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Le proteste stonate

La serata del 23 gennaio scorso al Lac di Lugano, dedicata alla Giornata della memoria, avrebbe dovuto essere un momento di raccoglimento per ricordare le vittime della Shoah. Avrebbe, ma purtroppo non lo è stata. Intorno alle 19, all’ingresso, si è presentato un gruppo di manifestanti sedicenti pro-Palestina. Equipaggiati di bandiere, megafoni e fischietti hanno dato sfogo a una bagarre aggressiva e intimidatoria. Sventolando le bandiere in faccia al pubblico che tentava di entrare, molti dei quali anziani, creando un’atmosfera di intolleranza. Il motivo di tutto ciò? La presenza della Filarmonica di Israele, accusata, a loro dire, di “assassinio”. Questi individui non hanno mostrato il minimo rispetto nemmeno per la struggente testimonianza di un sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti, che ha preceduto il concerto.

Per fortuna, il pubblico ha gremito la sala e ha assistito a uno dei più bei concerti mai eseguiti a Lugano. Diretti da un formidabile Shani Lahav, gli orchestrali israeliani hanno dato prova di una rara bravura. Tra di loro molti giovani nipoti dei reduci della Shoah. Conclusosi il concerto, come per incanto, fuori dall’atrio del Lac era tornata la solita civile tranquillità. La musica ha vinto, le splendide note hanno prevalso e l’intolleranza ha perso.