Il dibattito

Bunker razzisti

Perché nel Cantone Ticino da mesi ci sono decine di persone sepolte vive in tre bunker per rifugiati?

(Ti-Press)
2 aprile 2019
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Perché nel Cantone Ticino da mesi ci sono decine di persone sepolte vive in tre bunker per rifugiati? Perché sono neri. Scuri di pelle. Non sono di pelle bianca. Eritrei, Afgani, Irakeni, Turchi. Non sono quei “Veri Svizzeri” da tre generazioni, come discrimina da decenni Lorenzo Quadri, consigliere nazionale del Ticino, su quel suo Meschino della domenica che spiana la corsa alla preziosa cadrega per i consiglieri di Stato e granconsiglieri del biciclo Lega/Udc. Se fossero di razza bianca li terremmo ancora (per quanti mesi?) sottoterra?

Durante le manifestazioni tenutesi nel cantone per la settimana contro il razzismo è circolato anche l’appello dei medici ticinesi per la chiusura dei bunker. Medici? Sì, proprio, perché lamentano il danno per la salute. Chiusura? Si, immediata, perché da mesi è in pericolo la salute di decine di persone. “Ma non abbiamo posto”. Ma come mai in altri cantoni, per esempio nel Canton Vaud, una rete di famiglie può ospitarli? E il Pontefice non aveva raccomandato anche alle Parrocchie di fare posto a qualcuno di questi sventurati? E il presidente della Croce Rossa internazionale (quell’altra, non quella che vigila sui “sepolti vivi”) che oggi si sgola elemosinando trattamento umano per i perseguitati? “Ma questi sono pericolosi”. Più dei condannati per rapina, stupro, pedofilia, che però beneficiano, almeno, delle regole minime del Consiglio d’Europa per i carcerati? Ma sì, teniamoli bene ammucchiati uno sopra l’altro, così un giorno scoppiano, si accoltellano, ci scappa il morto e di chi sarà la colpa? Ma dei neri, ovviamente, ve lo avevamo già scritto da tanti anni, sul Meschino della domenica.

Ora ci ammoniscono anche questi medici ticinesi: a questi sventurati si riconoscono meno diritti dei condannati. E se fossero vostri figli o fratelli? “Non fare agli altri ciò che non vorresti venga fatto a te stesso”: ma non vale più nemmeno questo principio? Ma se persino il Parlamento e il Governo e i Municipi tollerano i “sepolti vivi“, ossia la violazione del diritto alla salute, ossia la violazione delle leggi più fondamentali, cosa sono pronti a tollerare in futuro? In Ticino i diritti umani non sono più universali. Valgono solamente per certe categorie di persone. Oggi soffrono quelli di pelle scura. Domani? Dopodomani? Chi saranno i prossimi vulnerabili vittime della attuale tolleranza verso il razzismo? Lo sappiamo fin troppo bene, l’abbiamo già visto anche nel secolo scorso.

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