... ma come, cosa significa, un Ente ospedaliero, fiore all’occhiello della Città di Lugano? Sì, quando l’unico criterio preso in considerazione dalle autorità nelle scelte gestionali sono i soldi, non c’è da stupirsi; quasi ogni reparto rimane coinvolto e, ovviamente, non entro nei dettagli di quelli più toccati per evitare le inevitabili ritorsioni che ne seguirebbero, conoscendo la vigliaccheria di certuni. In sostanza, si tratta di ciò che sappiamo: aumento costante del carico di lavoro senza il corrispondente aumento degli stipendi; anzi, senza aumento alcuno. Nuove assunzioni? Non se ne parli neanche, se non per assumere qualcuno con qualificazioni speciali, invece di investire in un dipendente altrettanto qualificato e per giunta più esperto, promuovendolo, ciò che implicherebbe però di pagarlo di più. Non parliamo poi del dipendente frontaliero, lo si può sfruttare ancora meglio... Ma poi ci si sciacqua la bocca con il dipartimento delle “Risorse umane”, parolona che suona bene.
Inevitabile il fatto che molti si guardino attorno e, appena possono, si trasferiscano presso un altro datore di lavoro, oppure emigrino all’estero... Si è addirittura disposti a cambiare lavoro rispetto a quello per cui si è formati, anche se mancano pochi anni alla pensione, tanto è il livello di esasperazione. E i nuovi capi che vengono a sostituire chi ha raggiunto l’età della pensione, ce la mettono proprio tutta per demotivare al massimo il personale rimasto sotto le loro grinfie.
Ma l’Eoc è in buona compagnia; pare che la situazione proliferi a vista d’occhio, come le metastasi di un cancro, anche in altri settori. E i sindacati in tutto questo? Evidentemente, o sono latitanti oppure sono impotenti... Allegria!, come declamava anni fa, in una nota trasmissione televisiva, il compianto Mike Bongiorno.