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Un contributo di solidarietà

Oggi mi sono comprato l'ultimo numero di Bilanz, che stila la sua lista delle 300 più grandi fortune domiciliate sul suolo elvetico. In prima pagina, l'intestazione “Rekord: 152 Miliardäre” capeggia su un'elegantissima copertina patinata in nero con scritte oro. Sempre più miliardari quindi, eppure io sento continuamente di preventivi in rosso, mah… Sarà per la stessa logica secondo la quale il sesto cantone col Pil pro capite più alto in Svizzera (il nostro) può anche essere una delle regioni d'Europa col più alto tasso di rischio di povertà. Sperequazione, la chiamano.
Tra i dieci miliardari residenti in Ticino c'è ne sono alcuni che mi riempiono d'orgoglio patriottico per i loro atti filantropici: uno fra tutti l'ex dirigente di una multinazionale di cosmetica che ha donato a una nota università inglese 30 milioni per sistemare la biblioteca e costruire un nuovo alloggio per studenti. Notevole, in fin dei conti questa cifra rappresenta il 2% del capitale che ha a disposizione (per me, un povero ferroviere, sarebbe come donare un migliaio di franchi, mica tutti i giorni neh). E infatti l’emerito benefattore ne avrà risentito, almeno finché a fine anno i dividendi della sua ex-azienda non gli hanno fatto rientrare l'intero importo.
Che dite, magari s’organizza una colletta, un "contributo di solidarietà" (che suona bene), ed evitiamo quei 70 milioni di misure di riequilibrio finanziario del Preventivo cantonale 2025. Alla fine basterebbe che ognuno di questi dieci donasse alle vittime del "vincolo di bilancio" lo 0,2% della propria fortuna e Teleticino rimarrebbe senza contenuto per i suoi dibattiti. Che è la stessa percentuale del mio conto in banca che metto nel serbatoio ogni volta che vado a fare benzina.