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Nuove trattative

Negli scorsi giorni il Presidente e Ministro degli Esteri della Confederazione Ignazio Cassis ha annunciato che prossimamente ci si siederà nuovamente assieme alla Ue al tavolo delle trattative sul defunto accordo quadro.
Nelle scorse settimane la Svizzera ha votato un credito di 1,3 miliardi di franchi come fondo di solidarietà per l’Ue; come ringraziamento la Commissione europea ha lasciato intendere a chiare lettere che questo contributo da parte della “ricca Svizzera” debba continuare a essere versato anche nei prossimi anni.
In pratica ci si dimentica del mancato riconoscimento europeo dell’equivalenza della Borsa svizzera, e degli inutili e gratuiti ostacoli all’esportazione in Europa di strumenti medicali: non “cineserie”, ma prodotti con il marchio made in Switzerland, ovvero articoli pregiati ad altissimo valore aggiunto.
Dobbiamo ricordare che la Svizzera è un partner commerciale molto vantaggioso per l’Ue e allo stesso tempo un datore di lavoro per diverse migliaia tra immigrati e frontalieri, e far presente la quantità di merci dei Paesi comunitari che attraversano regolarmente il nostro Paese per evitare inutili costosi percorsi alternativi. Parliamo di strade e di ferrovie che sono autentici gioielli, finanziati interamente con capitali dei nostri cittadini.
Ora chi siederà al tavolo delle prossime trattative dovrà essere in grado di far valere tutte queste peculiarità e specificità e non lasciarsi intimidire o travolgere dal solito atteggiamento arrogante e saccente dei nostri vicini interlocutori.
Confidiamo nella fermezza che l’On. Cassis saprà mettere in atto affinché la Svizzera sia finalmente vista dalla Ue con il dovuto senso del rispetto e delle reciprocità, sulla base di argomenti solidi e inattaccabili come ad esempio quelli che mi sono permesso di ricordare in questa lettera.

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