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Un po' di luce sul 7 ottobre 2023

17 febbraio 2025
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Viene da un’intervista televisiva di Yoav Gallant, l’allora ministro della Difesa israeliano, poi cacciato dal premier Benjamin Netanyahu, al Canale 12 giovedì 6 febbraio 2025. La conversazione è dedicata a coloro i quali hanno snobbato o volutamente ignorato le inchieste pubblicate da autorevoli testate indipendenti convalidate da documenti e testimonianze di civili israeliani scampati al 7 ottobre 2023. Persino Haaretz aveva subito avanzato seri dubbi sulla versione ufficiale del governo israeliano. A luglio 2024 anche i britannici Guardian e l’ultraconservatore Telegraph si occuparono della famigerata direttiva “Hannibal” che permette di aprire il fuoco contro degli obiettivi senza preoccuparsi dell’incolumità degli ostaggi israeliani. Già nel gennaio del 2024 il quotidiano israeliano Yediot Ahronot aveva riferito che il 7 ottobre i comandi dell’esercito avevano impartito alle truppe l’ordine di eseguire la direttiva in maniera generalizzata, a costo di “mettere in pericolo la vita dei civili nella regione, compresi gli stessi prigionieri”. Quindi l’ammissione di Gallant getta nuova luce su quanto avvenne nelle ore successive all’inizio dell’attacco palestinese contro Israele, confermando che una parte significativa delle vittime israeliane e dei lavoratori stranieri uccisi quel giorno sono da addebitare alla reazione indiscriminata e deliberata dell’esercito di Tel Aviv sulla base di una precisa direttiva degli alti comandi delle forze armate.Secondo un bilancio ufficiale pubblicato il mese scorso, solo il 7 ottobre l’esercito israeliano ha utilizzato contro i combattenti che avevano sconfinato 11’000 proiettili, 500 bombe da una tonnellata e 180 missili. Dov’è la reazione tardiva degli “aggrediti presi alla sprovvista” e soprattutto chi provoca chi?