laR+ Lettere dei lettori

Traduzione automatica o di qualità?

“Può dirmi se questo documento va bene? L’ho tradotto io con Deepl”, oppure, “Può tradurmi questo passaggio in italiano? Il resto del testo l’ho già tradotto io con Deepl”. Queste sono frasi che ultimamente mi sono sentita rivolgere da clienti del servizio di traduzione che gestisco da vent’anni: persone che non conoscono l’italiano, ma che grazie all’intelligenza artificiale si sentono addirittura in grado di scriverci un testo. Deepl è un sistema online di traduzione automatica che si avvale di reti neurali artificiali. Ormai utilizzato da aziende, associazioni, comuni cittadini e uffici governativi, tra cui, ahimè, anche i servizi linguistici della Confederazione svizzera, Deepl permette di ottenere in poco tempo una traduzione passabile di qualsiasi tipo di testo in un’infinità di lingue. Passabile, appunto! Infatti, nonostante gli innegabili progressi tecnologici, i sistemi di intelligenza artificiale non riescono a eguagliare la capacità di comprensione e d’interpretazione dell’essere umano. Ne sono un esempio i clamorosi strafalcioni pubblicati nella campagna lanciata dal Ministero del turismo italiano, dove Brindisi diventa Toast, tanto per citare un esempio. È chiaro che la qualità di questi sistemi lascia a desiderare, ma questo aspetto sembra non importare a nessuno. Nella logica della Good enough quality, ovvero della qualità accettabile, se il livello dei testi ne risente pazienza, basta risparmiare tempo e denaro, poi nel migliore dei casi si ricorre a una rilettura, tanto per evitare gli errori più grossolani. A noi traduttrici e traduttori resta l’amarezza di vedere la nostra professione scomparire inesorabilmente e la nostra formazione, la nostra dedizione e la nostra esperienza sostituite senza tanti riguardi da una macchina che costa poco ed è veloce.

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