dei ragazzi o quello che stanno cercando di dirci), sulla chiarezza (dicendo loro che certi comportamenti NON sono accettabili) e sulla congruenza (l’adulto non fa quello che rimprovera al ragazzo).

Si tratta dunque di lasciar fare loro tutto quello che vogliono, si chiederà qualcuno? Certo che no, spiega ancora l’Aspi. No, non si deve lasciarli diventare piccoli presuntuosi e lagnosi tiranni. Ma si tratta di educarli con modalità prive di qualsiasi forma di violenza. Perché – tremenda verità, ma verità sacrosanta – la violenza chiama violenza e può produrre conseguenze negative sullo sviluppo del bambino, diminuendo la sua autostima e aumentandone il comportamento antisociale.

A questo punto, più di un lettore – pur condividendo il richiamo dell’Aspi – si dirà: sì, d’accordo in teoria, ma quando (riferito ai figli) ti fanno davvero girare le scatole, allora che ti resta da fare? Masticarti la lingua e ingoiare rospi? Anche qui la riposta è ‘semplice’ e chiama in causa l’adulto: sta al genitore trattenere le pulsioni e mantenere la calma perché, spiega una psicologa, l’educazione si fa prima di tutto per imitazione e noi adulti siamo il primo modello per i nostri bambini. Quindi, se non vogliamo insegnare loro che alcune questioni si sanzionano con punizioni corporali (perché finiranno per fare anche loro così), dobbiamo essere noi i primi a non alzare le mani.

Insomma, lo abbiamo capito: quello dei genitori è il mestiere più difficile al mondo, perché più noi perdiamo il controllo, più la negatività viene assorbita dai figli e prima o poi ci tornerà indietro come un boomerang. Allora, ancor prima di metterli al mondo, dobbiamo sapere che prima o poi i nostri amati figli ci faranno venir voglia di reagire anche con qualche scivolone di violenza educativa, e che, proprio in quel frangente, sarà il caso di virare sul dialogo e sul rispetto reciproco. Il nostro auspicio: che la Svizzera segua presto la Francia.

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