Commento

Caramelle da embolia

22 ottobre 2016
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Che cosa abbiamo imparato dal caso Céline? Ricordate Céline, la 16enne zurighese rimasta gravemente disabile per un’embolia polmonare subita in seguito all’assunzione della pillola contraccettiva Yasmin. La sua storia ha fatto il giro della Svizzera, era su quotidiani, settimanali, riviste, in televisione, il suo caso è stato dibattuto anche in tribunale. Ci sono state due interpellanze in parlamento che chiedevano di prevenire i rischi della pillola e di fornire una migliore informazione alle pazienti. Insomma il tam-tam è stato forte e chiaro, dalla strada fino al parlamento, con la cassa di risonanza dei media. Se Yasmin fino al 2010 era la pillola contraccettiva più venduta in Svizzera, oggi non è più nella ‘top ten’. Ma altre pillole, con principi e rischi simili, hanno preso il suo posto. Cambia solo il nome. Non è un gran risultato in otto anni. Anzi, sembra una beffa. Malgrado allarmi e annunci, non è cambiato quasi nulla.
Infatti, l’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici (Swissmedic) ha tirato l’allarme, chiarendo che le pillole di terza generazione e quelle con il principio attivo Drospirenone (come Yasmin) hanno il doppio del rischio di quelle di seconda con Levonorgestrel. I medici lo sanno: prendendo la pillola aumenta il rischio cardiovascolare. I medici sanno anche che c’è una differenza fra le diverse generazioni di pillole: per scongiurare trombosi o embolie, le più sicure sono quelle più datate.
Ma allora perché continuano ad essere le meno prescritte dai medici? Da una verifica dell’Ufficio del farmacista cantonale, fatta negli scorsi mesi, è emerso un dato sconcertante: in Ticino il 73% delle donne assume gli anticoncezionali più moderni e più rischiosi. Un dato che allarma l’autorità cantonale, ma anche il presidente della Società di ginecologia e ostetricia della Svizzera italiana, il dottor Umberto Botta, che ricorda alle pazienti più giovani di ‘diffidare di quel medico che prescrive la pillola in tre minuti senza nessun ragionamento: non sono caramelle, possono avere rischi anche molto gravi’.
Infatti, la giovanissima Céline non è l’unica vittima: in 25 anni, Swissmedic ha ricevuto 3’527 segnalazioni da medici, da gennaio al ritmo di nove al mese. Ecco il bollettino in 25 anni: 450 tromboembolie venose, 275 embolie polmonari e 16 decessi, l’ultimo lo scorso autunno (è morta una donna di 27 anni). Come mai sulle pillole anticoncezionali l’informazione non passa? Le pazienti vengono sempre correttamente informate sui rischi? Qualcuno ci guadagna qualcosa ai danni delle pazienti? Di risposte non ne abbiamo, ma è una situazione che lascia perplessi: tanti medici continuano a prescrivere in massa quelle pillole che sanno essere le più rischiose, quando ci sono alternative sul mercato. Ciascuno tiri le sue conclusioni.
Ma c’è di più. Il successo di pillole come Yasmin è stato raggiunto anche grazie alla pubblicità che le sdoganava come gli anticoncezionali che fanno passare i brufoli. Uno slogan che ha presa sulle giovanissime. Peccato che i rischi (di tromboembolia venosa) sarebbero maggiori dei benefici (una pelle senza acne). Al riguardo, Swissmedic ha deciso di stralciare tutti gli accenni agli effetti positivi sull’acne dalle informazioni sul medicamento in 33 contraccettivi ormonali contenenti Clormadinone acetato o Drospirenone. Negli Stati Uniti la U.S. Food and Drug Administration sembra abbia ordinato alla Bayer (che vende Yasmin) di potenziare gli avvisi di rischio su tali prodotti e avrebbe sanzionato la casa farmaceutica tedesca per pubblicità ingannevole imponendo una campagna pubblicitaria correttiva da 20 milioni di dollari. Mentre in Svizzera, la giovane Céline non ha nemmeno ottenuto un indennizzo dalla Bayer. Paese che vai…