Commento

Luce… all’ombra dei genitori

12 luglio 2016
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È meglio che i genitori celebri colgano l’occasione di un’uscita pubblica per mostrare anche i propri figli minorenni (come ha fatto ad esempio Virginia Raggi, neosindaca di Roma, che alla prima occasione istituzionale ha lasciato che il figlioletto sedesse sullo scranno situato dietro la mamma sindaca)? O è preferibile tutelare il più possibile identità e privacy dei propri figli, come lo fa senza se e senza ma – altro esempio italiano – Agnese Renzi coi propri rampolli? Di casi ce ne sono più di uno, anche cambiando ambito, abbandonando la politica e guardando al mondo dello spettacolo, della musica in particolare, per non parlare di quello delle teste coronate. Ecco, proprio in questo ambito, è tradizione che il neonato, già dopo i primi vagiti, venga mostrato ai propri sudditi, anche se oggi vivono in una democrazia. Ma è normale che così sia, considerato che sin tanto che vi saranno monarchie più o meno parlamentari, le teste coronate sono simboli di una certa unità nazionale. Ma come la mettiamo per il politico del momento, o per la pop star? È giusto che mettano tutto in piazza, mini-discendenti compresi? La domanda a taluni può ormai risultare fuori moda, soprattutto oggi che va per la maggiore mettere anche la foto del proprio figlio appena nato sui social. I tempi cambiano, ieri si mandava a un gruppetto di amici l’immagine del neonato stampata su un cartoncino dopo qualche settimana, oggi la si posta su Facebook. Ma è davvero la stessa cosa? Non proprio, perché quel cartoncino finiva prima o poi nel cestino con le cose da buttare. Mentre quella foto postata oggi potrebbe fare il giro del mondo, essere vista da tutti quelli che vogliono vederla, che magari neppure conoscono te e la tua famiglia. Insomma, se lo fa il signor nessuno con le foto dei propri figli postate sui social, mentre sono al mare, mentre festeggiano il compleanno, mentre…, perché dovremmo discuterne o forse anche stupirci se la nuova inquilina del Campidoglio ha lasciato tranquillamente scorrazzare il proprio figlioletto nella sala del Consiglio comunale, senza curarsi delle migliaia di scatti dei fotografi? In ogni caso, mentre da big della musica o dello spettacolo coinvolgiamo un figlioletto in un video, mentre da politici mostriamo la nostra famiglia con tanto di bimbi minorenni, mentre da signor nessuno postiamo una foto dei nostri discendenti, almeno una cosa non del tutto secondaria dovremmo comunque chiedercela: siccome in qualità di adulti abbiamo fatto delle scelte, non è che, così agendo, stiamo proiettando nostre aspettative su piccoli uomini o piccole donne che hanno invece tutti i diritti di vivere un’infanzia spensierata, lontana dai riflettori, compiendo poi a tempo dovuto le loro personalissime scelte? Senza dimenticare che, una volta mostrato il pargolo, ci si può poi imbattere anche nel rovescio della medaglia, nel caso in cui dovesse, diciamo così, inciampare. Insomma, la miglior cosa è permettere loro, nel bene e nel male, di poter fare le esperienze lontane dalle luci della ribalta. Se poi un domani decideranno di seguire le orme di papà o mamma, calcando una scena pubblica, lo potranno fare. A modo loro. Liberi, non plagiati.

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