Inchieste

La forza di un sorriso quando le ferie vanno storte

La psicologa Cristina Milani
(Foto Tiziano Putelli )
23 dicembre 2017
|

Basterebbero piccoli gesti quotidiani per sentirsi felici. Costano poco e rendono tanto. Come cedere il posto a sedere su un bus strapieno. Aiutare un turista che si è perso. Regalare del tempo al collega, ai genitori. Piccole attenzioni che ci fanno stare bene con noi stessi, con gli altri e aumentano i livelli di serotonina nel sangue, l’ormone della felicità. Nel 2011 l’équipe del professor Reut Avinum della israeliana Hebrew University, fa una sensazionale scoperta: altruisti si nasce, non si diventa. Ebbene sì, siamo biologicamente pre-programmati alla gentilezza. Ma allora perché la disponibilità verso l’altro sembra diventata quasi un atto di coraggio?  Se altruisti si nasce, siamo davvero giù di allenamento. Ne parliamo con un’esperta, la psicologa Cristina Milani presidente del Movimento mondiale della Gentilezza (nato in Giappone nel 1997). Prendendo spunto dal libro che ha appena pubblicato ‘La forza nascosta della gentilezza’ (edito da Sperling & Kupfer), ci spiega come declinare questa virtù anche durante il Natale.

 

La rabbia all’aeroporto e ti viene la gastrite

Siamo in tempo di vacanze e gli imprevisti per chi viaggia sono sempre più frequenti, come l’‘overbooking’, quando la compagnia ti lascia a terra o ti scompiglia i programmi con scali aggiuntivi. Situazioni da far saltare i nervi. «Partire in periodi densi di traffico significa avere alte probabilità di problemi. Gli imprevisti fanno parte della nostra esistenza ed è impossibile prevederli per questo dobbiamo diventare flessibili. Chi vuole controllare tutto, oltre a vivere un’illusione, rischia di sbottare al minimo intoppo, perché non sa gestire la situazione e le emozioni che ne derivano. Quando non ci sono soluzioni, arrabbiarsi e insultare l’hostess non serve a nulla», dice. Troppa rabbia può causare molti danni: gastriti, dermatiti, insonnia, ecc.

Regalare del tempo è il dono più gentile

La gentilezza si pratica anche coi regali di Natale soprattutto oggi che trascuriamo alcuni suoi elementi essenziali: pazienza e attenzione. «Passare del tempo con le persone che amiamo ci allunga la vita. Regalare del tempo è il dono più bello che possiamo fare. E ci fa pure bene. Come un pomeriggio con la zia per imparare a fare i biscotti, o un paio d’ore con il nonno per una passeggiata». Ma essere gentili significa anche sviluppare uno spirito critico: «Ci sono delle condizioni che sosteniamo quando ad esempio acquistiamo l’ennesimo cellulare, come le guerre in Congo per il coltan, un minerale più prezioso dei diamanti che serve per gli schermi di tv, smartphone e tablet. Inoltre meglio un dono che dura nel tempo, piuttosto che un regalo usa e getta, che crea rifiuti».

Ti supera in coda? Non sbottare, non subire

«La gentilezza fa parte del nostro Dna ma spesso non la manifestiamo a causa del contesto nel quale siamo immersi, caratterizzato da una bulimia da consumo e da un raffreddamento dei rapporti interpersonali che sviluppano, naturalmente, dei comportamenti aggressivi. Le possibili reazioni sono due: ritirarci su noi stessi isolandoci o reagire con aggressività. Molti usano i comportamenti aggressivi per imporsi credendo che questo sia il modo migliore per vivere in società. Oggi, sempre più persone si accorgono invece che reagire in modo gentile conviene e i benefici sono molti, sia a livello fisico che psichico», spiega Milani. La gentilezza ha tempi lunghi. Essere gentili significa portare avanti le proprie idee senza prevaricare l’altro ma nemmeno essere passivo. Un buon esempio è la coda al supermercato, quando c’è qualcuno che ti passa avanti. «Si può insultarlo, non dire nulla ma covare frustrazione o far rimarcare in modo gentile che c’è una coda e va rispettata. Chiedere scusa e sorridere sono due chiavi che aprono qualsiasi porta, lo faccio da sette anni e funziona».

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔